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Autore Discussione: Il manifesto dei costituzionalisti che spiega “le ragioni del Sì”  (Letto 2037 volte)
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« inserito:: Maggio 28, 2016, 11:57:45 am »

Il manifesto dei costituzionalisti che spiega “le ragioni del Sì”

Referendum   
ragionidelsì   

Pubblichiamo la sintesi e il testo integrale dell’appello promosso da quasi duecento esperti di diritto costituzionale, in vista del referendum di ottobre

Dopo anni e anni di sforzi vani, il Parlamento della XVII legislatura è riuscito a varare con una larga maggioranza – quasi il sessanta per cento dei componenti di ciascuna Camera in ognuna delle sei letture – una riforma costituzionale che affronta efficacemente alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese. L’iter della riforma è durato oltre due anni, è passato per sei letture, tre per ciascuna Camera, con quasi seimila votazioni e l’approvazione di centinaia di emendamenti.

Il testo modifica molti articoli della Costituzione, ma non la stravolge. Riflette anzi una continuità con le più accorte proposte di riforma in discussione da decenni e, nel caso del Senato, col modello originario dei Costituenti e poi abbandonato a favore del bicameralismo paritario impostosi per ragioni prudenziali dopo lo scoppio della Guerra fredda. Il testo, con le modifiche che il Parlamento ha voluto, si ispira inoltre direttamente alle proposte della Commissione per le riforme costituzionale istituita dal Governo Letta nel 2013, che rispecchiavano l’opinione largamente maggioritaria fra gli studiosi di ogni orientamento che presero parte a quella Commissione.

Nel progetto non c’è forse tutto, ma c’è molto di quel che serve, e non da oggi. Si riporta solo un breve elenco, a titolo ricognitivo.

1. Viene superato l’anacronistico bicameralismo paritario indifferenziato, con la previsione di un rapporto fiduciario esclusivo fra Camera dei deputati e Governo. Pregio principale della riforma, il nuovo Senato delinea un modello di rappresentanza al centro delle istituzioni locali. E’ l’unica ragione che oggi possa giustificare la presenza di due Camere. Ed è una soluzione coerente col ridisegno dei rapporti fra Stato-Regioni. Ne trarrà vantaggio sia il rapporto fiduciario fra Governo e Parlamento, che rimane in capo alla sola Camera dei deputati, superando così i problemi derivanti da sistemi elettorali diversi, sia l’iter di approvazione delle leggi.

2. I procedimenti legislativi vengono articolati in due modelli principali, a seconda che si tratti di revisione costituzionale o di leggi di attuazione dei congegni di raccordo fra Stato e autonomie, dove Camera e Senato approvano i testi su basi paritarie, mentre si prevede in generale una prevalenza della Camera politica, permettendo al Senato la possibilità di richiamare tutte le leggi, impedendo eventuali colpi di mano della maggioranza, ma lasciando comunque alla Camera l’ultima parola. La questione della complicazione del procedimento legislativo non va sopravvalutata, poiché non appare diversa la situazione di tutti gli Stati composti: in ogni caso, e di nuovo in continuità con le esperienze comparate, la riforma prevede la prevalenza della Camera politica.

3. La riforma del Titolo V della Costituzione ridefinisce i rapporti fra lo Stato e Regioni nel solco della giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma del 2001, con conseguente incremento delle materie di competenza statale. Nello stesso tempo la riforma tipizza materie proprie di competenza regionale, cui corrispondono in gran parte leggi statali limitate alla fissazione di “disposizioni generali e comuni”. Per la prima volta, non si assiste ad un aumento dei poteri del sistema regionale e locale, bensì ad una loro razionalizzazione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del paese. La soppressione della legislazione concorrente serve a razionalizzare in un’ottica duale il riparto delle materie e comporta di per sé una riallocazione naturale allo stato o alle regioni della competenza a disciplinare, rispettivamente, i principi fondamentali e le norme di dettaglio che già spettava ad ognuno di essi. Inoltre, l’impianto autonomistico delineato dall’art. 5 della Costituzione non viene messo in discussione perché la riforma pone le premesse per un regionalismo collaborativo più maturo, di cui la Camera delle autonomie territoriali costituirà un tassello essenziale. Con la riforma, peraltro, non viene meno il principio di sussidiarietà e dunque la dimensione di una amministrazione più vicina al cittadino rimarrà uno dei principi ispiratori della Costituzione.

4. I poteri normativi del governo vengono riequilibrati, con una serie di più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza introdotti direttamente nell’articolo 77 della Costituzione, per evitare l’impiego elevato che si è registrato nel corso degli ultimi anni e la garanzia, al contempo, di avere una risposta parlamentare in tempi certi alle principali iniziative governative tramite il riconoscimento di una corsia preferenziale e la fissazione di un periodo massimo di settanta giorni entro cui il procedimento deve concludersi.

5. Il sistema delle garanzie viene significativamente potenziato: il rilancio degli istituti di democrazia diretta, con l’iniziativa popolare delle leggi e il referendum abrogativo rafforzati, con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo per la prima volta in Costituzione; il ricorso diretto alla Corte sulla legge elettorale, strumento che potrà essere utilizzato anche sulla nuova legge elettorale appena approvata; un quorum più alto per eleggere il Presidente della Repubblica. Del resto i contrappesi al binomio maggioranza-governo sono forti e solidi nel nostro paese: dal ruolo della magistratura, a quelli parimenti incisivi della Corte costituzionale e del capo dello Stato, a un mondo associativo attivo e dinamico, a un’informazione pluralista.

6. Viene operata una decisa semplificazione istituzionale, attraverso l’abolizione del Cnel e la soppressione di qualsiasi riferimento alle province quali enti costitutivi della Repubblica.

7. Infine, lo sforzo per ridurre o contenere alcuni costi della politica è significativo: 220 parlamentari in meno (i senatori sono anche consiglieri regionali o sindaci, per cui la loro indennità resta quella dell’ente che rappresentano); un tetto all’indennità dei consiglieri regionali, parametrata a quello dei sindaci delle città grandi; il divieto per i consigli regionali di finanziare senza controlli i gruppi consiliari; e, senza che si debba aspettare la prossima legislatura, parimenti alle novità precedenti, la fusione degli uffici delle due Camere e il ruolo unico del loro personale.

Il testo non è, né potrebbe essere, privo di difetti e discrasie, ma non ci sono scelte gravemente sbagliate (per esempio in materia di forma di governo: l’Italia rimane una repubblica parlamentare!) o antidemocratiche. A quanti, come noi, sono giustamente affezionati alla Carta del 1948, esprimiamo invece la convinzione che – intervenendo solo sulla parte organizzativa della Costituzione e rispettando ogni virgola della parte prima – la riforma potrà perseguire meglio quei principi che sono oramai patrimonio comune di tutti gli italiani. Si tratta ora però di raccogliere le sfide di una competizione europea e globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici, più stabili.

Per tutte queste ragioni di metodo e di merito noi siamo convinti che la grande discussione nazionale che si apre in queste settimane e che continuerà fino alla vigilia della consultazione referendaria potrà persuadere i cittadini italiani della bontà della riforma approvata con coraggio dal Parlamento e della sua utilità per il miglior governo del Paese. Il sì potrà garantire meglio di qualsiasi altra scelta tutto questo.

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Leggi il testo completo del manifesto “Le ragioni del Sì”

Firmatari:
Andò Salvatore (Enna Kore)
Arconzo Giuseppe (Milano Statale)
Baldini Gianfranco (Bologna)
Barbara Malaisi (Macerata)
Barbisan Benedetta (Macerata)
Bardi Luciano (Pisa)
Bariatti Stefania (Milano Statale)
Bartolini Antonio (Perugia)
Bassanini Franco (Astrid/Roma La Sapienza)
Bassu Carla (Sassari)
Bertolino Cristina (Torino)
Bettiol Rodolfo (Padova)
Bifulco Raffaele (Luiss)
Bilancia Paola (Milano Statale)
Bin Roberto (Ferrara)
Bindi Elena (Siena)
Bologna Chiara (Bologna),
Bordignon Massimo (Milano Cattolica)
Boria Pietro (Roma La Sapienza)
Bottari Carlo (Bologna)
Brunazzo Marco (Trento)
Bruscardi Emiliano (Firenze)
Caielli Mia (Torino)
Calise Mauro (Napoli Federico II)
Calzolaio Simone (Macerata)
Camerlengo Quirino (Pavia)
Cammelli Marco (Bologna)
Campione Vittorio (Astrid)
Caravale Giulia (Roma La Sapienza)
Caravita di Toritto Beniamino (Roma La Sapienza)
Carboni Giuliana Giuseppina (Sassari)
Carli Massimo (Firenze)
Carrozza Paolo (Pisa Sant’Anna)
Caruso Corrado (Bologna)
Cassetti Luisa (Perugia)
Castelli Luca (Perugia)
Catelani Elisabetta (Pisa)
Caviglia Daniele (Roma Unint)
Cavino Massimo (Piemonte orientale)
Ceccanti Stefano (Roma La Sapienza)
Cecchetti Marcello (Sassari)
Cerulli Irelli Vincenzo (Roma La Sapienza)
Cester Carlo (Padova)
Chimenti Anna (Foggia)
Chiti Mario Pilade (Firenze)
Ciarlo Pietro (Cagliari)
Clementi Francesco (Perugia)
Cognetti Stefano (Macerata)
Conti Gian Luca (Pisa)
Cordini Giovanni (Pavia)
Costanzo Pasquale (Genova)
Cuocolo Lorenzo (Milano Bocconi)
Curreri Salvatore (Enna Kore)
Curti Gialdino Carlo (Roma La Sapienza)
D’Amico Giacomo (Messina)
D’Amico Maria Elisa (Milano)
D’Andrea Luigi (Messina)
D’Alessio Gianfranco (Roma tre)
De Acutis Maurizio (Padova)
De Bernardi Alberto (Bologna)
De Cesare Gianclaudio (Firenze)
De Muro Gianmario (Cagliari)
Del Re Andrea (Firenze)
Di Folco Marco (Roma Tor Vergata)
Di Maria Roberto (Enna Kore)
Di Nuoscio Enzo (Molise)
Di Plinio Giampiero (Pescara)
Diotallevi Luca (Roma tre)
Donati Filippo (Firenze)
Elefante Fabio (Roma La Sapienza)
Fabbrini Sergio (Roma Luiss)
Fabrizzi Federica (Roma Unint)
Fasano Luciano (Milano)
Fede Fabio (Camerino)
Ferioli Elena (Bologna)
Ferrara Antonio (Cnr)
Flores d’Arcais Marcello (Siena)
Francesco Pizzetti (Torino)
Franchini Claudio (Roma Tor Vergata)
Frosini Justin (Milano Bocconi)
Frosini Tommaso Edoardo (Napoli Suor Orsola Benincasa)
Furlan Federico (Milano Bicocca)
Fusaro Arianna (Padova)
Fusaro Carlo (Firenze)
Galetta Diana Urania (Milano)
Genta Tervanasio Enrico (Torino)
Gerotto Sergio (Padova)
Ghera Federico (Foggia)
Giuffré Felice (Catania)
Giupponi Francesco Tomaso (Bologna)
Grisolia Maria Cristina (Firenze)
Groppi Tania (Siena)
Grottanelli de’ Santi Giovanni (Siena)
Guidi Guido (Urbino)
La Spina Antonio (Roma Luiss)
Leone Stefania (Milano)
Lepore Amedeo(Napoli Sun)
Lippolis Vincenzo (Unint)
Longo Andrea (Roma La Sapienza)
Macrì Gianfranco (Salerno)
Malgeri Francesco (Roma La Sapienza)
Malgeri Giampaolo (Roma Lumsa)
Mancina Claudia (Roma La Sapienza)
Mancini Susanna (Bologna)
Mannoni Stefano (Firenze)
Marazzita Giuseppe (Teramo)
Marchi Michele (Bologna)
Marconi Pio (Roma La Sapienza)
Martinelli Claudio (Milano Bicocca)
Massari Oreste (Roma La Sapienza)
Mastromarino Anna (Torino)
Mattarolo Maria Giovanna (Padova)
Mayer Marco (Roma Link Campus)
Melis Guido (Roma La Sapienza)
Mengozzi Marta (Roma Tor Vergata)
Meoli Chiara (Roma Unitelma Sapienza)
Messori Marcello (Roma Luiss)
Mezzetti Luca (Bologna)
Miccù Roberto (Roma La Sapienza)
Morisi Massimo (Firenze)
Morlino Leonardo (Roma Luiss)
Morosini Francesco (Venezia)
Morrone Andrea (Bologna)
Moscarini Anna (Tuscia)
Natalini Alessandro (Napoli Partenope)
Nicotra Ida (Catania)
Olivetti Marco (Roma Lumsa)
Oliviero Maurizio (Perugia)
Palici di Suni Elisabetta (Torino)
Pandolfo Angelo (Roma La Sapienza)
Panebianco Angelo (Bologna)
Pasini Nicola (Milano)
Pasquino Pasquale (New York University)
Passarelli Gianluca (Roma La Sapienza)
Pescara Renato (Padova)
Petretto Alessandro (Firenze)
Petrillo Pierluigi (Roma Unitelma Sapienza)
Piciacchia Paola (Roma La Sapienza)
Pignatelli Nicola (Bari)
Pinto Ferdinando (Napoli Federico II)
Pisaneschi Andrea (Siena)
Pizzorno Stefano (Avvocatura dello stato)
Plutino Marco (Cassino)
Poggi Anna Maria (Torino)
Police Aristide (Roma Tor Vergata)
Pollicino Oreste (Milano Bocconi)
Pombeni Paolo (Bologna)
Puccini Giusto (Firenze)
Raffiotta Edoardo Carlo (Bologna)
Raniolo Francesco (Calabria)
Razzano Giovanna (Roma La Sapienza)
Ricciardi Mario (Milano)
Ridola Paolo (Roma La Sapienza)
Rinella Angelo (Roma Lumsa)
Rosa Francesca (Foggia)
Rossi Lucia Serena (Bologna)
Salvati Michele (Milano)
Schillaci Angelo (Roma La Sapienza)
Sciortino Antonella (Palermo)
Scuto Filippo (Milano)
Sterpa Alessandro (Tuscia)
Tabellini Guido (Milano Bocconi)
Tega Diletta (Bologna)
Tessitore Fulvio (Napoli Federico II)
Torchia Luisa (Roma Tre)
Traina Duccio (Firenze)
Traversa Silvio (Consiglio di Stato/Isle)
Treu Tiziano (Milano Cattolica)
Triggiani Ennio (Bari)
Tronconi Filippo (Bologna)
Ungari Andrea (Roma Guglielmo Marconi)
Urbani Paolo (Roma Luiss)
Vandelli Luciano (Bologna)
Vassallo Salvatore (Bologna)
Verde Giuseppe (Palermo)
Vespaziani Alberto (Molise)
Vesperini Giulio (Tuscia)
Vigevani Giulio Enea (Milano Bicocca)
Viglione Filippo (Padova)
Vigneri Adriana (Venezia)
Violini Lorenza (Milano)
Zaccaria Giuseppe (Padova)
Zatti Paolo (Padova)
Zwilling Carolin (Bolzano)

Da - http://www.unita.tv/focus/il-manifesto-dei-costituzionalisti-che-spiega-le-ragioni-
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