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Autore Discussione: GIANLUCA DI FEO. Lo spoil system della sicurezza  (Letto 2069 volte)
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« inserito:: Maggio 02, 2016, 04:19:21 pm »

Lo spoil system della sicurezza
Nel termine biennale delle nomine si intravvede una larvata sfiducia verso l'autonomia di comando di ufficiali e prefetti, che non avranno modo di impostare un vero cambiamento

Di GIANLUCA DI FEO
30 aprile 2016

LA DELICATEZZA della partita istituzionale che si è incardinata intorno alla volontà del premier di insediare il suo amico Marco Carrai a Palazzo Chigi è testimoniata dal doppio rinvio nella nomina. Alla fine Matteo Renzi ha dato ascolto alle osservazioni del Quirinale. E come tre mesi fa rinunciò a inserire Carrai nell'organigramma dell'intelligence, ieri ha desistito dal creare una struttura ad personam negli uffici della presidenza del Consiglio. Ma il capo del governo non si è certo arreso e intende comunque avere l'uomo di fiducia nel suo staff personale, come consigliere sulla cybersicurezza, ossia sulla protezione delle reti informatiche che permettono al Paese di funzionare e che custodiscono tutte le comunicazioni degli italiani. "Gli ho chiesto di venire a darmi una mano nel settore dei big data", ha confermato ieri sera.

È stata questa assenza, forse solo momentanea, a caratterizzare il pacchetto di promozioni annunciate ieri, una sorta di termometro sul rapporto tra governo e istituzioni. Quale sia la visione di Renzi emerge dalle motivazioni con cui ha presentato la decisione di limitare il mandato dei nuovi vertici a soli due anni, sostanzialmente dimezzando la durata attuale: "Nell'aprile 2018 dopo le elezioni ci sarà un altro governo. Siamo persone serie e vogliamo che chi verrà dopo di noi abbia lo spazio di fare nomine".

In pratica, si va verso l'applicazione dello spoil system anche nella guida di servizi segreti, corpi di polizia e forze armate: lo stesso meccanismo che ha generato effetti perversi nella gestione delle Asl, delle municipalizzate, di enti locali e aziende statali adesso sembra introdursi negli apparati che garantiscono la vita della democrazia. Con il potere politico che rischia di prendere il sopravvento sull'autonomia delle istituzioni, alimentando nel futuro prossimo cordate interne agli organi di sicurezza, di intelligence o militari più attente a compiacere la leadership che non - per usare un'espressione d'altre epoche - a servire lo Stato.

In questo limite temporale si intravvede anche una larvata sfiducia verso l'autonomia di comando di ufficiali e prefetti, che non avranno modo di impostare un vero cambiamento. Nemmeno nella notte della Repubblica, nemmeno nella stagione più cupa della strategia della tensione, era stato mai introdotto un vincolo del genere. E il termine biennale rappresenta anche un freno alle esigenze di riforma e operatività che - come lo stesso Renzi ha più volte ribadito - caratterizzano tutte le strutture pubbliche: due anni sono un periodo troppo limitato per ideare, definire e concretizzare qualunque innovazione. Certo, le figure designate ieri brillano per la qualità delle carriere e per gli incarichi svolti con successo per conto di governi differenti, come è accaduto nel caso di Alessandro Pansa e Franco Gabrielli, rispettivamente nominati al vertice dell'intelligence e della polizia. Mario Parente, il generale del Ros che ha diretto le indagini su Mafia Capitale, arriva alla guida del servizio segreto interno. L'ammiraglio Valter Girardelli passa dalla struttura del ministro Roberta Pinotti al comando della Marina, un percorso già seguito da altri ufficiali per incentivare la riforma "sinergica" della Difesa e superare le gelosie delle singole forze armate.

Ieri, Renzi ha più volte specificato che il pacchetto è ispirato da "una valenza istituzionale", privilegiando la promozione dei vice. Vero. Ma non manca quella che viene definita una "caratura di fiorentinità", ossia la nomina di Giorgio Toschi - a lungo in servizio nel capoluogo toscano - a numero uno delle Fiamme Gialle: l'unico nome su cui dal Quirinale sarebbero arrivati dubbi, subito superati, sia per le vicende giudiziarie del fratello sia per il legame con il generale Michele Adinolfi, la cui confidenza con il premier è stata colta pure dalle intercettazioni telefoniche.

© Riproduzione riservata
30 aprile 2016

Da - http://www.repubblica.it/politica/2016/04/30/news/lo_spoil_system_della_sicurezza-138756985/?ref=HRER2-1
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