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Autore Discussione: LUOGHI DELLA CULTURA e CULTURA DEI LUOGHI - Una sfida per due editori.  (Letto 7307 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Marzo 03, 2016, 02:27:16 pm »

LUOGHI DELLA CULTURA e CULTURA DEI LUOGHI

Lanciamo qui un invito che è anche una sfida:
possono due editori diversi tra loro (non poco) trattare un tema unico, ma di vaste opportunità di sviluppo?

Io penso di si, senza averne ancora parlato con gli interessati lancio qui l'idea-provocazione.

Nel nome della cultura si sono diffusi, a vari livelli di lettori, opere eccelse e cose meno "nobili".
Noi de LAU vogliamo dimostrare come in un confronto tra due editori impegnati nel trattare "cultura", da due punti di vista alternativi, possa emergere la volontà di nobilitare l'arte del leggere.

Ci impegniamo nel tentare di convincere gli interessati.


I PROTAGONISTI CHE SFIDIAMO:  

Edizioni Saecula. (Vicenza prov.).

Edizioni del Foglio Clandestino. (Milano prov.).


IL PRIMO LUOGO DELLA CULTURA CHE PROPONIAMO ALLE DUE EDITRICI:

LA CITTA' DI FERRARA.

ciaoooo

 
« Ultima modifica: Marzo 03, 2016, 02:37:50 pm da Arlecchino » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 04, 2016, 11:41:34 am »

Carlo Magno nell'analisi di Stefan Weinfurter
Di Luca Menichetti
28/02/2016

Le pagine dello storico Weinfurter ritraggono la figura di Carlo Magno da una prospettiva in larga parte inedita che guarda alle basi teoriche del suo potere.

Il titolo della biografia di Stefan Weinfurter, «Il santo barbaro», potrebbe far pensare ad un'analisi della figura di Carlo Magno tutta incentrata sulle contraddizioni dell'uomo e del suo potere. In realtà, se la struttura del saggio risulta piuttosto tradizionale (capitoli principali: "La Vita Karoli Magni e le altre fonti, Carlo il santo e il sacro impero, L'infanzia e la personalità di Carlo, La fine della concorrenza tra i correggenti, Le guerre per la fede e la causa dei buoni, L'esercizio del potere e i suoi strumenti, Le mogli, la prole e la questione della successione, Gli intellettuali, il sapere e l'univocità della fede, Le verità della Chiesa e l'autorità dottrinale di Carlo, Carlo imperatore e l'Oriente, Il vecchio Carlo e la verità del cuore), Weinfurter ha inteso indagare uno degli aspetti forse ancora poco approfonditi dell'epoca carolingia, un alto medioevo che ancora non conosceva un compiuto sistema feudale e che iniziava a riscoprire la cultura classica. L'obiettivo del nuovo potere era quello di «perseguire una disambiguazione dei più svariati ambiti della vita dell'uomo, di accreditare una suprema autorità dottrinale […] di puntare alla chiarezza e all'inequivocabilità del linguaggio, del modo di argomentare, di lavorare all'uniformazione dell'organizzazione politica, militare ed ecclesiastica» (p.13).  Un programma ambizioso da cui tutto il resto discendeva e che legittimava l'azione di Carlo Magno in un territorio - l'attuale Francia - che ancora era diviso tra le regioni di Austrasia Neustria, Borgogna e Aquitania.

Una biografia, questa, che include le cosiddette storie di Aquisgrana che presentano Carlo Magno anche come un uomo incline alle perversioni, succube della magia e propenso alla necrofilia e all'omosessualità» (p.49) con la consapevolezza che il mito re dei Franchi ha finito per far dimenticare il Carlo storico.

Stefan Weinfurter afferma innanzitutto che l'autorità regia, a cavallo tra l'VIII e il IX secolo, è stata mobilitata al fine di creare, anche al di fuori dei confini del regno, la massima legittimazione possibile. In questo senso, l'imperatore, malgrado le enormi resistenze soprattutto locali, è stato «il simbolo e l'incarnazione di una solidità istituzionale e di una certezza del diritto percepite come sommamente auspicabili»; e così «la santità conferiva non soltanto all'ordine morale, bensì anche a quello politico e giuridico, l'impulso della persistenza» (p.51).

Su questa linea possiamo leggere le pagine dedicate alle limitate anticipazioni del feudalesimo e al rapporto fiduciario che intercorreva con i vassalli del re. Di grande rilevanza, poi, la fioritura delle scienze esatte intorno all' 800, di fatto strumenti in mano a Carlo e al britannico Alcuino per imporre norme finalmente chiare. In questo contesto, "la norma della rettitudine" era: «la norma del bene, della correttezza e della precisione, del timore di Dio e della giustizia: era, in definitiva, la norma della verità» (p.186). Un passaggio, questo, che introduce la logica conseguenza dell'azione di Carlo Magno in rapporto a una Chiesa che metteva a disposizione del progetto imperiale la sua strumentazione concettuale: «agli occhi di Carlo mantenere il controllo sui dogmi della Chiesa rappresentava un obiettivo centrale, al quale era da collegare anche l'esortazione all'obbedienza nei suoi confronti che il sovrano aveva rivolto nel 796 al nuovo papa Leone III» (p.204). Un obiettivo, questo, che inevitabilmente voleva dire cristianizzazione, conquiste militari (leggiamo delle campagne contro i Sassoni, i Longobardi, gli Avari) e anche confronto con l'Impero romano d'Oriente, con l'Islam e con le complesse alchimie di potere presenti nella Roma dell'VIII secolo. Da questo punto di vista uno degli episodi più mitizzati, ovvero l'incoronazione del Natale dell'anno 800, viene letto ancora una volta in stretto rapporto con gli intenti di "disambiguazione". Come scrive Weinfurter, è probabile che il re Carlo non abbia gradito tempi e modi dell'incoronazione; e non soltanto per la presenza di un'ingombrante aristocrazia romana. La cerimonia presieduta da Leone III concedeva un tipo di dignità imperiale completamente nuovo: quello che successivamente ne emerse fu un impero totalmente diverso da quello antico, un impero petrino nella misura in cui era il papa che lo assegnava» (p.215).

Il saggio di Weinfurter, che si conclude con un Carlo Magno ormai al termine del suo percorso terreno, sostanzialmente insoddisfatto e consapevole di aver sottovalutato la forza delle pluralità territoriali e culturali, è corredato da un'ampia bibliografia: oltre cinquanta pagine che spaziano da Adalvino di Ratisbona ai contemporanei Karl Ferdinand Werner e Thomas Zotz.

Da - http://sintesidialettica.it/leggi_articolo.php?AUTH=19&ID=543
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« Risposta #2 inserito:: Marzo 04, 2016, 08:55:40 pm »

Carso. Boschi, mare e castelli. Scorci sul Golfo di Trieste
Attorno al capoluogo un piccolo mondo fatto di perle architettoniche e natura, di scorci sull'acqua e di borghi. Dalle falesie di Duino al sentiero di Rilke, una guida pratica

Di GIULIA STOK
04 marzo 2016

È un estremo lembo d’Italia, stretto tra i boschi sloveni e il golfo di Trieste: terra carsica, scavata da acque sotterranee nei millenni, tormentata geologicamente e storicamente. Su questo confine geografico, linguistico e climatico, in pochi chilometri di curve tra Duino e il capoluogo la costa regala perle architettoniche e naturalistiche, lussuosi castelli e deliziosi paesini.

San Giovanni al Timavo, spoglia e spirituale, benché a pochi passi dalla strada trafficata, accoglie nel suo involucro gotico i resti di mosaici di una basilica paleocristiana. Sorge in un luogo considerato sacro fin dall’antichità, ovvero accanto alle risorgive del Timavo, dove il fiume riemerge dal sottosuolo in una cornice sontuosamente verde. Proseguendo verso sud si raggiunge la baia di Duino, piccola e raccolta, sulla quale, davanti a una platea di barche di pescatori, si fronteggiano due storici ristoranti di frutti di mare. I giardini fioriti delle idilliache villette del paese sono un piacevole preludio al lussureggiante parco del Castello. Residenza dei Principi della Torre e Tasso, che ospitarono a inizio Novecento Rainer Maria Rilke (qui scrisse le Elegie Duinesi), oggi è ancora abitato dalla famiglia ma anche in parte aperto al pubblico. Tra glicini, alberi secolari, cespugli di erbe aromatiche, statue e reperti archeologici la vista si estende sul golfo fino alla costa di Grado e, nelle giornate più terse, al campanile di Aquileia. All’interno, in una sequela di stanze ovattate da colori caldi, si ammirano la scala a chiocciola del Palladio e una bella collezione di strumenti musicali, tra cui un fortepiano del 1819 suonato da Listz.

Gli scorci migliori sul castello si scoprono arrivando a piedi dalla vicina Sistiana, fermandosi ai punti di avvistamento delle Grande Guerra lungo il sentiero intitolato a Rilke. I lecci e i carpini neri sul mare diventano arbusti bassi e spinosi, la vegetazione balcanica si ammorbidisce in mediterranea e offre rifugio a fringuelli, ghiandaie, picchi, scoiattoli. E’ la riserva naturale delle falesie di Duino, area protetta 80 metri a picco sul mare. Guardando in basso si avvistano le reti per la mitilicoltura, in passato attività di sussistenza per gli abitanti di queste zone. Chi nasceva qui, e qui voleva restare, in passato poteva essere contadino, pescatore o minatore. La pietra calcarea della zona infatti è considerata pregiata fin dall’antichità, fu utilizzata perla basilica di Aquileia e per alcune residenze degli Asburgo. Oggi al posto della cava di Sistiana sorge Portopiccolo, nuovo borgo ecosostenibile con marina e hotel di lusso, mentre quella di Aurisina, poco oltre, è ancora in attività.

Ci avviciniamo alla grande Trieste, ma i paesi si fanno sempre più raccolti, inframmezzati da spiagge limpide e solitarie, raggiungibili scendendo centinaia di gradini. Santa Croce era famosa, ancora qualche decennio fa, per una tonnara cui partecipava tutto il paese, dirigendo le operazioni marittima dall’alto della falesia. A Contovello, una manciata di case con orti e giardini lussureggianti che digradano in una serie di ripidi terrazzamenti con vigne e alberi da frutto, il silenzio pare quasi magico. Nella luce del pomeriggio, Piazza Unità d’Italia si staglia così vicina da poterla toccare, l’Adriatico è calmo e sonnolento sotto il sole, e in fondo ai tunnel vegetali appare la perla del Castello di Miramare.

A un’altra epoca sembrano appartenere anche le osmize (da otto, in sloveno), rustiche mescite dove da fine Ottocento si serve vino di produzione propria per otto giorni l’anno, accompagnato da affettati, formaggi stagionati in grotta, semplici piatti caldi (per indirizzi, giorni e orari di apertura qui). Chi cerca un vino più raffinato, invece, vada direttamente a Prepotto, una frazione nell’entroterra di Sistiana. Qui tre aziende coraggiose, Edi Kante, Skerk e Zidarich hanno trasformato i difficili vitigni locali di un tempo in nettari da intenditori. Da non perdere la Vitovska, un bianco salino che sa di mandorla amara, e che cresce solo in una manciata di chilometri tra Sistiana e la Slovenia.

© Riproduzione riservata
04 marzo 2016

Da - http://www.repubblica.it/viaggi/2016/03/04/news/costa_triestina_duino_e_dintorni-134763944/?ref=HRLV-20
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« Risposta #3 inserito:: Marzo 04, 2016, 11:32:46 pm »

Quando eravamo arabi

... Oggi ricordiamo soprattutto le invasioni, ma fin dal IX secolo il mondo islamico ha profondamente influenzato la nostra cultura

Di Ursula Janssen -

Capitale dell'Emirato di Sicilia dall'831 al 1072, Palermo vantava oltre 300 moschee, tra cui quella su cui venne eretta l'odierna cattedrale a partire dal 1185. Oggi ne resta solo una colonna con un'iscrizione in arabo.

Quando il viaggiatore, storico e poeta andaluso Muhammad ibn Jubayr visitò Palermo nel mese santo del Ramadan dell’anno 1184 tornando dal suo pellegrinaggio alla Mecca, la veduta della città, che egli ben conosceva, lo lasciò stupefatto. Palermo era stata la capitale dell’Emirato di Sicilia per circa 130 anni e adesso, all’epoca della sua visita, era governata da re normanni cristiani:

"Essa è la metropoli di queste regioni; aduna in sé i due pregi: comodità e magnificenza. [Troverai quivi] ogni cosa che tu bramar possa, buona o bella […] Stupenda città; somigliante a Cordova per l’architettura […] un limpido fiume la spartisce; quattro fonti erompono da’ suoi lati. […] Le moschee loro sono innumerevoli: la più parte servono di scuola a’ maestri del Corano. […] In questo Cassaro vecchio son de’ palagi che […] abbagliano gli occhi con la loro bellezza [traduzione di M. Amari, da Biblioteca arabo-sicula, 1880]".

Oggi l’Islam è la seconda fra le religioni più praticate in Italia dopo il cattolicesimo. Ma la quota della popolazione che lo professa, l’1,4 per cento, è di fatto più bassa rispetto a 1.000 anni fa. La presenza musulmana in Italia data dal IX secolo, periodo in cui la Sicilia venne assoggettata dal califfato abbaside. Fu una presenza consistente già a partire dall’827, quando gli invasori giunti dall’Africa del Nord conquistarono Mazara del Vallo e Marsala (Marsa Allah, il “porto di Dio”), e si protrasse fino al 1300, anno in cui venne distrutto a Lucera l’ultimo insediamento musulmano.

© Riproduzione riservata

Da - http://www.nationalgeographic.it/wallpaper/2016/03/03/foto/quando_eravamo_arabi-3000450/1/?ref=HREN-1
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 07, 2016, 05:14:13 pm »

Nel mondo sta accadendo qualcosa di straordinario, ma molte persone non se ne sono accorte

Pubblicato: 18/12/2015 15:38 CET Aggiornato: 18/12/2015 15:38 CET

Molti di noi non si rendono conto che sono in atto cambiamenti straordinari.

Qualche mese fa mi sono liberato dalla società "a procedura standard". Ho spezzato le catene di paura che mi tenevano imprigionato in un sistema. Da allora, vedo il mondo da un'altra prospettiva, mi sono reso conto che tutto sta cambiando e che molti di noi (la maggior parte) ne sono inconsapevoli.

Perché il mondo sta cambiando? In questo post indicherò le otto ragioni che mi inducono a crederlo.

1. C'è sempre meno tolleranza verso l'attuale modello d'impiego.

Stiamo raggiungendo il limite. Le persone che lavorano con le grandi compagnie non sopportano più il loro lavoro. La mancanza di motivazione si fa sentire come se venisse da dentro di noi, simile ad un grido di disperazione.

Le persone vogliono uscirne. Vogliono mollare tutto. Pensate a quante persone sono disposte a rischiare con un'idea imprenditoriale, a chi si concede un anno sabbatico, a quante persone sono affette da depressione o esaurimento legati al lavoro.

2. Il modello imprenditoriale sta cambiando.

Negli ultimi anni, con l'avvento delle startup, migliaia di imprenditori hanno trasformato i loro garage in uffici per dare alla luce le proprie idee da miliardi di dollari. Al centro della nuova imprenditorialità c'era la necessità di trovare un investitore. Ottenere un finanziamento era come vincere la coppa del Mondo.
Ma cosa succede dopo aver ottenuto i fondi?

Torni ad essere un dipendente. Potresti aver coinvolto persone che non condividono il tuo sogno, che non sono d'accordo con il tuo obiettivo e ben presto... tutto gira intorno ai soldi. L'interesse economico diventa la spinta principale del tuo business.

Questo mette in difficoltà diverse persone. Startup eccellenti iniziano a fallire perché il modello incentrato sulla ricerca di denaro è incessante.
C'è bisogno di un nuovo modello d'impresa. Qualcuno lo sta già realizzando.

3. Aumenta la collaborazione.

Molte persone hanno compreso che non ha senso fare tutto da soli. In tanti hanno abbandonato la mentalità "chi fa da sé, fa per tre".

Fermati, fai un passo indietro e pensa. Non è assurdo che noi, 7 miliardi di persone sul pianeta, ci siamo allontanati sempre di più gli uni dagli altri? Che senso ha voltare le spalle alle migliaia, forse milioni di persone che vivono intorno a te, nella tua città? Ogni volta che ci penso mi sento triste.

Per fortuna le cose stanno cambiando. Le teorie dell'economia collaborativa sono sempre più seguite e questo ci dischiude nuove direzioni. La direzione della collaborazione, della condivisione, del sostegno reciproco, dell'unione.

È bellissimo rendersene conto. Mi commuove.

4. Finalmente capiamo davvero cos'è Internet.

Il web è una cosa straordinaria e solo adesso, dopo anni, ne stiamo comprendendo la forza. Grazie a Internet il mondo è aperto, privo di barriere e di separazioni. Ha reso possibile la solidarietà, la collaborazione, il sostegno reciproco.

Per alcune nazioni internet è stato il principale catalizzatore di vere e proprie rivoluzioni, come nel caso della Primavera Araba. Oggi in Brasile stiamo iniziando a fare un uso migliore di questo fantastico strumento.

Internet sta sferrando duri colpi al controllo delle masse. I grandi gruppi mediatici che controllano le notizie in base al messaggio che vogliono veicolare ed a quello che vogliono farci leggere non sono più gli unici "proprietari" delle informazioni. Seguiamo quello che vogliamo. Esploriamo ciò che ci interessa.

Con l'avvento di Internet, i "piccoli" non restano in silenzio. C'è una voce. L'ignoto viene alla luce. Il mondo è più unito. E il sistema può crollare.

5. Il consumismo sfrenato è diminuito.

Per troppo tempo siamo stati manipolati per consumare il più possibile. Comprare ogni nuovo prodotto sul mercato, l'ultimo modello di automobile, di iPhone, tonnellate di vestiti e scarpe. Praticamente tutto ciò su cui potevamo mettere le mani.

Andando controcorrente molte persone hanno capito di essere sulla strada giusta. Il "lowsumerism" (basso consumismo), una vita più lenta, il ritorno allo "slow food" sono solo alcuni esempi delle iniziative intraprese che ci mostrano l'assurdità del modo in cui organizziamo le nostre vite.

Sono sempre meno le persone che utilizzano l'auto o spendono più del dovuto. Mentre invece aumenta il numero delle persone che ricorrono allo scambio di indumenti (lo swapping), comprano oggetti usati, condividono risorse, macchine, appartamenti, uffici.

Non abbiamo realmente bisogno di tutto quello che ci impongono. La consapevolezza che esiste un nuovo modello di consumo può colpire al cuore delle società che si fondano sul consumismo esagerato.

6. Alimentazione sana e biologica.

Siamo stati così folli da accettare di mangiare qualsiasi cosa! Bastava che avesse un buon sapore, per noi andava bene.

Siamo stati così incoscienti che le aziende hanno iniziato ad avvelenare il nostro cibo e noi non abbiamo detto una parola.

Ma poi qualcuno ha iniziato a svegliarsi, rendendo possibile un’alimentazione sana e fondata sul biologico.
Questo cambiamento è sempre più forte.
Cos'ha a che fare con l'economia e con il lavoro? Praticamente tutto, direi.

La produzione di cibo gioca un ruolo chiave nella nostra società. Se cambiamo il nostro approccio mentale, le nostre abitudini alimentari e i nostri consumi, le multinazionali dovranno rispondere e adattarsi al nuovo mercato.

Il piccolo produttore è di nuovo importante per l'intera catena di produzione. Le persone stanno coltivando piante e semi nelle loro abitazioni.
Questo trend può dare nuova forma all'intero sistema economico.

7. Il risveglio della spiritualità.

Quanti dei vostri amici praticano Yoga? Quanti si dedicano alla meditazione? Ora tornate a 10 anni fa, quanti conoscenti erano dediti a queste attività?

Per troppo tempo abbiamo associato la spiritualità a persone "strane", mistiche.

Per fortuna anche questo sta cambiando. Siamo arrivati al limite della ragione e della razionalità. Ci siamo resi conto che affidandoci solo alla nostra parte cosciente non possiamo capire davvero tutto quello che succede intorno a noi. C'è qualcos'altro e sono certo che volete esplorare questo mistero.

Vogliamo capire come funzionano le cose, la vita. Cosa succede dopo la morte, cos'è questa energia di cui le persone parlano così tanto, cos'è la teoria dei quanti, come i pensieri possono essere materializzati e plasmare la nostra percezione della realtà. Cosa siano le coincidenze e il sincronismo, come funziona la meditazione, com'è possibile curarsi usando solo le mani, come queste terapie alternative (non sempre approvate dalla medicina ufficiale) possono funzionare davvero.

Le aziende permettono ai dipendenti di meditare. Nelle scuole si insegnano ai ragazzi tecniche di meditazione. Pensateci.

8.  L'ascesa del cosiddetto "un-schooling" come modello d'istruzione alternativo.

Chi ha creato questo modello d'insegnamento? Chi ha stabilito le lezioni che dobbiamo seguire? Chi ha deciso le lezioni del programma di storia? Perché non ci insegnano la verità sulle altre civiltà antiche?

Perché i bambini dovrebbero seguire un determinato insieme di regole? Perché dovrebbero osservare ogni cosa in silenzio? Perché devono indossare un'uniforme? E perché dobbiamo sostenere dei test per dimostrare quello che abbiamo imparato?

Il modello che abbiamo sviluppato non fa altro che formare dei seguaci del sistema. Che trasforma le persone in esseri umani ordinari e mediocri.

Per fortuna molte persone stanno lavorando per rivedere questo modello attraverso i concetti di unschooling (letteralmente imparare senza andare a scuola), "hackschooling" e homeschooling (nuovi modelli educativi, in cui ognuno può modellare il proprio insegnamento a seconda dei propri interessi e del proprio stile di apprendimento).

Forse non ci avete mai pensato e potreste restare scioccati. Ma il cambiamento è in atto.
In silenzio le persone si stanno risvegliando, rendendosi conto di quanto sia folle vivere in questa società.

Pensate a tutte queste nuove metodologie e provate a rintracciare ancora un po' di normalità in tutto quello che ci hanno insegnato finora. Non credo la troverete.

Sta succedendo qualcosa di straordinario.

Gustavo Tanaka è un autore e imprenditore brasiliano, che sta cercando di creare un nuovo modello, un nuovo sistema, per l'avvento di una nuova economia.
Questo blog è apparso per la prima volta su Huffington Post America ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo.

Da - http://www.huffingtonpost.it/gustavo-tanaka/nel-mondo-sta-accadendo-qualcosa-di-straordinario-ma-molte-persone-non-se-ne-sono-accorte_b_8837690.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
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« Risposta #5 inserito:: Marzo 12, 2016, 09:29:57 am »

MILANO da LUDOVICO IL MORO ad oggi. 

Il GHETTO DI VENEZIA da 500 anni fa ad oggi.

Restringiamo lo spazio della ricerca ... allargandolo.

ciaooo

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