Politica e valori
Le dannose faziosità sui diritti
Le unioni civili stanno diventando un caso da manuale su come la politica non dovrebbe affrontare leggi che riguardano i diritti
Di Luciano Fontana
Le unioni civili stanno diventando un caso da manuale su come la politica non dovrebbe affrontare leggi che riguardano i diritti. I diritti delle coppie, eterosessuali o no, dei bambini, delle famiglie e delle persone.
C’è un clima di contrapposizione ideologica, di scontro tra i partiti e dentro i partiti. Un fiorire di soluzioni e di proposte che durano lo spazio di un mattino: perché impraticabili o destinate a essere cancellate alla prima prova in un tribunale.
I diritti individuali e collettivi non dovrebbero mai essere merce di scambio politico. Andrebbero maneggiati con grande cura e con enorme attenzione ai cambiamenti della società e alle domande nuove che essa pone.
In questo caso si tratta dei diritti (e dei doveri) delle coppie omosessuali: la possibilità di dichiarare la loro unione all’ufficiale di stato civile con le conseguenze che ne derivano, ad esempio, in termini di reciproca assistenza, eredità, reversibilità della pensione. L’Italia arriva in grande ritardo, i Paesi europei hanno leggi; noi divieti, decisioni contrastanti della magistratura, scorciatoie legali per risolvere i problemi oltrefrontiera. Nonostante anche dalla Chiesa di Francesco siano arrivate importanti aperture sul tema dei diritti individuali delle coppie omosessuali.
Invece tutto sembra risolversi in un confronto affidato alla logica dello scontro interno al Pd e a Forza Italia, alla battaglia tra centrodestra e centrosinistra.
Oppure al desiderio del Movimento Cinque Stelle di esserci ma allo stesso tempo di marcare la propria radicale differenza rispetto agli altri. Una discussione che dovrebbe essere affidata al libero confronto dei parlamentari e alle loro coscienze diventa così l’occasione per un copione già visto mille volte, per alcuni aspetti sconfortante. E non aiutano certo scelte discutibili come quella del sito che ha pubblicato la lista dei cattolici contrari. Non ne abbiamo davvero bisogno.
Servono invece buone leggi che tengano conto dei cambiamenti della nostra società (non li cancelleremo, se non ci piacciono, imponendo proibizioni antistoriche), attente ai diritti di queste nuove coppie e a quelli dei bambini. Un principio che vale per i punti che sembrano ormai accettati quasi da tutti e per quelli che invece creano tensione. In particolare la stepchild adoption, la possibilità di adottare il figlio biologico del partner. Questo diritto esiste nella legislazione per le coppie eterosessuali, sarebbe molto complicato negarlo alle altre coppie. Soprattutto se al centro si mettono i bambini, i loro legami, i loro affetti e il loro benessere.
Chi si oppone a nuove regole paventa il pericolo che siano una scorciatoia per il via libera alla maternità surrogata, per trasformare la maternità e la paternità in un mercato, dove si paga per un figlio. La maternità surrogata è un reato, in Italia già previsto dalla legge. Ci sono gli strumenti per impedirlo. Non possiamo pensare che siccome non siamo capaci di farlo allora è meglio negare i diritti. Anche perché, e non è un punto di poco conto, le nuove regole dovranno essere coerenti, rispettose dell’uguaglianza di tutti i cittadini: non potranno contenere norme che nei prossimi mesi rischiano di essere cancellate o smantellate, una a una, dai tribunali della Repubblica.
È già accaduto con la Legge 40 sulla fecondazione assistita. Furono trasferiti nel testo i propri interessi di partito e le proprie preferenze: non ne è rimasto quasi più nulla. Se si continua nell’errore è inutile lamentarsi che poi a decidere sia sempre la magistratura. Le leggi sui diritti non si scrivono per prendere voti.15 gennaio 2016 (modifica il 15 gennaio 2016 | 07:25)
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http://www.corriere.it/politica/16_gennaio_15/dannose-faziosita-diritti-9e2799c8-bb4e-11e5-b830-d9b0b8f21c0e.shtml