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Autore Discussione: Mario Sensini I tagli ai ministeri? Solo sui progetti  (Letto 2090 volte)
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« inserito:: Ottobre 27, 2015, 04:30:59 pm »

LA LEGGE DI STABILITA’
I tagli ai ministeri? Solo sui progetti
Nella Relazione tecnica previsti 1,4 miliardi di risparmi sugli investimenti. Dalla Sanità 2 miliardi.
Il blocco del turn-over vale 43 milioni quest’anno e 156 il prossimo. Ai Caaf 100 milioni in meno

Di Mario Sensini

Poco più di 3 miliardi e 600 milioni di euro. Sui 27 miliardi che vengono movimentati dalla legge di Stabilità 2016, dove il grosso delle coperture arriva dall’aumento del deficit, tanto valgono i tagli alla spesa dello Stato centrale. I numeri sono quelli della Relazione tecnica allegata all’ultima bozza del testo, ancora all’esame del Quirinale e atteso al Senato lunedì. Dal comparto dei ministeri è atteso un risparmio di 1,6 miliardi sulla spesa corrente e di 1,4 sugli investimenti, per 3,1 miliardi complessivi. Considerati gli effetti indotti, la sforbiciata ai ministeri vale 3,4 miliardi di euro nel 2016, che scendono a 2,5 nel 2017 e a 1,7 miliardi l’anno dopo.

Naturalmente non è la spesa “viva” dei ministeri che viene decurtata, ma quella dei progetti che finanziano. Tra i 2,4 miliardi di tagli del Ministero dell’Economia, per esempio, c’è quello da 100 milioni l’anno ai Centri di Assistenza fiscale, ma anche la riduzione (ovvero l’utilizzo) del Fondo taglia tasse per 800 milioni. Il Ministero della Giustizia, da parte sua, risparmierà per esempio sugli onorari dei giudici di pace, i Trasporti sui trasferimenti alla Caremar, gli Esteri aumenteranno alcune tariffe consolari.

Il sacrificio vero imposto alla macchina del governo, cioè ai ministeri, si limita ad appena 103 milioni di euro, cioè al risparmio dovuto all’ulteriore spinta sulla centralizzazione degli acquisti. Poi ci sono i risparmi dovuti al blocco del turn-over, cioè delle assunzioni, nel settore pubblico: 43 milioni nel 2016, che salgono a 156 nel 2017. Altri tagli, per 23 milioni, riguardano gli stanziamenti per la Presidenza del Consiglio (ci sono 3 milioni in meno per l’editoria, 3,4 per il servizio civile, 3,7 per le aree urbane, 2,2 per la famiglia e 2,8 per le pari opportunità).

A chiudere il capitolo della «spending review» c’è l’ennesima cura dimagrante imposta agli enti non territoriali, dove spiccano i tagli all’Agenzia delle Entrate (16 milioni), alle Dogane (3,5 milioni), al Fondo universitario (20 milioni), al Fondo ricerca (14), all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (2,3), l’Istat (960 mila euro), la Corte dei Conti (674 mila), il Consiglio di Stato (375 mila).

Oltre a questi 3,6 miliardi, contribuiscono alla copertura della manovra anche i risparmi che saranno conseguiti sulla spesa sanitaria, che è a carico delle Regioni. Il Fondo, quest’anno pari a 110 miliardi, salirà a 111, invece che ai previsti 113,2 miliardi. Secondo la Relazione tecnica preparata dalla Ragioneria dello Stato, l’operazione si traduce in un miglioramento effettivo di 1,8 miliardi di euro dell’indebitamento netto, cioè del deficit pubblico. Dal comparto degli enti locali, ed in particolare dal pareggio di bilancio esteso a tutti, sempre secondo la Ragioneria, arriva un altro contributo positivo alla manovra. I comuni potranno spendere 400 milioni in più, le province e città metropolitane 400 in meno, le regioni dovranno risparmiare 1,8 miliardi, ma 1,3 gli verranno “abbonati”, scontandoli dalla vecchia manovra, per un effetto netto positivo di 500 milioni.

Secondo la Relazione tecnica, poi, dai giochi dovrebbe arrivare nel 2016 più di un miliardo di euro. L’aumento del prelievo sulle “slot machines” frutterà 600 milioni di euro, ai quali si aggiungono i proventi delle gare per il rinnovo delle concessioni delle sale giochi. Secondo la Relazione, che considera 10 mila agenzie vere e proprie e 5 mila “corner” negli esercizi commerciali, dovrebbe venire un gettito “una tantum”, nel 2016, di 410 milioni di euro. Dalle gare per il Bingo si attendono 73,5 milioni e altri 24 dalle 120 concessioni per il gioco a distanza.

Nel frattempo sarà riaperta la regolarizzazione fiscale per le “slot” in nero. Erano attesi 187 milioni nel 2015, ma l’adesione è stata bassissima. La stessa Relazione spiega che l’operazione non era conveniente, visto che la nuova gara del 2016 equivale di fatto a una sanatoria. Il bello è che continua a non esserlo, tanto che dalla riapertura dei termini non sono attesi incassi.

25 ottobre 2015 (modifica il 25 ottobre 2015 | 08:19)
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Da - http://www.corriere.it/economia/15_ottobre_25/i-tagli-ministeri-solo-progetti-a4cbfc20-7ae3-11e5-901f-d0ce9a6b55d1.shtml
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