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Autore Discussione: Parcella da 4 milioni CASO SERENISSIMA ...  (Letto 3922 volte)
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« inserito:: Ottobre 25, 2007, 04:53:30 pm »

CASO SERENISSIMA 

Parcella da 4 milioni

L'Udeur in Parlamento all'attacco di Di Pietro
 
 
Non si fermano gli sviluppi sul caso della maxi-parcella da 4 milioni che la società Brescia-Padova ha pagato all'avvocato veronese Ascione per ottenere una proroga della concessione autostradale. Dopo l'apertura di un'indagine da parte della Procura scaligera, anche la Corte dei conti ha iniziato un'istruttoria analoga. La vicenda inoltre è sempre più politica: dopo le interrogazioni dei senatori di Forza Italia, Bonfrisco, Casellati, Zanettin e Scarpa, ieri è stata la volta del deputato vicentino e capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris, il quale ha anche chiesto al ministro Di Pietro se è vero che quel legale «prima di esercitare la professione di avvocato, era un Pubblico ministero che nel 1995 ha chiesto l'archiviazione delle accuse di Sergio Cusani, imputato di Tangentopoli, contro l'allora magistrato Antonio Di Pietro per abuso in atti d'ufficio e diffamazione».

Le grandi falcate si sono sostituite ai passi felpati. La parcella milionaria pagata dalla società autostradale Serenissima all'avvocato veronese Guglielmo Ascione almeno un effetto lo ha avuto: ha innescato l'accelerazione di una lunga serie di pratiche aperte sulla gestione della Brescia-Padova. Giudiziarie, economiche e politiche.
Cominciamo dalle prime. Il procuratore capo di Verona Guido Papalia, per esempio, ha avviato un'indagine conoscitiva. Ma non è l'unica magistratura ad essersi attivata: anche la Corte dei conti regionale veneta ha aperto un fascicolo sulla base dell'inchiesta delGazzettino. Il Procuratore capo Carmine Scarano ha infatti già assegnato a uno dei suoi vice l'incarico di verificare la possibile esistenza e la conseguente entità di un danno erariale. Il magistrato contabile non nasconde la propria perplessità per la vicenda, anche se rileva che proprio nei giorni scorsi un'analoga indagine per una vicenda simile avanzata dalla Corte veneziana è stata respinta da Roma: la Corte dei conti nazionale avrebbe infatti valutato che anche di fronte a parcelle esorbitanti sia difficile sindacare su base legale la valutazione economica di prestazioni professionali. Insomma, ciascuno è libero di spendere qualunque cifra; la perplessità comunque rimane ed è legata al fatto che i soldi in questione sono pubblici, ovvero dei cittadini, per il 60,44\% (la quota azionaria in mano agli enti locali).

TRASPARENZA Ma questo non sembra essere un problema per alcuni dei protagonisti della vicenda. Non lo è per l'avvocato Ascione, il quale ha fatto sapere che si è trattato «di un'attività trasparente e verificabile», e anzi che simili risultati «generano molte reazioni soprattutto da parte di chi i risultati li consegue attraverso metodi estranei alla pura e semplice professionalità»; il legale però non specifica quali siano questi "metodi estranei".

VELENOForse una risposta potrà venire dalla serie di interrogazioni parlamentari che stanno piovendo sul tavolo del ministro Antonio Di Pietro; dopo quella dei senatori di Forza Italia Bonfrisco, Casellati, Zanettin e Scarpa, ieri è stata la volta del deputato vicentino e capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris il quale ricalca le domande sui criteri che hanno portato al pagamento di quella parcella, e in coda aggiunge un pizzico di "veleno" al quale probabilmente non è estraneo lo scontro in atto tra Di Pietro e il leader della stessa Udeur, Clemente Mastella: «L'avvocato Guglielmo Ascione - scrive Fabris - secondo quanto apparso nella stampa nazionale, prima di esercitare la professione di avvocato penalista, era un Pubblico Ministero che nel 1995 ha chiesto l'archiviazione delle accuse mosse da Sergio Cusani, imputato di Tangentopoli, nei confronti dell'allora magistrato Antonio di Pietro per abuso in atti d'ufficio e diffamazione». Perciò il deputato vicentino vuol sapere dallo stesso Di Pietro «se corrisponda al vero quanto descritto dalla presente interrogazione e se sì cosa ne pensi e quali valutazioni intenda esprimere al riguardo; inoltre, se e quali iniziative saranno assunte dal Ministro per limitare l'entità finanziaria di tale parcella considerato che le risorse gestite dalla Società delle Autostrade Brescia-Padova, Società partecipata in maggioranza da enti pubblici, derivano da un concessione pubblica e i fondi che la stessa società utilizza provengono dalla riscossione delle tariffe autostradali previsti dai piani finanziari autorizzati e controllati da Anas».

MERLIN In attesa della risposta di Di Pietro, sarebbe stato interessante ascoltare le risposte di chi a suo tempo avallò come presidente del Cda l'assegnazione dell'incarico all'avvocato Ascione: Aleardo Merlin. Ma il predecessore di Manuela Dal Lago ha seccamente risposto che «non ho niente da dire su questa vicenda, non parlo». Neanche dopo che la Dal Lago ha fatto capire di aver solo preso in carico una decisione avallata da lui? «La Dal Lago non ha scaricato niente e nessuno. Non parlo, e basta».

POLTRONE Ne hanno parlato comunque i rappresentanti del Patto di sindacato di Serenissima che si sono riuniti ieri pomeriggio per decidere come adeguare il Cda al diktat inserito nella scorsa Finanziaria dal ministro Lanzillotta, che impone la riduzione dei consiglieri di nomina pubblica nelle società partecipate. L'orientamento emerso è quello di chiedere che la parcella venga liquidata dall'Ordine degli avvocati: così sarà un organismo autonomo a valutare la congruità della cifra richiesta. Quanto alle poltrone, il Patto ha deciso all'unanimità di dimezzare i consiglieri di nomina pubblica, che così scenderanno da 10 a 5; i consiglieri privati saranno 3, e 1 posto sarà riservato alle Camere di commercio per un totale di 9 poltrone. La proposta di modifica dello Statuto sarà ratificata dal Cda che si riunirà domani, e sarà presentata all'assemblea dei soci del 6 novembre. Ci sarà quindi un rappresentante per ogni territorio, da Padova a Brescia. Ma è stato anche valutata l'opportunità di trasferire nel Patto di sindacato, al quale partecipano tutti gli azionisti di maggioranza pubblici, il potere di indirizzo; il Cda di fatto diventerebbe un esecutore.

Ario Gervasutti

Alda Vanzan
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