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Autore Discussione: Elisa SOLA. Faletti, parla l’amico Cotto: «Prendeva in giro la sua malattia»  (Letto 2152 volte)
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« inserito:: Luglio 07, 2014, 12:07:38 am »

IL RICORDO DELL’AMICO scrittore
Faletti, parla l’amico Cotto: «Prendeva in giro la sua malattia»
Lo scrittore ha passato l’ultima notte in ospedale con Faletti. Erano amici da molto tempo: «Giorgio diceva, “Se togli a un artista l’illusione dell’immortalità gli togli tutto”»

Di Elisa Sola

Giorgio Faletti non è morto da solo. Vicino al suo letto, in camera nel reparto di radioterapia oncologica dell’ospedale Molinette di Torino, oltre alla moglie Roberta c’era un dei suoi amici più cari. Massimo Cotto, giornalista, artista, assessore alla Cultura del comune di Asti. Amico, soprattutto. «Giorgio era così, una persona straordinaria», racconta. «Diceva sempre che un comico per una battuta venuta bene darebbe via la casa. E con la malattia ha fatto lo stesso. Non l’ha mai presa seriamente». «Lo prendeva in giro, il suo tumore. Da cinque mesi, dal giorno in cui ha saputo di averlo, non ne ha mai parlato seriamente. Non l’ho mai sentito una sola volta. Ho passato un periodo a Los Angeles con lui, quando si faceva curare in America. Ricordo che una sera gli ho proposto di fare una foto con me, insieme ad altri. E lui scherzando ci ha detto: «Eh si dai, così potrete dire quando la guarderete, vedi, quando c’era Giorgio». Era così. Sorrideva. «Ci faceva ridere e piangere. E nella vita era in perfetto equilibrio tra questi due estremi. Penso che sia questo il senso di un artista vero».

Musica e cucina
«Sono felice di averlo spinto a tornare a cantare» ricorda Cotto, che con l’amico ha condiviso, oltre all’arte, l’amore per la cucina e per la sua terra, l’astigiano. «A casa sua a d Asti passavamo lunghe serate insieme. Lui era un ottimo cuoco. E dopo cena si metteva alla tastiera. Per gli amici. Una volta, un anno fa, o forse più indietro nel tempo, gli ho detto: Giorgio, è venuto il momento di rifarlo davvero. E mi ha dato retta». «Siamo stati insieme la scorsa notte, ma senza parlare. Perché era da un po’ di giorni che non aveva più coscienza, in ospedale. Le ultime cose che ci siamo detti erano parole semplici, sulla vita di tutti i giorni. Giorgio parlava dell’Italia, della musica, degli amici. Esattamente come quando stava bene. Una frase però ricordo, in particolare, adesso. Eravamo a Los Angeles. Era, penso, il sei aprile. Lui stava ancora bene. Aveva un grande appetito e un’energia incredibile. Allora l’ho guardato, mentre mangiava, e gli ho detto: «Certo che il tumore non ti ha tolto l’appetito». E lui per l’unica volta mi ha parlato da serio. E ha detto: «Una sola cosa mi ha tolto il tumore. La progettualità. E se tu togli a un artista l’illusione dell’immortalità quando è in vita, allora gli togli tutto». «E adesso - ha aggiunto Giorgio - questa è l’unica cosa che mi angoscia». «E’ stato in quel momento, solo allora, che per un attimo l’ho visto abbandonato».

«Ha scritto fino alla fine»
Giorgio Faletti non ha mai smesso di scrivere. Non ha mai smesso di essere un artista. Fino alla fine. Massimo Cotto lo ha seguito mentre scriveva e raccoglieva alcune sue canzoni, oggi inedite. Erano state scritte per L’ultimo giorno di sole, uno spettacolo teatrale a cui Faletti teneva moltissimo, e che non è riuscito a mandare in scena. Tra i titoli dei singoli brani, “L’ultimo giorno di sole’”, “Ave maria”. «Non sapeva di essere malato quando le ha scritte - spiega l’amico - Eppure i titoli lasciavano presagire qualcosa. L’inconscio a volte arriva un attimo prima della vita reale».

4 luglio 2014 | 17:13
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Da - http://www.corriere.it/spettacoli/14_luglio_04/cotta-giorgio-era-comico-non-ha-mai-preso-seriamente-malattia-3fc350ca-038a-11e4-a610-3e4fd1a573b7.shtml
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