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Autore Discussione: Il sessuologo, dott. Vincenzo Puppo, ritiene che il Punto G sia una bufala.  (Letto 4129 volte)
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« inserito:: Agosto 06, 2014, 04:35:46 pm »

Lifestyle

06/05/2014 - Gratis online libro sul Punto G
La più grande bufala mondiale degli ultimi 30 anni: il Punto G
Il Punto G (G-spot) non esiste e il sessuologo Vincenzo Puppo mette la parola fine a quello che considera soltanto un business contro la salute sessuale delle donne. Come e perché è nato il mito

Il sessuologo, dott. Vincenzo Puppo, ritiene che il Punto G sia una bufala. A questo riguardo ha anche pubblicato un libro gratuito. Foto: Puppo V. ISRN Obstet Gynecol 2011. Creative Commons Attribution License


Il famoso, forse troppo, Punto G, esiste o non esiste?
Secondo il dott. Vincenzo Puppo, medico-sessuologo, ricercatore-scrittore, del Centro Italiano di Sessuologia, no. E per mettere la parola fine su quella che lui ritiene una bufala mondiale e un business contro la salute sessuale delle donne, ha pubblicato un ebook gratuito, che tutti dovrebbero leggere.

Per capire meglio, ci rivolgiamo direttamente all’esperto.
Dott. Puppo, perché ha pubblicato gratis un libro sul punto G?
«Da anni io denuncio questa “bufala”. Ho pubblicato diversi articoli specialistici che spiegano come il punto G (G-spot) non esista, ma purtroppo si continua a parlare di questo argomento nei mass-media, quindi per mettere la parola “fine” a questa che per alcuni è una frode scientifica, ho deciso di scrivere un libro con tutta la storia del punto G. Ho così messo a disposizione online un Pdf (150 pagine e 30 figure) scaricabile immediatamente gratis, per poter essere letto bene sia nei computer che in tutti i dispositivi connessi a Internet come tablet, smartphone, e-reader ecc. Così ora non ci possono essere più giustificazioni se si continua a parlare del punto G sia nei mass-media, che tra i sessuologi/psicologi ed esperti di medicina sessuale».

Dott. Puppo, cosa intende per la “storia” del punto G?
«Nel libro spiego come è stato inventato 30 anni fa, ossia come gli articoli specialistici pubblicati nel 1981 da una rivista internazionale di sessuologia su questo argomento non avessero basi scientifiche, articoli che sono rimasti fino a oggi la fonte bibliografica principale delle citazioni in tutti i libri e articoli specialistici sul punto G, e quindi anche nei mass-media. Ho fatto questo perché nessuno ha mai letto e controllato il testo completo di questi articoli, ma si è sempre divulgato solo le interviste degli autori che hanno inventato il punto G, principalmente Beverly Whipple, una infermiera, che quindi non aveva studiato l’anatomia sessuale femminile in testi specialistici – e questo spiega anche i molti errori scientifici presenti nei suoi articoli e libri».

«Poi spiego come negli ultimi anni il punto G sia stato divulgato da Emmanuele Jannini, un andrologo – e infatti anche nei suoi articoli, pubblicati dal Journal of Sexual Medicine di Irwin Goldstein, ci sono molti errori scientifici – e da Odile Buisson, specialista in ecografia, e questo è una aggravante per lei perché i suoi errori sull’anatomia sessuale femminile non hanno giustificazioni: la clitoride non ha rapporti anatomici con la vagina e non esiste una clitoride “interna”! Poi è stato divulgato da molti altri “esperti”, tra cui purtroppo anche alcuni ginecologi – vedi tra gli altri, Adam Ostrzenski, anche lui pubblica articoli sul punto G con molti errori scientifici, alcuni anche molto divertenti: nel Journal of Sexual Medicine ha scritto, e nessuno lo ha corretto, che era stato scoperto il gene del punto G, “fraintendendo” un articolo di genetica… – che fanno la chirurgia estetica vaginale che non ha nessuna indicazione medica, vedi in questo caso, l’ampliamento del punto G completamente inutile per le donne. In Italia vedi, per fare solo alcuni esempi, gli articoli e interviste nei mass-media di Chiara Simonelli e Alessandra Graziottin. Chiaramente per molti di questi “esperti” esistono conflitti di interesse: per loro il punto G era ed è ancora oggi un business, aggiungo io, contro la salute sessuale delle donne».

Ma il punto G non era stato scoperto nel 1950 da Grafenberg?
«Questo è quello che hanno sempre detto, e continuano a dire Beverly Whipple e gli ”altri” nei loro articoli e nei mass-media, ma non è vero: anche per l’articolo di Grafenberg del 1950, nessuno ha mai letto il testo completo, nessuno ha mai controllato le affermazioni della Whipple e altri, tutti i mezzi di comunicazione (e colleghi) si sono sempre fidati di loro; io invece come ricercatore (è un dovere!) controllo sempre le bibliografie, e così circa 15 anni fa mi sono letto tutto l’articolo (nel libro ho inserito per sicurezza proprio l’originale), rimanendo stupito del fatto che Grafenberg non ha descritto nessun “punto” vaginale sensibile!».

Dott. Puppo, di cosa parla l’articolo di Grafenberg?
«Il suo articolo del 1950 descrive alcuni casi di masturbazione uretrale femminile e maschile, e il corpo spugnoso dell’uretra femminile, infatti il titolo dell’articolo è “Il ruolo dell’uretra nell’orgasmo femminile”, non della vagina. Grafenberg inoltre parla anche di piacere anale e cunnilingus (ed eravamo nel 1950…) che facilita l’orgasmo in tutte le donne, ma non di un orgasmo delle ghiandole uretrali: è un dato di fatto che non esiste nessuna immagine anatomica ed ecografica del punto G, e le ghiandole dell’uretra (prostata femminile) non possono scatenare un orgasmo».

«Emmanuele Jannini, e altri, hanno dichiarato nel 2008 di aver fotografato il punto G, ma nell’articolo pubblicato dal Journal of Sexual Medicine non c’è nessuna foto del punto G! La controversia sul punto G è una bufala mondiale, i sessuologi discutono da 30 anni su “niente”. Beverly Whipple e altri, nei loro articoli hanno mescolato le parole di Grafenberg scritte nelle pagine 146 e 147 del suo articolo, confondendo il corpo spugnoso dell’uretra femminile descritto da Grafenberg, con le ghiandole uretrali. Questi autori potrebbero anche essere accusati di aver utilizzato il nome di Grafenberg per dare l’impressione che i loro studi avessero una base scientifica. Il punto G non deve essere più identificato con il nome di Grafenberg».

A questo punto, alle donne che ci hanno creduto e che dicono di provare l’orgasmo del punto G, cosa dice?
«Che usano “punto G” e “orgasmo vaginale” perché questi sono i termini che usano i sessuologi, ma l’orgasmo è sempre scatenato in TUTTE le donne dagli organi erettili femminili (pene femminile).

Che differenza fa per una donna che ha l’orgasmo con il pene/dita in vagina se invece di chiamarlo orgasmo vaginale o del punto G, si chiama, correttamente dal punto di vista fisiologico, orgasmo femminile? Non fa nessuna differenza, ma lo fa invece per la stragrande maggioranza delle donne del mondo che così non si sentiranno più anormali o inferiori. I sessuologi, e i mass-media, NON devono più usare i termini orgasmo vaginale e punto G.

«Si possono avere orgasmi, in tutte le donne e a tutte le età, anche con le dita in vagina (e anche con un dito nell’ano, che facilita l’orgasmo come scriveva Grafenberg) che si muovono circolarmente, non si deve cercare solo un punto, perché altrimenti non si ottiene niente (il punto G NON esiste): è tutta l’uretra femminile che è sensibile (con gli altri organi erettili), si deve muovere tutta la mano (e polso), non solo il dito, stimolando contemporaneamente anche la clitoride (che esiste in TUTTE le donne) con le altre dita, cosa che si può fare anche durante i rapporti vaginali, è normale farlo (in tutte le posizioni), e i sessuologi, in educazione sessuale, devono sempre spiegare ai maschi come stimolare la clitoride e le piccole labbra».

Certo, i miti (anche se demistificati) spesso sono duri a morire, e quello del Punto G è probabile resterà anche per molto tempo: anche e soprattutto perché c’è chi continua a mantenerlo in vita.
Speriamo solo che, prima o poi, si faccia chiarezza una volta per tutte e che coloro che si definiscono scienziati si mettano d’accordo su quanto sia davvero definibile scienza e quanto mito.

Il libro sul Punto G del dott. Vincenzo Puppo si può scaricare gratis QUI.

Riferimenti
- Puppo V. (2014): G-spot (Punto G - Point G) does not exist: claims published by Beverly Whipple, Emmanuele Jannini, Odile Buisson, Helen O’Connell et al. have no scientific basis. Journal Sexual Medicine and Irwin Goldstein vs women sexual health. Is G-spot a scientific fraud? Gratis qui.
- Puppo V. (2011): Anatomy of the clitoris: revision and clarifications about the anatomical terms for the clitoris proposed (without scientific bases) by Helen O’Connell, Emmanuele Jannini and Odile Buisson. ISRN Obstet Gynecol. 261464, 5 pp. Gratis qui.
- Puppo V. Audio Slides European Journal of Obstetrics and Gynecology 2014. Gratis qui.
- Puppo V. Amazon Author Page (6 ebook).
- Puppo V. ResearchGate.
- Puppo V. La sessualità umana e l’educazione a fare l’amore. Con Aggiornamenti 2011 (47 figure). Ebook in Amazon/kindle qui e in Google Play (disponibile anche in pdf) qui.

Da - http://www.lastampa.it/2014/05/06/scienza/benessere/lifestyle/la-pi-grande-bufala-mondiale-degli-ultimi-anni-il-punto-g-9oTzctTQ67YMT7q2wdQ4JN/pagina.html
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