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Autore Discussione: Legge Merlin, quando i contrari dicevano: “Il cervello della donna pesa meno”  (Letto 3749 volte)
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« inserito:: Maggio 01, 2014, 07:08:26 pm »

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Legge Merlin, quando i contrari dicevano: “Il cervello della donna pesa meno”
Il racconto del dibattito parlamentare che affrontò l'abolizione delle case chiuse conteneva passi da antologia: "La donna di grande ingegno è per lo più sterile"

Di Fabrizio d'Esposito | 29 aprile 2014

La femmina intesa come mamma e moglie dalla moralità ineccepibile, poi le puttane e i casini. L’Italia degli anni ‘50 che affronta l’abolizione delle case chiuse è un Paese che si divide sulla concezione del sesso e delle donne. Gianna Preda e Mario Tedeschi, per il Borghese, pubblicarono nel 1971 un diario sul Ventennio della pacchia. Dal 12 dicembre 1948: “Si discute il progetto di legge sulla regolamentazione della prostituzione presentata dalla senatrice Merlin. Tutti i colleghi di ogni settore la guardano divertiti e con vago compatimento. Essi non sanno il potere straordinario di una zitella onesta e innocente”. Nel 1948, Angelina Merlin detta Lina aveva 61 anni ed era socialista. La legge venne approvata due lustri dopo, nel 1958, da un fronte trasversale: Dc, Pci, Psi e Pri. Contro: i monarchici, il Msi, il Pli e i socialdemocratici. I resoconti parlamentari offrono un efficace affresco di quei tempi.

L’educazione alla castità, l’amore come fiamma nobile
Senato, 28 settembre 1949. Mario Cingolani, classe 1883, Dc, insegnante e agricoltore: “Parecchi fra noi vogliono che le giovani generazioni siano educate in questa maniera, non abbiano gli occhi bendati ma la consapevolezza di una educazione alla castità che è educazione alla responsabilità, alla verità, all’educazione pre-matrimoniale fino all’altezza suprema del matrimonio in cui la donna abbia uno sposo degno di lei: fiamma viva e pura, che consideri l’amore cosa seria e nobile, e non una ‘bevuta di un bicchiere d’acqua’”.

Quarantré milioni di coiti. Meretrici di casino e no
Senato, 16 novembre 1949. Gaetano Pieraccini, classe 1864, Unità socialista, medico: “Il mio discorso sarà forse un po’ lungo e particolareggiato; d’altra parte credo di essere il solo a difendere il bordello, e quindi mi vorrete scusare. Faccio una comparazione fra le tre diverse fonti femminili di contagio: donne di postriboli, meretrici vaganti tesserate, meretrici clandestine. (…). Ora voglio fare un rilievo che riguarda in particolare lei, onorevole Merlin. Ella ha parlato di 100 sedute d’amore al giorno per ogni donna di postribolo; ciò non è possibile, è una esagerazione, perché se si realizzassero 100 coiti al giorno, calcolando anche 15 minuti per ciascuna seduta, 100 sedute richiederebbero 25 ore! Abbassiamo il tempo della ricreazione: portandolo a 10 minuti; ci vogliono sempre 17 ore circa. Per contro le libere possono praticare 2-4 amplessi al giorno, perché costoro debbono dare la caccia ai clienti; ma supponiamo pure 6 sedute al giorno. Ora, quando noi affermiamo che le meretrici dei postriboli danno un minor numero d’impestati che quello dato dalle girovaghe, pure segnando alle postribolanti un numero di sedute pro die tanto superiore a quello raggiunto dalle libere vaganti (io ho calcolato 30 in media le sedute delle casineggianti, e, per essere generoso, ho ammesso 6 sedute al giorno per le altre), voi avete un minor numero di amplessi e un maggior numero di sacrificati alle malattie veneree. Se le casineggianti sono 4mila – e su questo punto siamo tutti d’accordo, o meglio sono d’accordo le statistiche – con trenta sedute al giorno per ciascuna si arriva in Italia a 120mila coiti pro die, e se si considera il periodo di un anno si giunge alla cifra di 43 milioni e 800mila coiti. Queste cifre, ripeto, sono veramente significative se si considera che di fronte a tanti rapporti sessuali delle casineggianti, e a un assai minor numero di rapporti di meretrici libere, queste ultime danno un numero molto ma molto più alto d’impestati. E perché allora si debbono chiudere i postriboli?”.

L’imene come organo transitorio anti-insetti
Ancora Pieraccini, nella stessa seduta: “C’è poi un’altra questione: in certi Paesi non esistono preconcetti o pregiudizi sessuali: per esempio, sulla verginità delle donne. L’imene è considerata giustamente come un organo transitorio. Arrivati a una certa età, l’epoca pubere, l’imene ha terminato la sua funzione, perché è sostituita dalla produzione pilifera: l’imene prima, poi la produzione pilifera servono di protezione all’ingresso di parassiti, specialmente insetti, negli organi genitali. Ma queste considerazioni ci trascinerebbero in altro campo, e non è oggi il caso di fermarcisi sopra. In ogni modo si riferiscono a popolazioni nordiche europee, dove si riconosce piena libertà alla vita sessuale”.

I lenoni esistono da Adamo ed Eva
Senato, 17 novembre 1949. Raffaele Caporali, classe 1866, Dc, docente universitario e medico: “I lenoni ci sono stati sempre e sempre ci saranno. Se me lo permettete cito la storia del vecchio testamento. Adamo ed Eva nel paradiso terrestre caddero nella colpa a causa del lenone che fu il diavolo trasformato in serpente per convincere Eva, la quale a sua volta convinse Adamo a mangiare quel tale pomo che ci è rimasto qui nella gola. (Ilarità). I lenoni esisteranno sempre perché l’umanità è quella che è: sofferente, piena di bisogni e anelante al piacere! Parliamoci chiaro: non ci scandalizziamo ipocritamente!”.

Il cervello della donna pesa meno di quello dell’uomo
Ancora Caporali, nella stessa seduta: “Il cervello pesa 1157 grammi nell’uomo e 995 nella donna secondo il celebre anatomista Broca. (…). L’intelligenza è minore nella donna, che non ha mai avuto geni come un Dante, un Leonardo, un Raffaello, pure avendo avuto Giovanna D’Arco, Madame Curie, Santa Caterina da Siena e Madame Lebrun nella pittura. La donna di grande ingegno è per lo più sterile. L’eunuco non ha mai avuto un genio. Le prostitute difficilmente escono incinte”.

Prostitute e sante le Taidine del Cottolengo
Senato, 17 novembre 1949. Italo Mario Sacco, classe 1886, Dc, insegnante e avvocato: “Io non so quanti degli onorevoli colleghi sappiano chi siano le Taidine, da Taide, che Dante qualificò in quel modo che tutti sanno; le Taidine costituiscono in quell’oasi di dolore, di carità, di espiazione che è il Cottolengo di Torino, una famiglia religiosa; sono tutte ex meretrici, esse vivono tutto il giorno e tutta la vita che rimane loro, coperte da veli per cui la loro fisionomia è ignota; nessuno più le riconosce, in questo modo espiano la colpa di essersi troppo disvelate in passato. Sono non soltanto recuperate, ma sante”.

Esigenze fisiologiche e omosessualità al fronte
Camera, 28 gennaio 1958. Alfredo Cucco, classe 1893, Msi, docente universitario e medico: “Io non ho avuto il bene di conoscere la senatrice Merlin; ma ebbi occasione di conoscere un suo fratello durante la prima guerra mondiale: un autentico eroe. Ci trovammo insieme in un tribunale di guerra, in difesa di tre militari che erano stati in linea per lungo tempo, senza poter soddisfare certe esigenze fisiologiche. Ebbene, si erano verificati al fronte frequenti casi di omosessualità e quell’avvocato Merlin fu egli stesso testimone di quello che certe volte significa non poter dare alla gioventù quelle possibilità che sono fisiologicamente necessarie. Onorevoli colleghi, impari chi di voi non sa come l’astinenza sessuale a una certa età possa condurre molte volte a una vera forma di intossicazione dell’organismo”.

Da Il Fatto Quotidiano del 28 Aprile 2014

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/29/il-dibattito-sulla-merlin-tra-moralismi-e-pregiudizi-lintelligenza-e-minore-nella-donna/967260/
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