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Autore Discussione: Martina PENNISI. Diritto d’autore online, entra in vigore il regolamento Agcom  (Letto 1648 volte)
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« inserito:: Marzo 31, 2014, 11:52:50 pm »

Diritto d’autore online, entra in vigore il regolamento Agcom
Il testo adottato a dicembre sarà attivo dal 31 marzo: un portale permetterà le denunce anche per i singoli cittadini. Plauso dall’industria, ricorso al Tar delle associazioni

di Martina Pennisi

Il problema della pirateria in Rete non è nuovo come non lo sono gli interventi per risolverlo: è di poco meno di un mese fa la notizia del sequestro di 46 portali di streaming da parte della Guardia di Finanza. Da lunedì 31 marzo, però, per i titolari del diritto d’autore di qualsiasi opera digitale, da un articolo a una canzone passando per un video o una foto, e per le associazioni che li rappresentano sarà molto più semplice far sentire la propria voce. Entra infatti in vigore il regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sul diritto d’autore online adottato, non senza qualche polemica, lo scorso dicembre. La morsa si stringe, non a caso, nel momento in cui l’offerta legale sta aumentando: si pensi allo streaming musicale di Spotify o Deezer o ai servizi di contenuti video su abbonamento online lanciati da Mediaset e Sky, Infinity e River, che non sono più interessate solo a proteggere i propri contenuti ma anche a incoraggiare l’utilizzo delle loro piattaforme a pagamento.

Un portale per le denunce
Come dicevamo, però, il regolamento Agcom non si rivolge solo ai colossi di discografia e cinematografia ma dà a chiunque la possibilità di rivendicare la paternità di un contenuto pubblicato da qualcun altro. Lo strumento a disposizione sarà un’area del portale ddaonline.it, che dovrebbe essere online nelle prossime ore. Sviluppato dal Garante in collaborazione con la fondazione Ugo Bordoni darà la possibilità di completare online un modulo di segnalazione da salvare in formato pdf e inviare con posta certificata con allegati eventuali documenti aggiuntivi che attestino la violazione e dimostrino che a scrivere è davvero il proprietario del contenuto. Qui in realtà si restringe già un po’ il campo, essendo l’invio definitivo limitato a chi ha una e-mail Pec. Il responsabile del progetto per la fondazione Bordoni, Maurizio Pellegrini, tiene a sottolineare al Corriere della Sera come si possa ricorrere anche allo strumento alternativo “Cec-Pac, la casella di posta elettronica gratuita che i cittadini possono richiedere per dialogare con le Pubbliche amministrazioni”.

Certezze, e dubbi
A ricevere la segnalazione sono i funzionari dell’Ufficio diritti digitali interno alla direzione media dell’Agcom. A loro il compito, nel caso in cui ritengano plausibile la violazione, di inviare al gestore della pagina che ospita il contenuto incriminato, alla piattaforma o all’utente, definito uploader, che lo ha caricato una richiesta di rimozione spontanea del contenuto. “Non si capisce ancora come Agcom identificherà al gestore quale sia il contenuto specifico da rimuovere. Chi inoltra l’istanza può segnalare anche solo la pagina generica del sito”, spiega al Corriere della Sera l’avvocato esperto di digitale Guido Scorza. “Per una piattaforma che contiene numerosi video, magari alcuni dei quali pubblicati in diverse posizioni, rischia di diventare difficile intervenire con la cancellazione”, aggiunge Scorza. Per farlo ci sono 5 giorni di tempo, stesso periodo a disposizione per rispondere all’Agcom difendendo le proprie ragioni. Se nulla di questo accade parte l’istruttoria al termine della quale, se viene verificata l’effettiva colpevolezza da parte dell’Agcom, scatta l’ordine di rimozione selettiva del contenuto o la richiesta di blocco dei Dns da parte degli Internet service provider. Questo secondo caso, definibile più semplicemente come oscuramento, si verifica se il sito incriminato ha sede all’estero o nel caso in cui la violazione sia massiva. Non, quindi, un video o una canzone ma un intero portale votato alla diffusione di materiale pirata. In realtà non c’è ancora una definizione specifica per un caso, quello della violazione massiva appunto, che può causare anche l’attivazione del procedimento abbreviato, da concludersi in 12 giorni. Per quello ordinario l’Agcom ha invece 35 giorni di tempo per decidere. L’avvocato Fulvio Sarzana manifesta perplessità sul comma 7 dell’articolo 7, secondo cui solo chi “inoltra la segnalazione si può rimettere al parere di un giudice durante il procedimento”. Chi, o cosa nel caso di siti o piattaforme, viene accusato di aver violato il diritto d’autore e rischia sanzioni da 10mila a 258mila euro può fare ricorso alla giustizia ordinaria solo a bocce ferme.

Plausi e ricorsi
Il regolamento ha ottenuto il plauso di Confindustria Cultura e Fimi. “Ormai il 40% del mercato discografico è fatto da piattaforme digitali ed è fondamentale avere uno strumento che affianchi l’offerta legale”, dichiara il presidente Fimi Enzo Mazza al Corriere della Sera. “Per gli utenti cambierà poco: avranno solo maggiore difficoltà a trovare contenuti pirata online e più facilità a reperire quelli legali. Per i delinquenti e per chi si è arricchito a spese di chi lavora per la cultura cambierà invece molto”, ha commentato Marco Polillo di Confindustria Cultura. Le associazioni Assoprovider, Assintel, Assonet, Movimento di difesa dei consumatori e Altroconsumo, rappresentate dagli avvocati citati nell’articolo, hanno invece fatto ricorso al Tar chiedendo l’annullamento della norma ritenendola lesiva della libertà d’espressione.

28 marzo 2014 | 15:19
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Da - http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/14_marzo_28/diritto-autore-copyright-opere-digitali-regolamento-agcom-f821a0c4-b680-11e3-ac02-19a792716bb3.shtml
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