LA-U dell'OLIVO
Novembre 01, 2024, 01:29:42 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Juan Carlos de Martin. La politica scelga su Internet  (Letto 2231 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Novembre 27, 2014, 03:39:28 pm »

La politica scelga su Internet
24/11/2014

Juan Carlos de Martin

Bonifici bancari, «mi piace» su Facebook, accessi a enciclopedie, consultazione di mezzi di informazione, chiamate Skype, acquisti, rapporti tra clienti e fornitori, discussioni sugli argomenti più disparati, partecipazione a consultazioni e votazioni, e molto altro ancora: nella storia non era mai accaduto che un mezzo di comunicazione si avvicinasse alla pervasività e all’importanza che ha assunto Internet in quasi tutti gli ambiti dell’attività umana. 

Tuttavia la politica italiana non ha ancora capito che proprio per questo motivo le decisioni che riguardano Internet dovrebbero essere trattate come questioni della massima rilevanza politica. 

Perché chi norma la Rete - con leggi e regolamenti, ma anche con contratti privati, «termini di servizio» e software - produce conseguenze potenzialmente vastissime, dalla sfera personale all’economia, dalla politica alla cultura. 

In altre parole, chi controlla la Rete controlla uno dei grandi poteri che condizionano il mondo in questo periodo storico. 

Per questo motivo, se negli Anni 20 del ‘900 il Congresso americano discuteva della radio consapevole delle potenziali conseguenze per la democrazia Usa e se nei decenni successivi si sono versati fiumi di inchiostro su televisione e democrazia, oggi dovremmo valutare tutte le decisioni che riguardano la Rete con un’attenzione politica ancora superiore rispetto ad allora. 

Ecco perché bisogna smettere di trattare un tema di grande attualità come quello della neutralità della rete - che spiegheremo tra un istante - come se fosse un semplice problema tecnico-industriale. Si tratta, invece, di una questione politica della massima rilevanza. E lo è perché parlare di neutralità della Rete significa parlare di un aspetto cruciale di Internet e, a sua volta, parlare di Internet significa parlare - come abbiamo detto sopra - di molti altri aspetti della società. 

Ma cosa si intende per neutralità della Rete? Riducendo all’essenza un problema complesso, la Rete è neutrale se, una volta pagato l’accesso a Internet, i flussi dati di una persona, un’organizzazione o un’azienda non possono venir discriminati (bloccati, ritardati) da chi trasporta i bit, se non in casi eccezionali e comunque solo temporaneamente. 

Rispettare la neutralità significa, dunque, che tutti possono usare la Rete - per qualsiasi motivo, dalla libertà di espressione alle attività imprenditoriali - senza il timore che chi trasporta i bit - grazie alla sua capacità di controllare i singoli flussi dati - diventi in qualche modo l’arbitro che decide chi vince e chi perde sulla Rete.

Lo scorso aprile il principio della neutralità della rete era stato sancito con grande chiarezza da un voto del Parlamento Europeo. Si tratta inoltre di un principio difeso con forza non solo dai quasi tre milioni di cittadini americani che hanno partecipato a una recente consultazione della Federal Communication Commissions, ma anche, pochi giorni fa, dallo stesso presidente Obama, che si è espresso in modo molto netto a favore della neutralità della Rete. 

Purtroppo, però, secondo indiscrezioni che provengono da Bruxelles, pochi giorni fa la presidenza italiana del Consiglio dell’Unione avrebbe proposto agli altri governi un testo che indeboliva drasticamente l’ottima formulazione approvata dal Parlamento Europeo. Se c’è del vero in queste indiscrezioni, il Governo italiano, e in particolare il sottosegretario Giacomelli, dovrebbe riconsiderare seriamente la propria posizione. 

Il futuro di un’Internet veramente aperta, infatti - un futuro che a parole tutti dicono di volere - passa per la neutralità della Rete. 

Il Governo italiano può, quindi, scegliere se passare alla storia come uno dei governi che hanno contribuito a indebolire - forse fatalmente - il futuro di Internet o come uno dei governi che si sono battuti per preservarlo anche per le generazioni a venire. 

Per un esecutivo proiettato verso il futuro come quello guidato da Matteo Renzi dovrebbe trattarsi di una scelta facilissima. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/24/cultura/opinioni/editoriali/la-politica-scelga-su-internet-qqHDc6mv0VWaLYfZulDmHN/pagina.html
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!