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Autore Discussione: Stephen Hawking Stop alla strage in Siria o l’umanità non può dirsi intelligente  (Letto 1988 volte)
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« inserito:: Febbraio 17, 2014, 07:14:04 pm »

Editoriali
17/02/2014 - Intervento

“Stop alla strage in Siria o l’umanità non può dirsi intelligente”
Il fisico britannico: vedere i bambini che muoiono senza aiutarli è un abominio

Stephen Hawking

Oggi ci stiamo sviluppando a un ritmo molto più veloce di allora. Le nostre conoscenze crescono esponenzialmente, e con loro la tecnologia. Ma come esseri umani conserviamo ancora quegli impulsi aggressivi che avevamo al tempo delle caverne.

L’aggressività, nel tempo, ha senza dubbio favorito la sopravvivenza, ma quando le moderne capacità tecnologiche si uniscono agli antichi istinti violenti l’intero genere umano e le altre forme di vita sul pianeta sono a rischio. 

Oggi in Siria vediamo all’opera la tecnologia moderna attraverso le bombe, le armi convenzionali e chimiche, usate al servizio di fini politici definiti intelligenti.

Ma non è intelligente assistere all’uccisione di 100 mila persone o vedere i bambini colpiti nei combattimenti. Ed è assolutamente stupido impedire che gli aiuti umanitari possano raggiungere quegli ospedali da campo dove Save the Children ci racconta che ai bambini vengono amputati gli arti perché non ci sono i mezzi necessari per curarli, e dove i neonati muoiono nell’incubatrice perché manca la corrente elettrica. 

Quello che sta succedendo oggi in Siria è un abominio che il mondo osserva da lontano con freddezza. Dov’è finita la nostra intelligenza emotiva? Il nostro senso di giustizia collettiva? 

Quando mi trovo a dibattere sulla vita intelligente nell’universo, penso anche alla razza umana, anche se buona parte del suo comportamento nella storia sembra non aver tenuto in alcun conto la sopravvivenza della specie. E mentre non è chiaro se l’intelligenza, a differenza dell’aggressività, abbia un qualche valore per la sopravvivenza di lungo termine, la nostra intelligenza dalle qualità squisitamente umane è capace di ragionare e pianificare non solamente per il nostro futuro ma per il futuro di tutti.

Dobbiamo lavorare insieme per porre fine a questa guerra e proteggere i bambini siriani. Siamo stati a osservare come spettatori per tre anni un conflitto che è peggiorato progressivamente, inghiottendo ogni speranza. Come padre e come nonno, guardo la sofferenza dei bambini in Siria e voglio dire: adesso basta! 


Mi chiedo spesso come dobbiamo apparire agli altri esseri viventi che ci guardano da lontano, dal profondo dell’universo. Se guardiamo l’universo, guardiamo nel passato, perché la luce emessa da così lontano ci raggiunge molto tempo dopo. Che cosa mostra la luce che emana oggi dal nostro pianeta? Quando la gente guarderà al nostro passato, saremo orgogliosi di quello che mostriamo? Di come ci trattiamo tra fratelli? Di come lasciamo che nostri fratelli trattino i nostri bambini?

Sappiamo che Aristotele si sbagliava, l’universo non esiste da sempre. È iniziato circa 14 milioni di anni fa. Ma aveva ragione sui grandi disastri che rappresentano il più grande passo indietro per la civilizzazione. La guerra in Siria non sarà la fine per l’umanità, ma ogni ingiustizia commessa è una crepa in ciò che ci tiene insieme. Il principio universale di giustizia non avrà radici nella scienza, ma non è meno indispensabile per la nostra esistenza. E senza di esso, molto presto, gli esseri umani scompariranno. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/02/17/cultura/opinioni/editoriali/stop-alla-strage-non-siria-o-lumanit-non-pu-dirsi-intelligente-7K9lC0r6BRvVnAKsvcSLOO/pagina.html
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