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Autore Discussione: Shalabayeva, la figlia contro il Viminale. L'accusa: sequestro e ricettazione  (Letto 2165 volte)
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« inserito:: Settembre 26, 2013, 04:58:38 pm »


Shalabayeva, la figlia contro il Viminale

L'accusa: sequestro e ricettazione


Madina Ablyazova denuncia alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma e diplomatici kazaki, tra cui l'ambasciatore a Roma, per l'espulsione della madre Alma Shalabayeva.

Il legale della donna: "Sono stati commessi degli abusi su cui la procura deve fare chiarezza"


ROMA - Sequestro di persona e ricettazione. Questi sono i reati per cui Madina Ablyazova, la figlia di Alma Shalabayeva e del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ha denunciato alcuni funzionari del ministero degli Interni e della Questura di Roma, insieme a tre diplomatici del Kazakistan, tra cui l'ambasciatore a Roma Adrian Yelemessov. I fatti sono collegati all'espulsione della madre e della sorella Alua avvenuta il 31 maggio scorso. Il caso scatenò diverse polemiche e portò alle dimissioni di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Alfano. Il governo ammise di non essere a conoscenza del caso e di non aver ricevuto la domanda d'asilo da parte della donna.

Nell'atto depositato oggi si segnala come i funzionari denunciati abbiano "cooperato" alle estradizioni insieme ai funzionari kazaki. Il professor Astolfo di Amato, legale di Madina, ha spiegato: "Abbiamo la convinzione che siano stati commessi degli abusi e delle omissioni gravi, riteniamo che su questa vicenda la procura possa fare chiarezza. La signora Alma è stata espulsa dall'italia a 66 ore dal momento in cui si sono occupati della sua vicenda gli uffici del ministero ed a 24 dalla decisione della prefettura. E' una vicenda eccezionale anche solo per questi elementi".
Esclusivo, Shalabayeva: la foto scattata dal pilota

Un elemento sottolineato dal legale riguarda la foto della figlia di Alma Shalabayeva. L'immagine sul documento proveniente dal Kazakistan è uguale a quella nel passaporto della Repubblica del Centro Africa. "Questo significa due cose - continua di Amato - o è stata passata la copia digitale che viene fatta dei passaporti al momento in cui c'è il passaggio alla frontiera, oppure quell'immagine è frutto dell'attività compiuta dagli investigatori privati che hanno controllato casa della signora Alma per giorni".

Il penalista ha poi aggiunto: "I membri dell'ambasciata del Kazakistan possono essere perseguiti. C'è il precedente del caso Abu Omar in cui è stato chiarito l'ambito discrezionale che possono avere i diplomatici, prima l'ha fatto la corte d'Appello di Milano e poi la Cassazione. Quelli sono i riferimenti giuridici alla base della nostra querela".

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/09/25/news/figlia_ablyazov_denuncia_funzionari_viminale-67246289/?ref=HRER2-1
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