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Autore Discussione: L'ITALIA POST-BERLUSCONIANA - «Qui si viaggia come bestie»  (Letto 2722 volte)
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« inserito:: Settembre 13, 2013, 04:36:45 pm »

La denuncia

Blitz dei sindaci sui treni dei pendolari «Qui si viaggia come bestie»

Vagoni strapieni, pulizia insufficiente, ritardi cronici.

In dieci per «controllare» l'odissea dei pendolari: è un disastro



La protesta corre sulla linea ferroviaria Milano-Chiasso. Alle 7 di ieri mattina dieci sindaci brianzoli si sono dati appuntamento davanti alla stazione di Seregno. Fascia tricolore a tracolla, hanno viaggiato fino a Monza, gomito a gomito con le migliaia di pendolari che ogni giorno percorrono la tratta (GUARDA LA SCHEDA DEI RITARDI). Pochi chilometri, ma più sufficienti per mettere sotto i riflettori le condizioni in cui viaggiano i pendolari e parlare di viaggi da «carro bestiame»: carrozze insufficienti, passeggeri stipati come sardine, igiene approssimativa e ritardi sempre più frequenti. Più o meno il solito elenco di doglianze, a cui gli amministratori hanno aggiunto altre carenze sul fronte parcheggi e biglietterie.

LA LINEA FERROVIARIA - I Comuni coinvolti sono quelli di Monza, Vedano, Biassono, Albiate, Macherio, Sovico, Lissone, Muggiò, Desio e Seregno: in sostanza quelli lungo la linea ferroviaria finita sul banco degli imputati. Con amministratori non solo di centrosinistra. Tra questi ultimi c'è Roberto Corti di Desio: «Abbiamo voluto condividere i disagi che i pendolari vivono ogni giorno a fronte di un costo del biglietto sempre meno sostenibile. Insieme, abbiamo cercato di mandare un segnale a Regione Lombardia perché arrivino i finanziamenti promessi». Ma in prima fila contro la Regione guidata dal Carroccio di Roberto Maroni c'è anche uno come il sindaco leghista di Seregno, Giacinto Mariani, il quale annuncia senza remore che «questo è solo il primo passo di una lunga serie di iniziative di protesta».

LE RICHIESTE - Ogni giorno sono oltre 40 mila i pendolari che utilizzano la Milano-Chiasso per andare a scuola e al lavoro. «Solo da Lissone - interviene ancora per il centrosinistra Concetta Monguzzi di Lissone - ne partono 5 mila e quando i convogli arrivano sono sempre già strapieni». Per tentare di smuovere le acque i sindaci hanno scritto una lettera all'assessore regionale alle Infrastrutture, Maurizio De Tenno. Roberto Scanagatti, sindaco di Monza, centrosinistra anche lui - dice che «per rendere meno disagevole il viaggio basterebbero alcuni piccoli accorgimenti come l'aumento delle carrozze, ma abbiamo chiesto un incontro in Regione per illustrare anche tutte le altre nostre richieste». Da sistemare, prosegue, non ci sono solo i vagoni ma anche le strutture esterne dove mancano parcheggi adeguati per bici, moto e auto. E le biglietterie: Monza, 120 mila abitanti, la domenica può contare solo su quelle automatiche e le città più piccole manco su quelle.

L'INVERNO - «Questa iniziativa - ha protestato Marco Longoni, rappresentante dei pendolari di Monza - è stata realizzata quando ancora non sono aperte le università, con le carrozze ancora relativamente vuote. Ma tra alcuni mesi, quando farà freddo e ci sarà brutto tempo, sarà peggio». TreNord nel frattempo ha annunciato alcuni miglioramenti proprio in vista della ripresa delle attività scolastiche. La Milano-Chiasso è stata potenziata con sei nuove corse fra le 12 e le 17, con l'obiettivo di migliorare il servizio di trasporto ferroviario in una fascia oraria molto frequentata dagli studenti.

13 settembre 2013 | 11:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marco Mologni Riccardo Rosa

da - http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_13/sindaci-treni-pendolari-proteste-2223067648117.shtml
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 13, 2013, 04:38:24 pm »

Il caso

Rimandata a casa per due volte dall'ospedale, partorisce in auto

La donna si era rivolta al Buzzi.

Poi la corsa folle in tangenziale e l'arrivo al San Paolo. «Faremo denuncia»



Quando Greta sarà grande, e chiederà come è stato il giorno della sua nascita, la mamma le parlerà di una corsa in auto in tangenziale, a più di 150 all'ora, e le racconterà quel che è accaduto poco prima delle cinque di martedì pomeriggio: «Mi tenevo al sedile dell'auto e alle maniglie, sentivo che la bambina stava nascendo, avevo paura di schiacciarla. Mio marito continuava ad accelerare, è stato pericoloso, ma ormai non avevamo più scelta. Così la bambina è nata, l'ho tirata su, me la sono appoggiata sulla pancia, pelle a pelle, la macchina continuava a correre, a quel punto ho solo sperato che andasse tutto bene». Pochi minuti dopo, l'auto arriva al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo. E questa è la parte buona della storia, perché i medici visitano la bambina, Greta sta bene. Il resto della giornata sembra invece difficile da credere, se si pensa che siamo a Milano, anno 2013, nella città celebrata per le eccellenze sanitarie: Claudia, la mamma di Greta, per due volte si è presentata al pronto soccorso dell'ospedale Buzzi. E per due volte è stata rimandata a casa. «Stia tranquilla. C'è tempo». Per questo ha partorito in auto.

La vicenda comincia all'alba. Claudia ha già un figlio, è alla seconda gravidanza, all'accettazione del pronto soccorso del Buzzi spiega di avere le contrazioni. Viene trattenuta in ospedale per qualche ora, e dimessa intorno alle dieci e mezza. Torna a casa. È con sua mamma. Un paio d'ore dopo dice: «Dobbiamo tornare in ospedale, sta per nascere». Nuovo viaggio, stesso percorso: da Locate Triulzi al pronto soccorso del Buzzi. Ancora accettazione. Ancora i controlli medici. E alla fine parole molto simili a quelle già sentite la mattina: «Signora non è il momento, torni a casa, faccia un bagno caldo, stia tranquilla, ci vediamo quando sarà il momento». Il momento è arrivato poco dopo.

Claudia torna a casa alle tre del pomeriggio («avevo già partorito una volta - racconta - i segnali erano chiari, direi quasi "da manuale"») e quando sono passate le quattro dice al marito, Daniele: «Non possiamo più aspettare, portami in ospedale»). I due si rendono conto che c'è poco tempo. Imboccano la tangenziale, puntano verso il pronto soccorso più vicino. «Di tempo invece non ce n'era più», racconta Claudia. Che è arrivata al San Paolo con la bambina in braccio; all'inizio nessuno riusciva a crederci, poi quando si sono resi conto di quel che era successo i medici l'hanno circondata, portata in sala parto, curata. «Credo che faremo una denuncia - conclude la mamma - perché una cosa del genere non è accettabile, siamo stati fortunati, sono riuscita a mantenere la calma e a trovare la forza, ma allo stesso tempo sono ancora sotto choc». Passerà presto, e lei a Greta racconterà anche questo.

12 settembre 2013 | 16:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gianni Santucci

da - http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_settembre_12/partoriente-rimandata-casa-ospedale-buzzi-partorisce-auto-tangenziale-denuncia-2223049323204.shtml
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