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Autore Discussione: “L’azione del Csm contro il giudice Esposito? Legittima ma irrilevante”  (Letto 2237 volte)
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« inserito:: Agosto 09, 2013, 04:49:41 pm »

 Sei in: Il Fatto Quotidiano > Giustizia & impunità

“L’azione del Csm contro il giudice Esposito? Legittima ma irrilevante”

Intervista a Angelantonio Racanelli, membro togato del Csm con i moderati di Magistratura Indipendente, secondo cui la norma che prevede illecito disciplinare solo in caso di dichiarazioni su un processo non ancora definitivo "è molto chiara". Ma "quell'intervista - aggiunge il pm - è stata assolutamente inopportuna"

di Marco Lillo | 8 agosto 2013

La pratica aperta sul presidente Antonio Esposito dal Csm è “legittima ma priva di rilevanza”. Certo l’intervista al Mattino è “inopportuna” ma il Csm potrebbe considerare l’ipotesi di aprire una pratica a tutela del magistrato sottoposto ad attacchi da parte dei politici. Questo è il pensiero di Angelantonio Racanelli, già pm a Roma, ora membro togato del Csm con i moderati di Magistratura Indipendente.

Consigliere Racanelli, il Csm davvero metterà sotto accusa Esposito?
La trasmissione d’urgenza alla prima commissione della pratica aperta su richiesta legittima dei tre membri laici del Pdl è un’attività ordinaria. Credo che nel caso specifico potrebbe non avere alcuna rilevanza concreta. L’azione disciplinare infatti non spetta al Csm e qualora si ravvisassero gli elementi dell’illecito disciplinare la pratica sarebbe trasmessa ai titolari, cioè al procuratore generale e al ministro Anna Maria Cancellieri.

Perché allora il comitato di presidenza del Csm ha inviato la pratica in prima commissione?
Perché è la commissione competente sulle questioni di incompatibilità ambientale ex articolo due. Per capirci è quel tipo di incompatibilità applicata ai casi del Gip Forleo e del Pm Laudati. Ma secondo me non può esserci un’ipotesi del genere perché non siamo in presenza di condotta incolpevole. In questo caso trattasi di comportamento volontario.

E lei intravede nel comportamento di Esposito un rilievo disciplinare?
Non posso dire nulla: sono un membro supplente della sezione disciplinare che potrebbe essere chiamata a giudicare.

Se parliamo in termini generali, però, la legge del 2006 prevede l’illecito disciplinare solo quando il magistrato rilascia dichiarazioni su un procedimento di cui si è occupato ma che non è ancora definitivo con sentenza irrevocabile. Nel caso di Berlusconi la sentenza è definitiva.
La norma è molto chiara, ma non le dico una parola in più. Mi pare che ci sia già un magistrato che ha rilasciato un’intervista di troppo su temi generali…

Ritiene che Esposito avrebbe dovuto scegliere il silenzio?
Certo. Quell’intervista è assolutamente inopportuna. Non ricordo casi di presidenti di collegio di Cassazione che rilasciano dichiarazioni prima del deposito della motivazione.

Facciamo un passo indietro. Non pensa che Esposito sia stato indotto a rilasciare l’intervista dal silenzio assordante di Anm e Csm? Ci sono state decine di dichiarazioni contro il magistrato, articoli che lo accusavano di anticipare le sentenze, per molto meno ci sono state difese a spada tratta. Per lui nulla. Nemmeno dopo la manifestazione di Roma sotto palazzo Grazioli.
Le sentenze si possono criticare, anche se bisognerebbe aspettare almeno le motivazioni. Posso capire una reazione forte dell’imputato che si professa innocente ma non si può arrivare a delegittimare il magistrato che è privo di strumenti di tutela. Nel nostro Stato vale il principio della separazione di poteri e ciascun potere deve rispettare l’altro.

Daniela Santanchè ha detto che la sentenza di condanna è il punto di arrivo di una persecuzione politica: qui non era forse il caso di intervenire da parte del Csm visto che si dice che una sentenza firmata da 5 giudici è persecuzione?
Ogni volta che si va oltre il diritto di critica si sbaglia. Ci sono numerosi casi di giornalisti e politici condannati perché hanno parlato di uso politico della giustizia. Ai magistrati però si chiede un senso di responsabilità maggiore. Al giudice non è consentito replicare via stampa al politico. Il magistrato può chiedere al Csm di essere tutelato oppure ovviamente può querelare.

Per questo l’Associazione Nazionale Magistrati e il Consiglio superiore forse potevano intervenire, no?
Ricordo un intervento del Presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli dopo le dichiarazioni di Berlusconi.

Sì, ma era riferito all’assenza di un regime in Italia e non era una difesa dei giudici attaccati sul piano personale, come Esposito che poi ha rilasciato l’intervista al Mattino.
Esposito avrebbe potuto chiedere al presidente Santacroce di intervenire con un comunicato in sua difesa oppure poteva chiedere di aprire una pratica a sua tutela al Csm. Tenga presente che siamo in un periodo particolare. È estate e c’è ormai una prassi restrittiva sulle azioni a tutela. Non escludo che al rientro dalle ferie, una volta studiate con attenzione le dichiarazioni alla stampa, la pratica a tutela si apra comunque.

Da Il Fatto Quotidiano dell’8 agosto 2013

da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/08/lazione-del-csm-contro-giudice-esposito-legittima-ma-irrilevante/680252/
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