12/04/2013 - Ore: 21.38
Dove vi trascinerà la nuova alluvione di cash dal Giappone
Di Gabriele Capolino
Ricevo e volentieri pubblico da uno dei migliori gestori italiani.
Amara consolazione per Karl Marx o per Mao Tse-Tung: il capitalismo e il libero mercato sono sempre più in disarmo. La mano invisibile di Adam Smith? Dissolta, più che invisibile. Manipolazioni esplicite e implicite, dirette o indirette dei prezzi di titoli di stato, commodities, azioni sono sempre più palesi. Si può arrivare a dire che quasi nessuna valutazione di attività finanziarie non sia o stia per essere distorta: e questo trend nei prossimi anni sarà ancora più evidente. Per chi gestisce denaro alla vecchia maniera, è un incubo: il manuale di istruzioni che applicavano ai soldi che maneggiano era relativo ad economie di mercato più o meno libero, e sembra ormai come quei libri di Henry Potter che scompaiono in una nuvola di polverina gialla.
Ammontari sempre più spaventosi di liquidità vengono messi in circolo sui mercati finanziari. Questa liquidità viene investita in paesi e asset class le cui relative valutazioni non sono certo attraenti, ma in posti considerati "sicuri" (non ha importanza se sono anche cari) o su mercati in cui gli investitori fanno front running (una volta in borsa si chiamavano le code) delle banche centrali. L’esempio degli ultimi mesi sono stati gli acquisti, da parte di Pimco, Blackrock e altri grandi gestori, di titoli governativi a breve dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) perché compravano con la protezione dell’Omt, il programma di acquisto sul mercato della BCE. Se queste sono decisioni guidate dai fondamentali…
Ora arriva un’ulteriore ondata di liquidità, questa volta proveniente dal Giappone, e molti si stanno posizionando per fare front running sugli acquisti degli investitori istituzionali (e poi anche dei privati) giapponesi, che si troveranno sotto crescente pressione per diversificare i loro investimenti fuori da yen e bond giapponesi e in luoghi sicuri o a miglior rendimento.
Comprano o compreranno valute e titoli di stato in dollari canadesi, australiani, treasury bond Usa a cinque anni e Oat francesi (questi ultimi non si capisce bene perché), e persino Btp o altri titoli Piigs. Attenzione: negli ultimi 20 anni la fama che si sono fatta i giapponesi è stata quella di pessimi investitori, anche e soprattutto come timing. Ovviamente poi gli smart guys, ovvero quelli che capiscono prima l’andazzo, aumenteranno le vendite allo scoperto e il debito in yen per servire i big guys giapponesi e di altra nazionalità.
Con queste premesse, i giapponesi hanno fatto un’ulteriore esplicita mossa che provocherà una serie di escalation.
1) Guerra Valutaria. Come dice il grafico del cambio dollaro/yen, i giapponesi non vanno biasimati, in fondo stanno reagendo con qualche anno di ritardo a qualcosa che gli americani avevano iniziato per primi.: piuttosto, hanno lanciato una massiccia controffensiva. Ma la conclusione e' sempre quella: la Fed e la Bce a loro volta dovranno reagire e non c’è da ritenere che questo ridurrà la volatilità dei mercati, il rischio sistemico ed altro. Se coreani, cinesi, Fed, Banca centrale inglese o svizzera e magari, quando i tedeschi daranno l’ok, anche la Bce si troveranno costretti a reagire, ci saranno altre ondate di monetizzazione e ulteriori distorsioni dei prezzi degli asset finanziari
2) Deflazione. Svalutando pesantemente, i giapponesi, essendo grandi esportatori, di fatto esportano deflazione nei paesi con cui sono in concorrenza. Logico attendersi dichiarazioni e reazioni nelle prossime settimane/mesi da parte di coreani, costruttori d’auto americani, autorità cinesi e finalmente forse anche dei tedeschi.
3) Volatilità. Anche se nel breve queste inondazioni di liquidità vengono salutate con entusiasmo dai mercati (almeno quelli degli svalutatori), nel lungo periodo aumentano la probabilità di creazioni di bolle, anzi le rendono quasi certe: tutto ciò aumenta ulteriormente il rischio sistemico implicito. Quindi è prevedibile il periodico verificarsi di movimenti tellurici del tipo: “tutti fuori subito dal rischio” (risk off), con danni economici rilevanti e con l’aumento dell’avversione (come succede dopo ogni terremoto) verso l’investimento in azioni e bond dei poveri cristi della real economy, quelli che non lavorano sui mercati tutti i giorni, che sono giustamente sempre più preoccupati per i loro risparmi e sono i veri perdenti, in termini numerici , di questa nuova era.
4) Economia reale vs. Economia di carta. Chi ha più esperienza dei comportamenti non di chi deve vendere allo scoperto yen e comprare titoli di stato francesi, ma di chi deve investire in impianti, assumere persone, fare budget in giro per il mondo, è convintissimo che queste manovre, invece di tranquillizzare le imprese, le renderanno sempre più caute e nervose. E alla fine è per questo che simili misure non convenzionali delle banche centrali non porteranno a miglioramenti sostenibili, semmai il contrario. Chi si avvantaggia di questo saranno i cosiddetti smart investors, nazioni e multinazionali, ma anche loro sempre meno. Per gli altri, sarà sempre peggio.
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