Chi vota Togliatti? «Forse qualche riformista»
Di Tullia Fabiani
10 ottobre 2012
In prima pagina. Le primarie: “Forma è sostanza”. Poi una copertina e una dichiarazione sorprendente. Palmiro Togliatti: “Perché voto Renzi”. Clic, ed ecco una lettera ai giovani della Fgci pubblicata su l'Unità nel 1964. Un discorso sulla gioventù che “sa sempre occupare i primi posti”; che fa bene ad “avere dentro di sé qualcosa del distruttore, per abbattere i pesanti ricordi e gli idoli del passato”.
Ora difficile immaginare se a Matteo Renzi, e ai suoi sostenitori, possa far piacere l'endorsement del compagno Ercoli, pseudonimo di Palmiro Togliatti, certo è che chi lo ha pubblicato ha il gusto dei paradossi. E dell'ironia. Altrimenti perché chiamare il magazine Qdr, qualcosa di riformista (
www.qdrmagazine.it) facendo il verso alla citazione di morettiana (e dalemiana) memoria?
Lungi dall'essere una qualunque iniziativa editoriale, Qdr rivendica esplicitamente la propaganda politica: “L'abbiamo pensato come un luogo assertivo, dove potessero scrivere i riformisti. Non si fanno dibattiti, si propagandano idee riformiste, punto e basta – racconta Antonio Funiciello direttore del settimanale online – quasi tutti i redattori sono iscritti al Partito Democratico, io sono un consulente del gruppo Pd al Senato, siamo riformisti in senso liberale, ma di varia provenienza; ci sono i cattolici democratici e quelli di formazione socialdemocratica come me. Ci interessa fotografare il vecchio pensiero del Novecento, confrontarlo con le culture politiche rinnovate.
E farlo con un tono ironico, autoironico, perché spesso nel centrosinistra ci si prende troppo sul serio”. Invece su Qdr si scrivono commenti andando “A letto con Marx”; si scruta “Il buio oltre la siepe”, si parla di politica al “Bar Sport”. Tra i collaboratori Pietro Ichino, Enrico Morando, Alessandro Maran, Arturo Parisi, Stefano Ceccanti.
Il riformismo liberal è declinato e divulgato a iosa. Perciò nonostante gli endorsement paradossali le simpatie dei Qdr, in tema di primarie, sono per lo più indirizzate al sindaco di Firenze. E in tema di governo all'agenda Monti. “Indubbiamente i contenuti delle nostre battaglie politiche coincidono più con quelli di Matteo Renzi che con quelli del segretario Pier Luigi Bersani – osserva Funiciello – siamo del tutto favorevoli all'idea di continuare in maniera evolutiva l'operato del governo Monti. Ci auguriamo possa uscire questo impegno dalle primarie”. Ma sul Monti bis, e sulla premiership si fanno precisazioni, distinzioni e si temporeggia: “Per me le primarie non possono assolutamente essere messe in discussione, il leader del centrosinistra è per noi quello che le vince; tra noi c'è anche chi tifa per Bersani, comunque è ancora presto per dire qual è il nostro orientamento prevalente”.
È già tempo invece per muovere qualche critica, rivelatoria: “Quando si accusa Renzi di aver copiato il programma del Pd fa un po' ridere. Siamo nello stesso partito è chiaro che ci siano cose in comune. Io penso di avere cose in comune con Fassina, Letta, Bersani”, dice Funiciello. “Ma se Fassina non ne ha con Renzi è un problema suo”. Un problema di Fassina e non del partito? Una questione personale?
“Una questione politica. Anche per questo avremmo preferito che si fosse fatto un congresso; perché c'è una dilatazione troppo profonda nel partito; penso alla distanza tra quel che dice il vicesegretario Enrico Letta e quello che sostiene appunto Fassina, il responsabile economico. Non aver fatto il congresso fa sì che non si capisca bene cosa vogliamo fare. Però a questo punto dobbiamo guardare alle primarie: il discorso di Bersani all'Assemblea è stato molto convincente e spero che ci sia un'interpretazione concessiva circa le regole. Il blocco previsto tra primo e secondo turno è un non senso, in nessun altro posto al mondo dove vengono fatte le primarie esiste questa cosa. Inoltre, mi preoccupa la partecipazione di Vendola e Tabacci, io sono per le primarie di partito e non di coalizione. Rispetto Nichi Vendola, ma provo forte disagio a fare delle primarie con un esponente politico che inneggia a Chavez. La Carta dei valori comuni deve comprendere il fatto che ci piaccia un leader che è contro la libertà di pensiero?”.
Quindi, le alleanze? “A noi piace la sinistra che guarda al centro e non piace l'alleanza con Sel, ma al momento è una scelta maggioritaria nel partito”. Qdr ha da fare molta propaganda dunque. I tempi chiedono un surplus: “Adesso stiamo pensando di alimentare di più la discussione in questa fase cruciale, di essere anche più reattivi, sempre con ironia, ricordando però che siamo una comunità; siamo agenti di un progetto e di un destino comune per il partito”, rilancia il direttore.
Quando, presentando un libro con Pier Ferdinando Casini, Walter Veltroni si è detto “preoccupato per la tenuta del Pd”, evocando il rischio reale di spaccatura, Funiciello era lì presente. “La preoccupazione di Veltroni è fondata, ma mi sembra che sia Bersani che Renzi abbiano reagito bene a questa sollecitazione. Hanno fatto intendere che l'orizzonte comune non sparirà... però per farlo davvero bisogna evitare personalismi, parlare di più delle cose. Non fare attacchi personali; la battaglia delle primarie deve restare nel recinto della battaglia delle idee, altrimenti facciamo del male al Pd e all'Italia”.
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http://www.unita.it/italia/chi-vota-togliatti-alle-primarie-br-forse-i-qualcosa-di-riformista-i-1.453969