Washington Post: «Una risata vi seppellirà. Perché l'Italia (e l'Europa) hanno paura di un comico»
di Elysa Fazzino
1 ottobre 2012
È la "matta" che può scombinare la partita dell'eurozona, l'incognita che fa tremare l'Europa. Con il suo movimento politico, Beppe Grillo è il comico che «vuole avere l'ultima risata» nella crisi del debito dell'Italia, scrive il Washington Post in prima pagina, dando grande rilievo a un'intervista con il leader del Movimento Cinque Stelle. Parlando con il cronista del Post nella sua casa di Genova, Grillo respinge le accuse di chi lo paragona a Benito Mussolini.
«Mi chiamano populista, ci chiamano nazisti e mi chiamano Hitler, ma non capiscono. Quello che sta succedendo è che il nostro movimento sta riempiendo uno spazio simile a quello dei nazisti in Germania o (Marine) Le Pen in Francia. Ma non siamo per niente come loro. Siamo gente moderata e bellissima e siamo l'ultima cosa rimasta tra l'Italia e i veri estremisti».
Per far capire il personaggio agli americani, Anthony Faiola spiega che Grillo «assomiglia a Jerry Garcia», il chitarrista con la chioma arruffata dei Greateful Band, e «scherza come Jon Stewart», il comico che conduce su Comedy Central il celebre programma di satira politica "The Daily Show". Grillo «dice che il mondo non ha nulla da temere dall'uomo più buffo d'Italia». Ma «allora perché l'Europa trema per il terremoto politico di Beppe Grillo?», si domanda il Washington Post.
Per avere qualche risposta, il quotidiano Usa rimanda al recente discorso pronunciato da Grillo a Parma, diventata «epicentro della rivoluzione Grillo». Quattro mesi dopo la "vittoria a sorpresa" che ha portato il Movimento Cinque Stelle al governo della città, Grillo – ricorda il Post - ha fatto una "tirata" contro "le forze che cercano di distruggere l'Italia", ha attaccato Francia e Germania, ha chiesto un referendum sull'euro, ha detto che l'Italia dovrebbe seguire le orme di Argentina ed Ecuador sospendendo i pagamenti del debito pubblico, ha chiamato Mario Monti "Rigor Monti".
Il Washington Post sottolinea l'escalation del movimento di Grillo, che l'anno scorso aveva intorno al 4% dei consensi e ora, man mano che riempie il" vuoto politico" italiano, ha l'appoggio di quasi un italiano su cinque.
E' «in compagnia populista», poiché in alcune parti d'Europa la crisi economica e politica (che alcuni paragonano al clima degli anni '30 quando i nazisti arrivarono al potere), ha visto l'ascesa di forze politiche «non convenzionali e imprevedibili».
Ma in Italia, spiega il Post, i seguaci di Grillo «sono tutt'altro che un gruppo di estremisti che amano Il Duce». Anzi, il movimento è nato a metà degli anni Duemila come gruppo di cittadini collegati dai social media e uniti dal disgusto nei confronti delle élite politiche italiane, con politici indagati e superstipendiati.
La crescente popolarità di Grillo e il suo forte scetticismo sull'euro «danno i brividi» all'establishment politico europeo, scrive il Post, ricordando la battuta fatta lo scorso mese, durante una visita in Italia, da Martin Schulz, socialista tedesco e presidente dell'Europarlamento: «E' più pericoloso quando i comici diventano politici che quando i politici vanno a vedere una commedia».
Il successo a Parma ha scioccato lo stesso movimento. Ci sono voluti 40 giorni al neo-sindaco Federico Pizzarotti per mettere insieme una giunta, ricorda il quotidiano. E anche se Pizzarotti è il sindaco, è Grillo «la star dello show».
Grillo si definisce "il portavoce" piuttosto che il leader del movimento, puntualizza il Post. Ma le accuse più gravi giunte finora riguardano il fatto che non tollera dissenso all'interno del movimento. L'articolo ricorda il "fuorionda" di Giovanni Favia, il consigliere dell'Emilia Romagna che si era lamentato della mancanza di democrazia interna nel movimento. Dopo quell'episodio, Favia ha ricevuto minacce di morte da parte di seguaci del movimento. Nonostante ciò, conclude l'articolo, il consigliere è convinto che Grillo sia l'unico «capace di introdurre un vero cambiamento» in Italia.
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