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Autore Discussione: BAN KI-MOON - Il movimento globale è già un successo  (Letto 2520 volte)
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« inserito:: Giugno 17, 2012, 06:46:47 pm »

17/6/2012

Il movimento globale è già un successo

BAN KI-MOON*

La prossima settimana, i leader mondiali si incontrano per un evento cruciale - la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile di Rio de Janeiro. Sarà un successo? Secondo me, sì. Per esserne certi, i negoziati si sono protratti a lungo. Ancora oggi ci sono più divergenze che punti d’accordo sui dettagli del «documento finale» che emergerà dalla conferenza.

Eppure non sarà quello il parametro di riferimento. Molto più importante è ciò che la conferenza di Rio ha già raggiunto: creare un movimento globale per il cambiamento.

Rio +20 costituisce una pietra miliare in questo lungo percorso. Il famoso Vertice della Terra del 1992 introdusse lo sviluppo sostenibile nell’agenda globale. Oggi, siamo giunti ad una comprensione più ampia e ricca di sfumature di questo antico imperativo: come, cioè, equilibrare al meglio le esigenze di sviluppo di una popolazione mondiale in aumento in modo che tutti possano godere dei frutti della prosperità e di una crescita economica robusta - con la necessità di preservare le risorse più preziose del nostro pianeta: terra, aria e acqua. A Rio più di cento Capi di Stato e di governo si uniranno ai circa venticinquemila partecipanti stimati per pianificare una strategia per il futuro. Abbiamo troppo a lungo bruciato e consumato il nostro cammino verso la prosperità. Quel modello è morto. A Rio, dobbiamo cominciare a crearne uno del tutto nuovo - un modello valido per un’economia del XXI secolo che rifiuti il mito che il compromesso tra crescita e ambiente sia a somma zero. Comprendiamo sempre di più che con politiche pubbliche intelligenti, i governi possono far crescere le loro economie, ridurre la povertà, creare posti di lavoro decenti e accelerare il progresso sociale in modo che rispetti le limitate risorse naturali del pianeta.

Credo che in questo senso lo stimolo al cambiamento sia già irreversibile. Le prove sono intorno a noi, e possiamo scorgerle in Paesi piccoli e grandi, ricchi e poveri. Barbados, Cambogia, Indonesia, Repubblica di Corea e Sudafrica, tra tanti altri, stanno già adottando strategie di «crescita verde» che prevedono l’utilizzo di risorse naturali limitate in maniera più efficiente, la creazione di posti di lavoro e uno sviluppo a basso tasso di CO2. Armenia, Azerbaigian, Egitto, Kenya, Giordania, Malaysia, Messico, Nepal, Senegal e Ucraina stanno applicando nuove tecnologie di crescita verde in vasti settori dell’industria, dall’agricoltura al turismo. La Cina si è impegnata a soddisfare il sedici per cento del proprio fabbisogno energetico con risorse rinnovabili entro il 2020 e progetta l’investimento di più di 450 miliardi di dollari in riciclaggio dei rifiuti e tecnologie pulite nell’ambito dell’attuale piano quinquennale.

In Brasile, gestione e riciclaggio dei rifiuti danno lavoro a più di mezzo milione di persone, la maggior parte della quale vive ai margini della società. Grazie alla sua nuova legge nazionale di garanzia dell’occupazione rurale, l’India ha cominciato a pagare le persone affinché gestiscano al meglio risorse naturali quali foreste e acque dolci. Ovunque si guardi, le autorità locali e nazionali stanno adottando principi e pratiche che, congiuntamente, sono in grado di spostarci da una prospettiva di distruzione ambientale e crescita della disuguaglianza sociale a una nuova era di crescita sostenibile equilibrata ed inclusiva.

Governi e stati-nazione non sono soli nel guidare questa trasformazione. A Rio, più di mille capitani di industria provenienti da tutti i continenti lanceranno un messaggio comune: il vecchio modello economico non funziona più. Molti sono membri del Global Compact delle Nazioni Unite - volontari di un movimento di crescita del settore privato che comprende che la responsabilità aziendale del XXI secolo significa sostenibilità aziendale. Così la Nike (un campione della cosiddetta produzione «closed loop», che riduce al minimo l’inquinamento industriale) ha avviato un nuovo programma chiamato Mata non Peito - un’espressione colloquiale portoghese che significa «raccogliere una sfida», aiutando a proteggere gli ecosistemi delle foreste brasiliane. Unilever si è impegnata a procurarsi tutte le materie prime da fonti rinnovabili entro il 2020. La keniana Safaricom ha integrato l’uguaglianza di genere nelle proprie politiche interne per la creazione di un ambiente che tuteli le madri.

Nel frattempo, Microsoft ha annunciato che presto diventerà ridurrà a zero il proprio impatto CO2. Il Gruppo Broad in Cina produce unità di condizionamento d’aria non elettriche che hanno un’efficienza energetica maggiore del duecento per cento, ed è in procinto di diversificare attraverso altri prodotti a risparmio energetico ed edifici sostenibili. ToughStuff, dalle Mauritius, cerca di fornire energia solare conveniente e affidabile a trentatré milioni di persone in Africa entro il 2016, mentre l’Abu Dhabi Future Energy Company sta lavorando per fornire elettrificazione rurale in Afghanistan e a Tonga, nel Pacifico del sud.

L’energia sarà un tema centrale a Rio. Io lo chiamo il «filo d’oro» che collega i punti che conducono a un futuro sostenibile - il fattore-guida fondamentale per lo sviluppo, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente, compreso il cambiamento climatico. Per questo motivo, nel 2011, ho dato vita a un’iniziativa denominata «Energia Sostenibile per Tutti». Il nostro obiettivo: garantire l’accesso universale a servizi energetici moderni a una persona su cinque che ne è priva; ridurre lo spreco di energia raddoppiando l’efficienza energetica; raddoppiare la quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale. A Rio, leader di governo, imprese e società civile annunceranno una galassia di azioni per perseguire questi obiettivi, dallo sviluppo di un’energia più pulita, a fornelli da cucina più efficienti per aiutare i governi ad aumentare il loro potenziale geotermico e delle altre energie rinnovabili.

L’Energia Sostenibile per Tutti è il modello di cooperazione del futuro. Il principio è semplice ma potente: le Nazioni Unite usano la loro prerogativa unica di radunare tutte le parti in causa intorno a uno stesso tavolo in modo che possano lavorare a una causa comune, per il bene comune. In fondo, di questo si tratta, a Rio+20. Certo, i negoziati sono molto importanti. Accordi che possono essere siglati su carta oggi definiranno il dibattito di domani. Ma Rio+20 va oltre. È l’espressione di un movimento dinamico e globale per il cambiamento - e un grande passo in avanti verso il futuro che vogliamo.

*Segretario Generale delle Nazioni Unite

da - http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10236
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