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Autore Discussione: MARINA CASSI, MASSIMO NUMA. Fassino contestato Chi fischia oggi ieri lanciava..  (Letto 2189 volte)
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« inserito:: Maggio 01, 2012, 12:07:48 pm »

cronaca

01/05/2012 -

Primo Maggio, Fassino contestato "Chi fischia oggi, ieri lanciava bulloni"

Autonomi dei centro sociali: «Sindaco fuori dal corteo»

La polizia ha effettuato alcune cariche sui contestatori fermandone almeno quattro

MARINA CASSI, MASSIMO NUMA

Torino

La giornata del Primo Maggio inizia con contestazioni e momenti di tensione.
Il sindaco stava muovendo i primi passi alla testa del corteo, quando dei giovani, presumibilmente dei centri sociali, hanno iniziato ad inveire tentando di entrare nel corteo per avvicinarsi a lui.

«Fuori il sindaco dal corteo» questo, fra i tanti, il grido che si è alzato dai contestatori. Sono seguiti momenti di tensione con alcune cariche da parte della polizia che ha provveduto a fermare quattro manifestanti che sono stati accompagnati in Questura.

Contestazioni, anche da parte di alcuni appartenenti ai sindacati di base e da alcune persone con bandiere No Tav, anche all'arrivo dei corteo in Piazza Castello.

Il corteo, che vedeva in prima fila, accanto al sindaco, il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, il vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Placido, il consigliere regionale Giampiero Leo (unico esponente del centrodestra), è poi proseguito per via Po, diviso, praticamente, in due tronconi. Un centinaio dei giovani dei centri sociali è infatti riuscito ad infilarsi nel corteo, poco dietro le istituzioni, e un fitto cordone di agenti antisommossa si è messo davanti a loro per isolarli, pur permettendo loro di sfilare.

Il sindaco: «Chi fischia oggi, ieri lanciava bulloni a Trentin»
Fischi e contestazioni sono poi riprese quando il sindaco ha preso la parola in Piazza San Carlo. Fra i più esasperati i lavoratori delle cooperative sociali senza stipendio e le maestre degli asili e materne. «E' giusto sollecitare il governo a mettere il lavoro al centro delle proprie politiche» - ha detto in apertura del suo  discorso il primo cittadino e poi, rivolgendosi ai contestatori, ha aggiunto: «Chi fischia oggi, lanciava bulloni a Trentin e contestava, un anno fa, Bonanno. L'impegno del Comune e del sindaco è quello di tutelare i cittadini più deboli».

L'esodato: «Devono riconoscerci il diritto ad andare in pensione»
Beppe Costamagna, rappresentante del Comitato lavoratori in mobilità ma senza pensione che riunisce addetti di oltre 150 aziende torinesi, ha parlato dopo il sindaco Fassino: «Molti di noi perderanno reddito anche per 3-4 anni e ad altri l’Inps chiede cifre folli anche di 40-50 mila euro oltre a quelli già versati per la contribuzione volontaria per arrivare alla pensione». Ma più del possibile danno economico quello che risulta intollerabile è la violazione di un contratto: «Quegli accordi sono stati fatti al Ministero. Devono riconoscerci il diritto a andare in pensione secondo le vecchie regole».

Cisl: «Ci hanno fischiato un rigore, ma il fallo è stato commesso da altri»
Il segretario della Cisl, Nanni Tosco, nel chiudere il comizio in piazza San Carlo ha detto: «Il governo Monti ha fischiato un rigore contro di noi, ma il fallo lo hanno commesso altri! Senza una stagione di crescita, continua e qualitativamente nuova, non basterà a salvare l’equilibrio dei conti pubblici, ad abbassare lo spread, a rispettare gli accordi con l'Europa. Finora quello che è stato fatto per la crescita e l’equità si sta dimostrando insufficiente per la prima, sbagliato per la seconda».

Ha aggiunto: «Liberalizzazioni e semplificazioni non bastano. Il sistema finanziario del nostro Paese ha saputo reggere fino ad ora l'urto dello scoppio della bolla speculativa internazionale. Non vorremmo che la litania che ci viene ripetuta e ci ripetiamo noi stessi che dopo questa crisi epocale lo cose non saranno più come prima, alla fine risultasse valida per tutti. Meno che per le cedole dei grandi azionisti e i benefit del top management delle banche. L'Europa e l'Italia devono cambiare politica economica, ritornare a crescere e a creare posti di lavoro».

All’inizio del discorso aveva ricordato Alessandro Paglia, 31 anni; Antonio Carpini 42 anni; Salvatore Parco 35 anni; Alfredo Ciofoli, 42 anni; Alfonso Chirichiello, 51 anni; Cosimo Di Muro morti nelle ultime settimane sul lavoro.

da - http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/452432/
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