Ritratto di Wolfgang Schauble, l'uomo sulla sedia a rotelle che tiene in piedi l'Europa
di Guido De Franceschi, all'interno articolo di Alessandro Merli
3 dicembre 2011
Al tavolo in cui si riunisce l'Ecofin, e negli altri incontri tra i ministri economici europei, manca sempre una sedia. Quella del convitato più importante, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Da ventun anni, suo malgrado, Schäuble la sedia (a rotelle) la porta sempre con sé.
Il 12 ottobre 1990, in una birreria di Oppenau nel Baden-Württemberg in cui si teneva un raduno elettorale, un certo Dieter Kaufmann affetto da disagio psichiatrico estrasse una pistola e sparò contro Schäuble. Il politico della Cdu sopravvisse all'attentato, ma colpito alla mandibola e alla colonna vertebrale rimase paralizzato negli arti inferiori.
Proprio in quegli anni, da ministro degli Interni e principale collaboratore di Helmut Kohl, Schäuble stava lavorando a una delle sue imprese politiche più ambiziose, delineandosi come il vero architetto della riunificazione della Germania federale con la Repubblica democratica tedesca. Schäuble si riprese dall'attentato e nel 1991 con un famoso discorso al Bundestag convinse la maggioranza a ratificare lo spostamento della capitale tedesca da Bonn a Berlino.
Autodefinitosi come Sisifo, per la condanna a dover sempre ricominciare da zero dopo aver quasi raggiunto la vetta, una condanna che lo ha accompagnato per tutta la sua vita politica, il ministro delle Finanze ha attraversato in prima fila decenni di storia tedesca, ma non è mai riuscito a raggiungere la leadership del paese. Ministro degli Affari speciali e capo della cancelleria (1984-1989), poi ministro degli Interni (1989-1991) e capogruppo in Parlamento della Cdu (1991-2000), Schäuble è a lungo designato come delfino di Kohl, ma lealissimo a un capo poco incline a farsi da parte, è sempre rimasto un cancelliere in potenza.
Dopo la sconfitta elettorale della Cdu nel 1998, l'eterno numero due diventa presidente del partito e, parlando spesso schiettamente della propria invalidità e chiedendosi lui stesso pubblicamente se un uomo in sedia a rotelle sia adatto a ricoprire la carica di cancelliere tedesco, prepara accortamente il paese proprio a questa eventualità. Ma il destino si oppone. Nel 2000 uno scandalo su finanziamenti illegali alla Cdu lambisce Schäuble che ammette in televisione di aver ricevuto una donazione (non registrata) al partito di 100.000 marchi da parte del controverso commerciante di armi Karlheinz Schreiber. Impigliato in questa opaca vicenda, il presidente della Cdu si dimette dal suo incarico. Per la tedesca dell'Est Angela Merkel, futuro cancelliere tedesco, è il semaforo verde per una rapida ascesa.
Molti notano che Kohl non si è affatto speso per aiutare il suo fedelissimo e pazientissimo collaboratore. Il fratello di Schäuble, Thomas, che è stato ministro degli Interni del Baden-Württemberg e poi presidente del birrificio di proprietà pubblica Rothaus, lancia un chiaro j'accuse contro l'ex cancelliere che ha abbandonato il suo ex pupillo al proprio destino. Wolfgang, invece, tace e inghiotte amaro. In seguito Schäuble è in lizza per candidarsi a sindaco di Berlino (nel 2001) ma il partito si oppone. E nel 2004 la sua corsa, che sembrava promettente, alla presidenza della Repubblica viene intralciata proprio dalla Merkel. Un anno dopo, però, è lei a cooptare Schäuble come ministro dell'Interno nell'esecutivo di Grosse Koalition da lei presieduto.
In quel ruolo di primo piano, il redivivo Schäuble esibisce un'altra volta il suo profilo di rigido assertore del law and order. I rapporti tra il ministro e il cancelliere non sono facilissimi e per definirli si usa di norma l'espressione "pace armata". Ma la Merkel, che è stata spesso accusata di circondarsi di yes men ha bisogno dell'esperienza di Schäuble e di un interlocutore nel governo e nel partito che possa confrontarsi con lei da pari a pari. Peraltro la lealtà dell'uomo, che è del tutto immune da intrighi di palazzo e congiure, è leggendaria.
Nel secondo governo Merkel, nato nel 2009 con l'appoggio dei liberali della Fdp, Schäuble ottiene il ministero delle Finanze. Un ruolo chiave, ma gravosissimo, in tempi di crisi economico-finanziaria globale. Lui, che ha ormai archiviato ogni ambizione di leadership politica, sembra essere contentissimo di poter ricoprire un ruolo così delicato come suggello della sua lunga carriera: la Süddeutsche Zeitung ha scritto che «nessuno dei suoi colleghi si ricorda di averlo mai visto altrettanto entusiasta ed esuberante, atrettanto beatamente felice».
Il neoministro delle Finanze, che eredita la poltrona dal predecessore socialista Peer Steinbrück, si astiene dal fare purghe nel suo dicastero. Qualcuno, tra i compagni di partito si irrita per questa scelta ma Schäuble, al solito, continua per la sua strada. D'altronde è lui il veterano del Governo, l'unico ad aver ricoperto ruoli ministeriali nella Germania pre-unificazione, l'unico a essere nato prima della fine della Seconda guerra mondiale, nel 1942.
Cresciuto a Friburgo in Brisgovia, nei pressi della Foresta Nera, e forgiato da una rigorosa educazione protestante, Schäuble, che è sposato con Ingeborg e ha tre figlie femmine e un maschio, è un lavoratore indefesso che sta chino sulle carte fino a tarda sera, un pignolo, un uomo poco estroverso e con pochi amici, ma con una famiglia solida attorno. Figlio di un consulente fiscale, Schäuble ha studiato Giurisprudenza ed è avvocato. La sua attività politica nella Cdu data dal 1961, anno in cui aderì alla Junge Union, l'organizzazione giovanile del partito.
Iniziata la carriera a livello locale nel Land di cui è originario, il Baden-Württemberg, l'attuale ministro dell Finanze scala in fretta le gerarchie e nel 1972 fa il suo primo ingresso da deputato nel Bundestag, in cui siede ininterrottamente da allora. Benché sia considerato un cervellone che sta sulle sue, molti correggono il ritratto corrente di uomo duro e poco socievole, i cui occhi freddi incutono timore attraverso le lenti degli occhiali senza montatura. È il caso della collega Elena Salgado, che ha guidato il dicastero dell'Economia nel governo spagnolo guidato dal socialista José Luis Rodríguez Zapatero e appena sconfitto alle elezioni.
La Salgado, che politicamente non ha nulla in comune con Schäuble, ha detto che «nonostante una certa fama di persona inflessibile e poco simpatica che alcuni gli attribuiscono, è un uomo affabile e con un atteggiamento molto cordiale, che sa ascoltare ed è sensibile alle istanze altrui».
Circondato da ampia stima internazionale, Schäuble, che il Financial Times ha incoronato nel 2010 come miglior ministro economico europeo - nella classifica di quest'anno stilata dal quotidiano della City è finito secondo dietro il collega svedese Anders Borg - ha un ruolo chiave nei tentativi di uscire dalla crisi dell'euro e dell'economia del Vecchio continente. L'uomo che tiene dritta la barra al timone. Molti lo dipingono come «l'ultimo europeo» nell'esecutivo tedesco per il suo opporsi agli hardliners che nel suo Paese si oppongono all'idea di aiutare i paesi che annaspano e per aver arrotondato le posizioni più oltranziste della stessa Angela Merkel. I liberali, i compagni di maggioranza che da lui avrebbero voluto, senza ottenerla, una netta diminuzione della pressione fiscale, lo detestano, ma le disastrose performance della Fdp in tutte le ultime elezioni nei Länder hanno molto indebolito le loro proteste.
Schäuble che pure già nel 1994 aveva elaborato la teoria dell'Europa a due velocità è il curatore del legato politico di Kohl ed è uno strenuo difensore del progetto europeista che ha occupato tutta la sua vita politica, prima sotto l'ala del suo mentore e poi in proprio. Deputato da quarant'anni per il collegio di Offenburg, alla frontiera con la Francia, il ministro delle Finanze tedesco si trova a proprio agio con gli interlocutori cresciuti sull'altra sponda del Reno, come il presidente francese Nicolas Sarkozy e la direttrice del Fondo monetario internazionaleChristine Lagarde. E attraverso questi contatti, Schäuble è uno dei promotori del rinnovato asse franco-tedesco che preoccupa molti in Europa.
Il ministro delle Finanze tedesco, il cui ruolo sarà sempre più decisivo nelle prossime settimane, è uno dei pochi a vedere nell'attuale crisi che terrorizza il Vecchio continente non soltanto un abisso in cui cercare di non cadere, ma anche un'occasione preziosa per "costringere" i Paesi Ue, e in particolare quelli dell'Eurozona, a procedere sulla strada di una maggiore integrazione, che per Schäuble non può prescindere dall'Unione fiscale e dalla creazione di un presidente europeo eletto direttamente dai cittadini. Molti pensano che contribuire al salvataggio dell'Europa e dell'euro dalla poltrona di più "pesante" ministro economico dei Ventisette sia l'ultimo obiettivo politico di Schäuble. Ma qualcun altro ipotizza che il primo eventuale presidente dell'Ue eletto dai cittadini potrebbe essere un veterano della Cdu costretto da vent'anni su una sedia a rotelle.
Il Sole 24 ORE - Notizie (1 di 35 articoli)
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