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Autore Discussione: Arriva in Italia il prestito tra privati "Voglio sapere dove va il mio denaro"  (Letto 2494 volte)
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« inserito:: Novembre 16, 2007, 12:13:19 pm »

ECONOMIA

E' stata appena attivata Zopa, la community del credito al consumo

L'iniziativa è partita nel 2005 in Gran Bretagna, dove conta 175.000 iscritti

Arriva in Italia il prestito tra privati "Voglio sapere dove va il mio denaro"

Gli accordi garantiscono tassi inferiori a quelli di mercato per chi si assume il debito mentre i "prestatori" ottengono una remunerazione più alta, e una trasparenza assoluta

di ROSARIA AMATO
 

ROMA - DonaldTrump è una donna di 34 anni, di Milano, ed è disposta a prestare 100 euro. 29272564 è invece il nickname di un milanese di 44 anni, che è disposto a prestare 7.500 euro. Sono due dei primi 'zopiani' attivi, selezionati tra gli iscritti alle newsletter di Zopa per l'avvio del servizio di prestito tra privati, il primo di questo genere in Italia, appena attivato. Zopa sta per Zone of Possible Agreement, in italiano Zona di Possibile Accordo. E' nato in Gran Bretagna nella primavera del 2005, per iniziativa di tre manager della banca online Egg. Iniziative analoghe stanno nascendo in Canada e negli Stati Uniti. In Italia è approdata nel marzo di quest'anno, con un franchising. Adesso ha ottenuto tutte le autorizzazioni ed è cominciata la selezione della community che già dai prossimi giorni potrà effettuare i prestiti.

"Abbiamo già 3.000 iscritti - spiega l'amministratore delegato di Zopa Italia Spa, Maurizio Sella, lontano parente dell'omonima famiglia proprietaria di Banca Sella, ma non azionista dell'istituto, ha invece avuto esperienze lavorative nel Banco di Santo Spirito e poi in Citigroup - contiamo di arrivare a un'ampia comunità di 170.000 utenti attivi entro il terzo anno, e di raggiungere il break even entro il quarto anno".

Zopa, si legge sul sito della società, che ha sede a Milano, "rappresenta l'ambito di possibilitá nel quale l'accordo tra due parti è effettivamente raggiungibile in una negoziazione. Tale zona è compresa tra il minimo che una persona accetta in cambio di qualcosa ed il massimo che un'altra persona è disposta a dare in cambio". Il sito mette dunque in contatto chi è disposto a prestare danaro e chi ne ha bisogno e non vuole o non può chiederlo alle banche o ad altri operatori finanziari. Le operazioni avvengono attraverso il conto bancario della società, su Intesa SanPaolo.

"Potremmo dare tante spiegazioni sul perché qualcuno può preferire Zopa a una banca o a una finanziaria - dice Mauro Forconi, Marketplace Manager di Zopa - ma preferisco rispondere citando i nostri primi utenti. In tanti ci hanno detto: "Non ne posso più di dare i miei soldi a istituzioni finanziarie che ne fanno quello che vogliono, magari li danno a quelli che fabbricano le armi. Voglio prestarli a persone come me". Per chi richiede il prestito invece il vantaggio è quello della disintermediazione, che fa comunque risparmiare, tagliando sul tasso di mercato. Fra l'altro, l'effetto-comunità funziona molto bene anche ai fini della restituzione: in Gran Bretagna il tasso d'insolvelza è dello 0,2 per cento contro una percentuale di mercato del 3,4 per cento".

Il tasso d'interesse viene stabilito di volta in volta in seguito a un accordo tra le parti. In Gran Bretagna, dove l'iniziativa ha coinvolto finora 175.000 utenti con un volume di prestiti di 16 milioni di sterline (l'equivalente di oltre 22 milioni di euro), i tassi d'interesse sono in media del 45 per cento più alti per i creditori e del 30 per cento più bassi per i debitori. Il prestito massimo richiedibile è di 15.000 euro; il massimo prestabile è di 50.000 euro: "Si tratta di limiti che potrebbero essere superati, una volta che l'esperienza si è ben avviata", dice Sella.

In Gran Bretagna gli iscritti che effettuano operazioni pagano a Zopa una percentuale dello 0,5 per cento sull'ammontare del denaro prestato o preso in prestito. Mentre in Italia è stato stabilito che la percentuale sarà dell'1 per cento per i prestatori, e per chi prende denaro in prestito una cifra variabile a seconda della propria "affidabilità". Infatti gli aspiranti al prestito vengono suddivisi in varie classi, a seconda delle informazioni reperite da Zopa su di loro: più si è affidabili e meno si paga, e dunque la classe A+ paga lo 0,5 per cento, la A l'1 per cento, la B l'1,5 per cento e la C il 2 per cento. Un meccanismo analogo a quello delle assicurazioni on line, che permette grandi risparmi ai conducenti 'sicuri' ma penalizza le categorie a rischio.

"Anche se non siamo una banca, per la concessione del prestito utilizziamo gli stessi criteri, e se qualcuno dei nostri utenti non rimborsa il danaro, siamo tenuti a comunicarlo - dice Sella - Però la differenza di fondo rispetto all'investimento classico è che io posso controllare in ogni momento dove sono finiti i miei soldi. Franci77 li ha utilizzati per comprare la cucina nuova, Lucio per la moto, e così via. In fondo è un meccanismo analogo a quello delle società di mutuo soccorso del 1700 e del 1800, però rappresenta anche un'evoluzione del mercato creditizio. Risponde all'esigenza dell'utente di internet, che desidera saltare gli intermediari, e fa tutto da solo utilizzando la rete: per esempio non va più nelle agenzie di viaggio, perché vuole scegliere direttamente e risparmiare".

I primi prestiti devono ancora essere avviati. Zopa Italia Spa è appena partita, attraverso la spedizione dell'invito ai Prestatori. Successivamente verranno selezionati i Richiedenti. Ogni prestito viene suddiviso tra più richiedenti, per distribuire il rischio d'insolvenza. La piattaforma informatica di Zopa suddivide pertanto le offerte di prestito in tanti piccoli spezzoni, che vanno ad altrettanti richiedenti.

(16 novembre 2007)

da repubblica.it
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