Politica
02/02/2014
Alfano: “La legge elettorale è ormai instradata Ora pensiamo al lavoro”
Il leader Ncd: abbiamo bloccato un’operazione maldestra
Angelino Alfano risponde al telefonino da Villadolid. Si trova in Spagna per la Convention nazionale del Partido Popular, su invito del primo ministro Rajoy. «Sono della nostra stessa famiglia politica», spiega, «e pure in Italia faremo in modo di creare un collegamento sempre più stretto tra i partiti affiliati al popolarismo europeo».
Tante volte lo si è detto, però mai l’avete messo in pratica…
«Stavolta, però, abbiamo un percorso agevolato».
Da chi?
«Da Renzi. Che ha scelto di collocare il suo partito nell’alveo del socialismo europeo. Ciò avrà l’effetto di rendere inevitabile un forte raccordo tra quanti si richiamano invece al Ppe».
Casini, intervistato da «Repubblica», si dichiara pronto e disponibile.
«A Casini dico, con tutto il cuore: bentornato nel centrodestra. E bentornato tra le forze alternative alla sinistra».
Addio velleità centriste, insomma…
«Se si riferisce a noi, sbaglia soggetto. Sulla carta d’identità c’è scritto: Nuovo centrodestra. Che è un nome, ma anche un indirizzo politico. Chi vuole trovarci non può cercare a sinistra e nemmeno in mezzo ai due schieramenti. Se ci siamo separati da Forza Italia è per motivi che non attengono alla nostra futura collocazione, semmai riguardano i limiti dell’estremismo e le modernizzazioni di cui questo Paese ha bisogno».
A proposito: lei, che di quella storia è stato protagonista, come giudica il travaglio del mondo berlusconiano?
«Troppe ne avrei da dire, per cui preferisco il no comment».
Il rinnovamento colpisce proprio i «falchi» che avevano causato la scissione…
«Eviti di insistere, tanto non abbocco».
Occupiamoci allora di legge elettorale.
«Anche qui: è proprio necessario spendere altre parole? Mi sembra che questa riforma sia ormai incamminata sui binari giusti. Tra una decina di giorni si voterà alla Camera. E allora, per favore, cambiamo spartito. Occupiamoci delle aziende che soffrono, dei professionisti che non ce la fanno più, della gente che muore di fame e che non possiamo certo nutrire con le liste bloccate, con le soglie di sbarramento, con i premi di maggioranza… Torniamo a parlare di lavoro da creare, di tasse da ridurre, di sostegno alle famiglie e alle imprese».
Ammetterà almeno che, sulla legge elettorale, il Cavaliere e Renzi le stavano tendendo un bel trappolone…
«C’è stata un’operazione maldestra, che non è andata a segno, per ridurre la politica italiana a due soli partiti anziché a due grandi coalizioni in grado di articolare meglio la rappresentanza della società italiana. Era contenuta nella versione originaria del patto Renzi-Berlusconi, e il nostro intervento per bloccarla è risultato decisivo. Insisteremo per introdurre le preferenze, presenteremo in aula alla Camera un emendamento, ma intanto possiamo dichiararci soddisfatti».
Da che punto di vista?
«Che un conto sarebbe stato intruppare tutto il centrodestra dentro Forza Italia; altra cosa sarà un’alleanza paritaria che veda partecipi noi del Ncd, la Lega, i Fratelli d’Italia e adesso anche l’Udc».
Sembra quasi di rivedere un vecchio film già visto…
«Se si riferisce al film del 2001 che s’intitolava “Casa delle libertà” e che ci fece vincere le elezioni, ha ragione. Mi sembra lo schema politico più funzionale al centrodestra italiano e alla morfologia di una coalizione alternativa alla sinistra».
Che spazio cercherete di ritagliarvi?
«Un ruolo di avanguardia programmatica, per indicare nuove soluzioni e per realizzare quanto il vecchio centrodestra non è stato capace di mettere in pratica, specie su tasse e giustizia. Inoltre saremo quelli che si batteranno per scegliere la futura leadership con regole democratiche».
Le primarie?
«Esatto. La futura classe dirigente dovrà nascere da lì».
Incombe il negoziato sul nuovo contratto di governo. Che cosa si aspetta da Renzi?
«Io non voglio nemmeno entrare nel merito delle scelte programmatiche che il Pd vorrà suggerire su questo o quel tema».
No?
«No. Chiedo in via preliminare una parola chiara e definitiva circa l’atteggiamento che di qui a un anno il segretario Pd terrà nei confronti del governo. Sarà di sostegno pieno? Bene, allora potremo andare avanti. Non sarà da parte sua e del suo partito un appoggio convinto? Ci regoleremo allo stesso modo».
Che fa, onorevole Alfano, minaccia Renzi?
«Tutto al contrario, con lui si è instaurato un rapporto molto franco e operativo. Smart, direi... E’ a lui, in quanto leader Pd, che spetta la scelta sulla strada da prendere, ovviamente coordinandola con Enrico Letta. Di sicuro il Nuovo centrodestra non vuole, e nemmeno potrebbe, caricarsi sulle spalle il peso del governo più di quanto non vorrà farlo il Pd che, lo ricordo, esprime il presidente del Consiglio. E in ciò consiste la responsabilità di Renzi».
Da -
http://lastampa.it/2014/02/02/italia/politica/alfano-la-legge-elettorale-ormai-instradata-ora-pensiamo-al-lavoro-pAqhvw0eBTsHC2RumjXDdJ/pagina.html