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Autore Discussione: ATTACCA MEGISTRATURA E PRESIDENTE e Bossi? Ricattato?  (Letto 2389 volte)
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« inserito:: Febbraio 20, 2011, 10:54:11 am »

IL RETROSCENA

Il Cavaliere sfida il Colle e la Lega

"Ora ho i numeri, Bossi dovrà seguirmi"

E sul caso Ruby cresce la tentazione dello show in tv. La strategia del capo del governo prevede una intervista forse a "Ballarò".

Con Belloti, Rosso e Barbareschi il Pdl pensa di riprendere il controllo delle commissioni

di FRANCESCO BEI


ROMA - Sfida il Quirinale con un attacco frontale alla Consulta, accusata di cassare "leggi giuste". Non teme più la reazione di Napolitano, il Cavaliere ormai si sente invincibile. A gasarlo sono stati Denis Verdini e Daniela Santanché, che da giorni lavorano ai fianchi le truppe di Fini. La notizia che aspettava è arrivata ieri, con il rientro da Fli del veneto Luca Bellotti. "È fatta - ha esultato il premier - ormai non mi ferma più nessuno. Con questa mossa abbiamo ucciso Fini e ora la Lega dovrà venirci dietro fino alla fine della legislatura".

Il cruccio del premier è infatti legato agli "scricchiolii" che da qualche tempo arrivano dal Carroccio. Piccoli segnali, come l'incontro segreto tra Massimo D'Alema e Roberto Maroni, oppure la Padania che si apre a un'intervista di Pier Luigi Bersani sul federalismo. Senza contare lo scambio continuo di informazioni tra i vertici leghisti e Napolitano, culminato nell'udienza di Bossi al Colle della scorsa settimana. La Lega appare insomma preoccupata dall'abbraccio soffocante con un leader indebolito dalle inchieste e dalla pressione internazionale. E inizia a guardarsi intorno. "Facevamo fatica a portare a casa le riforme quando avevamo una maggioranza ampia - confessa un leghista di primo piano - figuriamoci adesso. Berlusconi ha il fiato grosso e ci vuole trascinare in una crociata "o con me o contro di me", ma a noi conviene?".

Timori diffusi nel Carroccio, ma la realtà, spiegano
invece dal Pdl, è che il patto tra Berlusconi e Bossi regge ancora. "Umberto - ha spiegato il Cavaliere a un fedelissimo - quando è venuto a cena a palazzo Grazioli mi ha chiesto come condizione di riprendere in fretta il controllo delle commissioni della Camera. Fatto questo, mi ha assicurato che andremo avanti insieme fino alla fine della legislatura".

Così ora il premier è "certo" di aver ripreso in mano il proprio destino. E, dopo aver snobbato Montecitorio per anni, sembra essere diventato un grande esperto di alchimie parlamentari. "Un deputato al giorno toglie il medico di torno", scherza Verdini. La contabilità degli ultimi arrivi sembra in effetti dargli ragione. L'operazione allargamento è ancora in corso, ma gli esperti del Cavaliere invitano a non guardare soltanto al gruppo dei Responsabili - che pure in sordina sta crescendo con l'arrivo dal Pdl di Mottola, Lehner e altri due - ma anche a quello che succede dentro Fli. Con l'addio di Bellotti, Rosso e l'ormai prossima (secondo il Pdl ovviamente) fuoriuscita di Barbareschi, Fli scenderebbe a 28 deputati. In questo modo, essendo 14 le commissioni, il capogruppo Della Vedova non potrebbe mandare più di due deputati in ciascuna. Consentendo quindi al Pdl di riprendere il controllo delle tre commissioni che finora avevano inchiodato il governo: Bilancio, Giustizia e Affari Costituzionali. Berlusconi non sta più nella pelle: "Abbiamo vinto, stanno scappando tutti da Fli uno ad uno. Tra un po' Fini perderà anche il gruppo alla Camera". Per questo, anche a costo di scontentare Saverio Romano, ancora per qualche giorno il rimpasto di governo dovrà aspettare. Al Cavaliere infatti quei dieci posti da sottosegretario servono molto per allettare i finiani indecisi: può promettere tutto a tutti.

C'è un'altra operazione strategica in corso e ruota intorno alla possibilità di sollevare un conflitto d'attribuzione alla Consulta per bloccare il processo Ruby. Il regolamento affida questa decisione all'ufficio di presidenza della Camera, dove il Pdl è in minoranza per un voto. Ma se Gianfranco Micciché riuscisse (con un prestito di deputati dal Pdl) a formare un suo gruppo "Forza del Sud", avrebbe diritto a un posto da segretario d'Aula e quindi entrerebbe nell'ufficio di presidenza. Così Berlusconi avrebbe la ragionevole speranza di poter legare le mani ai pm di Milano.

Baldanzoso, ormai deciso a giocarsi il tutto per tutto, il Cavaliere sta meditando anche un clamoroso effetto a sorpresa. L'intenzione è quella di presentarsi in tv a spiegare la sua "verità" sul caso Ruby e le feste di Arcore. Berlusconi ha confidato ad alcuni amici questa intenzione, spiegando anche di voler sfidare i suoi nemici "andando nella tana del lupo". Non un monologo ingessato "alla Breznev" (definizione di Giuliano Ferrara), come quello che sarà diffuso oggi dai Promotori della libertà. Ma un vera intervista con un vero giornalista. Finora i suoi avvocati sono riusciti a trattenerlo, ma il Cavaliere è intenzionato ad andare. Il talk scelto è "Ballarò". 

(20 febbraio 2011) © Riproduzione riservata
da - repubblica.it/politica
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