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Autore Discussione: Viviana Mazza. Khadra: «Per chi semina terrore il Corano è solo un pretesto»  (Letto 2203 volte)
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« inserito:: Gennaio 12, 2015, 10:30:28 pm »

L’intervista
Yasmina Khadra: «Per chi semina terrore il Corano è solo un pretesto»
Lo scrittore, musulmano, era al corteo: «La strage di «Charlie Hebdo» non va ricondotta a un problema etnico.
Non dobbiamo giustificarci per la nostra fede religiosa


Di Viviana Mazza

«Quella di oggi era una marcia necessaria. Tutte le comunità hanno partecipato, parlando una lingua sola, chiedendo sicurezza, libertà e pace. Abbiamo gridato insieme: “Sono musulmano, sono ebreo, sono cristiano”. È un messaggio meraviglioso. Per tutti».

Lo scrittore Yasmina Khadra - vero nome Mohammed Moulessehoul - ex ufficiale dell’esercito algerino che usò come pseudonimo il nome della moglie per sfuggire alla censura durante la guerra civile, ha raccontato la realtà del terrorismo nei suoi romanzi tradotti in 40 Paesi, tra cui Le rondini di Kabul (2003), L’attentatrice (2006), Le sirene di Baghdad (2007). Parla al telefono dalla sua casa di Parigi, appena tornato dalla manifestazione in Place de la République.

È un dovere dei musulmani parlare contro il terrorismo?
«È un dovere di ogni essere umano. Noi musulmani siamo le prime vittime. In Algeria abbiamo contato duecentomila morti in vent’anni di lotta al terrorismo. La gente deve capire che essere musulmano non significa essere responsabile, che non dobbiamo giustificarci come se fossimo criminali».

Salman Rushdie ha detto che il massacro di «Charlie Hebdo» è il risultato di una «mutazione letale nel cuore dell’Islam» e che «la religione, forma irrazionale medievale, combinata alle armi moderne, diventa una minaccia alla libertà».
«Salman Rushdie si sbaglia. Il terrorismo non è una decomposizione né una mutazione religiosa. Il terrorismo è una sventura culturale basata sulla frustrazione sociale e su un esacerbato istinto di aggregazione. Si propone come forma di redenzione spettacolare e di rivincita per chi reclama la propria parte di tragedia e negano agli altri il diritto di essere liberi e diversi e vivere secondo le proprie convinzioni. Dio è un pretesto per reagire a una terribile perdita di punti di riferimento e all’amara rinuncia ai sogni».

I fratelli franco-algerini autori della strage fanno parte di una seconda generazione nata in Francia, spesso ritenuta problematica, ma anche l’agente che hanno ucciso ne fa parte.
«Io credo che in Occidente non siamo ancora arrivati a capire cosa sta succedendo. Continuiamo a credere che la violenza sia genetica, che esistano popoli violenti e popoli pacifici. Non è così. L’uomo è un essere sublime e diabolico che ha provato nel corso dei secoli di essere capace del meglio e del peggio. Le persone che hanno scelto la violenza non rappresentano che se stesse. È pericoloso coinvolgere le loro origini, mentre sono loro che devono rispondere dei propri crimini. Né c’è rapporto tra il fatto che il poliziotto sia musulmano e la sua esecuzione. Ancora una volta, la strage di Charlie Hebdo non va ricondotta a un problema etnico: è un atto terroristico perpetrato da individui che seguono un’ideologia settaria che non rappresenta la religione musulmana. Finché continueremo a confondere le cose non risolveremo il problema».

Uno degli attentatori ha citato le torture delle truppe Usa ad Abu Ghraib come spinta al radicalismo.
«Bush ha voluto la guerra per meritare un capitolo nella Storia. Se n’è infischiato dei danni provocati, massacri che hanno traumatizzato milioni di persone. Certo ha dato ai jihadisti argomenti utili a legittimare la guerra “santa”».

Cosa risponde a chi legge nel massacro di Parigi il fallimento del multiculturalismo?
«Il multiculturalismo è il futuro dell’umanità ed è il culmine delle nostre speranze. Io credo nella diversità. Io sono figlio della diversità. La cultura occidentale mi ha permesso di apprezzare meglio la mia cultura. Se oggi ho innumerevoli lettori nel mondo, questa è la prova che la mia lingua è umana e che il mio sogno è fratello gemello dei sogni di tutti gli uomini e le donne della terra. La stessa letteratura francese non è essa stessa il prodotto di penne provenienti da diversi orizzonti? La cultura è generosità pura. Se il sapere ci istruisce, la cultura ci educa».

Lei crede nella libertà di offendere?
«Io credo nel diritto alla vita, che è più preziosa e importante di ogni ideologia».

12 gennaio 2015 | 07:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_12/io-musulmano-corteo-chi-semina-terrore-corano-solo-pretesto-69c2098e-9a20-11e4-806b-2b4cc98e1f17.shtml
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