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Autore Discussione: Fine vita, Obama ripropone il piano  (Letto 2190 volte)
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« inserito:: Dicembre 27, 2010, 05:01:02 pm »

Dopo il no delle misure nella riforma, Obama punta sui decreti ministeriali

Fine vita, Obama ripropone il piano

Il tema è la rinuncia anticipata a cure aggressive per il mantenimento in vita in caso di malattia o incidente


Dal prossimo 1° gennaio negli Stati Uniti i medici del programma Medicare (che copre l'assicurazione medica e ospedaliera di 45 milioni di americani con più di 65 anni di età, grazie ai contributi federali) riceveranno soldi dal governo se avvertiranno i pazienti sulle opzioni terapeutiche di fine vita, che potrebbero includere anche «direttive anticipate» per la rinuncia a cure aggressive per il loro mantenimento in vita in caso di malattia o incidente.

CASO ENGLARO - In Italia, dopo il caso di Eluana Englaro nel febbraio 2009, la maggioranza parlamentare aveva assicurato che nel giro di poche settimane sarebbe stata approvata una legge sul cosiddetto «testamento biologico», cioè la fissazione di regole per le direttive anticipate di trattamento di fine vita. Anzi sul caso Englaro c'era stato un duro scontro istituzionale tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il primo che voleva che il capo dello Stato firmasse un decreto di urgenza. Ma, come spesso avviene in Italia, una volta passata l'emergenza, del «testamento biologico» si è persa traccia nel dibattito parlamentare.

PIANIFICAZIONE - La versione finale della nuova legge americana sulla sanità, firmata dal presidente Barack Obama lo scorso marzo, autorizza la copertura finanziaria nel programma Medicare di esami medici annuali o controlli sullo stato di salute. Le nuove regole affermano che Medicare coprirà anche i costi della «volontaria anticipata pianificazione delle cure», per discutere i trattamenti di fine vita come parte della visita annuale. I medici, quindi, possono dare informazioni su come preparare «direttive anticipate» per stabilire i limiti entro i quali le persone intendono essere curate se si trovassero in una situazione in cui non fossero in grado di prendere autonomamente decisioni inerenti le proprie cure.

STRATEGIA - Quella adottata da Obama in realtà è una strategia per far entrare dalla finestra ciò che non era potuto entrare dalla porta, come scrive il 26 dicembre il New York Times. Infatti quando il presidente cercò di inserire il tema delle opzioni terapeutiche di fine vita nella nuova legge sulla sanità Usa, i repubblicani - spalleggiati dalla Chiesa cattolica e altre congregazioni religiose, e dai gruppi più conservatori - sollevarono un vespaio su quelle che chiamarono «le liste della morte». La leader dei Tea Party, Sarah Palin, e John Boehner, che a gennaio diventerà il nuovo presidente della Camera a maggioranza repubblicana, dissero che «le liste della morte di Obama» (il termine venne coniato proprio dalla Palin) erano fatte per decidere a chi fornire le cure e a chi invece non darle, in pratica aprendo all'eutanasia. Obama, messo alle strette, disse che la legge «non avrebbe staccato la spina alla nonna». Il presidente rinunciò a inserire lo scottante tema nella legge, ma ora ha trovato una scappatoia: quelli che in Italia chiamiamo «decreti attuativi ministeriali».

DECRETI APPLICATIVI - Sono proprio questi che entreranno in vigore il 1° gennaio 2011. E, come tutti i decreti applicativi, passano quasi sempre sotto silenzio in quanto dei documenti amministrativi non si accorge (quasi) mai nessuno. I democratici Usa in Parlamento hanno cercato, infatti, di dare la minor possibilità possibile alla vicenda. Anzi, anche coloro che l'hanno proposta, in comunicazioni riservate riportate dal quotidiano newyorchese, confessano di parlarne poco proprio per non dare un appiglio ai repubblicani per rinfocolare la polemica sulle «liste delle morte», solo per motivi politici e non per il bene dei cittadini. Infatti, un sondaggio dello scorso settembre indicava che il 30% degli americani sopra i 65 anni è convinto che la nuova legge sulla sanità contenga norme che consentono a comitati di funzionari governativi e di medici di prendere decisioni tramite Medicare sui trattamenti di fine vita. Fatto inesistente, ma la propaganda spesso è più forte della realtà.

Redazione online
26 dicembre 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/10_dicembre_26/obama-fine-vita_a662224e-10e9-11e0-a637-00144f02aabc.shtml
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