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Autore Discussione: YOANI SANCHEZ. Giuramento interrotto  (Letto 2155 volte)
Admin
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« inserito:: Settembre 11, 2010, 05:07:47 pm »

11/9/2010

Giuramento interrotto
   
YOANI SANCHEZ

Mi ero ripromessa di non parlare più di quel signore con la barba ben curata e l’uniforme verde oliva che con la sua presenza ossessiva monopolizzava l’attenzione nei giorni della mia infanzia. Potevo vantare molti motivi a sostegno della mia decisione di non rammentare più Fidel Castro: lui rappresenta il passato; dobbiamo guardare avanti - a una Cuba nella quale non ci sarà più - e in mezzo alle difficoltà del presente, citarlo mi sembrava una distrazione imperdonabile. Ma oggi è entrato di nuovo nella mia vita con uno dei suoi caratteristici colpi di scena. Mi vedo obbligata a metterlo ancora in primo piano dopo le sue dichiarazioni secondo le quali “il sistema cubano non funziona più neanche per noi stessi”, rilasciate al giornalista Jeffrey Goldberg.

Se non ricordo male, per frasi simili o di minor gravità molti militanti del Partito Comunista sono stati espulsi e un gran numero di cubani ha scontato lunghe condanne. Il dito indice di chi è stato il Leader Massimo si è sistematicamente diretto contro chi cercava di spiegargli che il paese non andava avanti. I non conformi sono stati puniti, ma soprattutto indossare una maschera è diventato un modo per sopravvivere in un’isola che lui voleva costruire a sua immagine e somiglianza. Simulazione, frasi sussurrate, ipocrisie, tutto pur di nascondere la stessa opinione che adesso il “resuscitato” comandante esprime avventatamente davanti a un giornalista straniero. Forse si tratta di un impeto di sincerità che prende gli anziani nel momento di valutare la loro vita. Può essere anche il tentativo disperato di richiamare l’attenzione, come la sua previsione di un’imminente disastro nucleare o il tardivo mea culpa per la repressione nei confronti degli omosessuali di alcune settimane fa.

Nel vederlo riconoscere il fallimento del “suo” modello politico, mi sembra di assistere a una messa in scena nella quale un attore gesticola e alza la voce perché il pubblico non smetta di guardarlo. Ma fino a quando Fidel Castro non prenderà il microfono per proclamare che la sua obsoleta creatura verrà demolita, non sarà successo niente. Se non pronuncerà quella stessa frase all’interno di Cuba e non si impegnerà a non interferire nei cambiamenti necessari, saremo nella stessa situazione di sempre. Nota: Ieri, dopo aver appreso la notizia, ho scritto una breve nota su Twitter: “Fidel Castro passa all’opposizione mentre dice al giornalista Jeffrey Goldberg che il modello cubano non va più bene neppure per noi”. Un attimo dopo mi ha chiamato un amico dissidente al quale avevo spedito lo stesso testo per SMS. Le sue parole avevano un tono ironico, ma sicuro: “Se Lui è passato all’opposizione, io rientro in questo stesso momento nei ranghi ufficiali”.

Nota del traduttore:
Ultime novità dal Twitter di Yoani. La notizia più importante risale alle 20.00 (ora italiana), le 14.00 di Cuba: “La televisione nazionale manda in onda Fidel Castro mentre afferma che il giornalista Jeffrey Goldberg ha travisato il contenuto delle sue parole”. Vedremo in seguito sviluppi e approfondimenti. Yoani Sánchez ha ottenuto il visto per recarsi in Austria il 14 settembre a ritirare il premio, ma presso l’ufficio emigrazione cubano le cose non sono andate bene, prima non le hanno risposto e infine le hanno detto di “ripresentarsi il prossimo venerdì per richiedere il permesso di uscita”. “Addio alla cerimonia in Austria!”, commenta la blogger.

Traduzione di Gordiano Lupi

www.infol.it/lupi

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/generaciony/grubrica.asp?ID_blog=272&ID_articolo=294&ID_sezione=597&sezione=
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