Misfatto | di Roberto Corradi
1 agosto 2010
Il Misfatto incontra Enrico Vaime
La politica delle cravatte
Proprio quando ci si può illudere che l’estate sarà il momento del riposo anche della politica, che ci sarà una sospensione delle pirotecniche attività parlamentari, tutto si compie: la maggioranza si sgretola, il Pdl diventa un’opinione e comincia il magico gioco delle alleanze. Come già ad aprile, il Misfatto ha raggiunto Enrico Vaime per avere da lui, stavolta, un quadro della figura del politico e della politica nostrana.
Cominciamo dalle basi: il politico vero, chi è?
La prima caratteristica del politico è che non ci somiglia, non è come noi, non sarà mai come noi. Riuscire nella politica vuol dire non essere tanati, cioè non essere smascherati. Il politico resiste fino a quando la gente non riesce a capire chi è, che vuole e fino a che punto quello che dice corrisponde a un suo pensiero vero. I politici più longevi sono quelli che sono stati meno capiti e più interpretati. Ci sono centinaia di libri su Mussolini. Ma Mussolini è stato capito? Io non credo. Se l’avessero capito non ci sarebbe stato il Fascismo.
E questo vale anche per tante altre ideologie, intendiamoci.
Passiamo agli esempi pratici. Quale è la differenza tra Andreotti e Berlusconi?
E’ sostanzialmente morfologica. Per esempio, i capelli di Andreotti in qualche modo ricordano quelli di Berlusconi ma mentre Berlusconi li compatta con uno strato di asfalto fino a formare una specie di elmo, Andreotti li compatta ma lasciandoli lì, appoggiati. Non definitivi. Cioè, non c’è quel senso di resteremo qui per sempre! Venga pure la tramontana, chi se ne frega?!…che è il caso di Berlusconi.
Nel caso di Andreotti una ventata può muovere queste fettuccine, questi capellini d’angelo…
Metafora di qualcosa? Questo perché, comunque Andreotti è un po’più in grado di fiutare l’aria?
Difficile dirlo perché Andreotti non ho mai pensato che fosse come noi, l’ho sempre guardato come si guarda un fenomeno. Un fenomeno della natura… come si può guardare… che ne so?… un animale non consueto. Nella vita non potrai mai dire ho incontrato un branco di Andreotti!
Non c’è un allevamento di Andreotti…
Andreotti è sempre passato per il furbo, l’intelligente. E l’idiozia per un politico che importanza ha?
L’idiozia è una delle doti principali, fa parte del patrimonio di tutte le persone che vogliono imporsi in qualche modo. Essere idioti, aiuta. L’altra è l’assoluta mancanza di cultura. Sono tutti freni inibitori che se ne vanno.
Non ti sembra che, rispetto a prima, oggi le tipologie politiche umane si somiglino tutte?
Ma, vedi… quello che ha uniformato questa umanità varia, umanità… forse il termine è inesatto, diciamo questo ammasso di persone, è la cravatta… Si sono messi tutti le stesse cravatte. Se uno guarda le sedute in Parlamento vedrà che l’80% dei presenti ha comprato la stessa cravatta nello stesso negozio, forse a prezzi differenziati ma insomma… Dopo la cravatta, ci sono gli occhiali. Molti portano gli occhiali pur essendo analfabeti. E poi anche il taglio d’abito. Cioè, noi abbiamo dei fans degli abiti Facis che si muovono.
E la vergogna? Un tempo si vergognavano di più o facevano finta?
Facevano finta! Tanto è vero che si presentavano alle successive elezioni. Se una persona di media sensibilità che si trovi all’improvviso eletta al Parlamento dopo l’esperienza parlamentare si ripresenta, questa persona non è più recuperabile.
E che succede al politico che invece è mosso da buone intenzioni?
Viene stritolato! Viene emarginato quasi sempre. Io guardo, per esempio, le assenze e le presenze alle sedute. I deputati più presenti sono assolutamente sconosciuti e invece c’è gente che c’è stata cinque volte in tutto, sei. C’è un onorevole del centro-destra che è stato una sola volta in Parlamento. In tutta la legislatura.
Quali sono le sostanziali differenze tra uno schieramento e l’altro?
Nessuna. Si riconoscono solo i leghisti per aspetti più facili da individuare: il modo di parlare, ancora una volta la cravatta, in questo caso verde, un uso sporadico del congiuntivo, delle incertezze lessicali spaventose, imbabolamento durante una circonvoluzione lessicale…
Tu come te la immagini la cena a casa di Vespa?
Penso che abbia avuto il calore della tavola calda…
Da pajata?
Da pajata pentita…
Un quasi qualcosa?
Sì. E poi penso che non ti possa neanche non piacere quello che ti fanno mangiare perché è inesistente, perché non ha il coraggio del sapore. Un po’come l’ambiente.
E con un commensale come il cardinal Bertone, che argomenti si possono trovare?
Le donne, credo: A Berto’…ha visto quella? Ma com’è sotto panni, secondo lei?
Tutto il mondo è paese o l’Italia è un po’ fatta a modo suo?
No, l’Italia è diversa… L’Italia è abbastanza diversa. Abbiamo dei difetti in comune con gli altri paesi, sì ma i difetti.
E i pregi?
I pregi, no.
Un deputato americano com’è?
Un deputato americano è un Americano. Un deputato italiano, che è? Siamo sicuri che è un deputato?
Ci fai il nome di un buon politico di sempre?
Ferruccio Parri è un uomo politico che non c’eravamo meritati. C’è capitato così, non si sa come. E non si può immaginare quest’uomo per bene, onesto, che ha fatto il suo dovere di servitore dello Stato come è stato trattato dai suoi contemporanei che non la pensavano come lui. Ma anche da quelli che la pensavano come lui. Insomma, voglio dire, Ferruccio Parri è uno che per non gravare sul bilancio dell’Italia appena rabberciata, dormiva al Ministero con una branda per non far spendere al dicastero la spesa di una camera d’albergo. E non è che andasse in piazza a fare cucù per far sapere quello che stava facendo…
E dalla politica di adesso come ci si difende?
Non ci si difende. La politica è un mezzo di difesa. Come ci si difende da un mezzo di difesa? Eh, non lo so. Non c’è modo, è una contraddizione…
Che cosa succede a Fini, adesso, secondo te?
Non ho idea, non riesco a codificarlo come politico. Non mi sembra un uomo stupido, ma mi sembra un uomo molto pieno di sé. Un po’troppo sicuro.
E del Pd che sarà. Che vogliono fare da quelle parti, per te?
Io non lo so cosa vogliono fare ma lo facciano in silenzio. Non facciano troppo rumore perché il rumore non giova. Si interessano sempre degli affari loro… E’una bocciofila che non riesce…
Nella storia c’è mai stato qualcosa come il Pd?
Ho l’impressione di no, ho l’impressione che sia un fenomeno abbastanza nuovo nella ripetitività. Perché prima, sì, un errore ogni tanto faceva parte della consuetudine. Ma un errore dietro l’altro, è raro.
Magari risentono ancora della grande influenza veltroniana.
Beh, certo, Veltroni ha influenzato parecchio. E’stato l’uomo che ha indicato l’inutilità come obiettivo. Non ce lo scordiamo!
E l’ha anche raggiunto?
E certo!
E Nichi Vendola che idea ti dà?
…(tace)… E’un fenomeno che non mi ha galvanizzato come speravo. Un attimo di speranza ce l’ho avuta. Magari mi sbaglio, magari.
E D’Alema?
Bhe, su D’Alema non mi sbaglio.
Non ti sbagli?
No. Su D’Alema non me so’ mai sbagliato. E questo non glielo posso perdonare.
Da Il Misfatto del 1 agosto 2010
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/01/proprio-quando-ci-si-puo-illudere-che-l%E2%80%99estate/46437/