NUTRICEUTICI COME «TERAPIA»
I cibi contro il tumore alla prostata
Si accumulano dati a favore di soia, tè verde, melagrana. Servono però maggiori certezze da studi ampi
MILANO - Se ne parla tanto, ci sono buone probabilità che funzionino, ma ancora non abbiamo certezze granitiche sulla loro efficacia. Così gli esperti statunitensi del sito Urotoday hanno da poco riassunto ciò che si sa dei nutriceutici, ovvero di tutti quei cibi e nutrienti che di volta in volta vengono magnificati come anti-cancro, per la prevenzione e la cura del tumore alla prostata.
SOIA E TE' VERDE – Bisogna andarci un po' cauti, per quanto le speranze non sembrino proprio mal riposte. «Guardare ai nutriceutici ha senso perché il tumore alla prostata è sempre più diffuso e anche perché un numero man mano maggiore di pazienti viene indirizzato alla sorveglianza attiva, attraverso cui non si elimina subito il tumore esponendo il paziente agli effetti collaterali della chirurgia ma si monitora attentamente, per aggredirlo appena diventa più pericoloso – spiegano gli autori del documento –. In questo scenario, tutto ciò che può prevenire la malattia o ritardarne la progressione è più che utile. Meglio se, anziché un farmaco, possiamo usare prodotti naturali che non hanno effetti collaterali, a meno di introdurne quantità realmente esagerate». Per ora i composti più spesso messi alla prova nei confronti del tumore alla prostata sono la vitamina D, la vitamina E, il selenio, il licopene, la soia e il tè verde; da non molto l'interesse si è focalizzato anche sulla melagrana. «Di tutti questi la soia pare essere il nutriente più benefico, con effetti preventivi e protettivi evidenti. Lo stesso dicasi per il tè verde», dicono gli urologi.
STUDI «DEBOLI» – Gran parte dei dati sugli altri nutriceutici e il tumore alla prostata, osservano gli statunitensi, derivano da studi spesso contraddittori, di scarsa qualità, con pochi pazienti. Così, molti nutriceutici vengono oggi considerati inefficaci contro il tumore alla prostata anche se non ci sono prove schiaccianti in un senso né nell'altro: «Per non creare confusione, sarebbe opportuno disegnare studi appropriati così da ottenere dati significativi. C'è molto interesse nei confronti dei nutriceutici, è giusto che le loro caratteristiche vengano valutate bene e a fondo», concludono gli autori. «L'appello degli urologi americani è del tutto condivisibile – commenta Alberto Roggia, direttore dell'Unità di Urologia all'ospedale S. Antonio Abate di Gallarate (Varese) –. Purtroppo è difficile fare studi randomizzati e controllati di prevenzione primaria, dovrebbero durare dieci o vent'anni per dare informazioni consistenti. Non abbiamo quindi dati certi, ma il razionale perché funzionino c'è e noi urologi li consigliamo già da tempo».
ANTIOSSIDANTI – Quali sono le sostanze che non dovremmo farci mancare? «I polifenoli antiossidanti del tè verde, il resveratrolo del vino, il licopene dai pomodori e dalla salsa di pomodoro, dov'è ancor più concentrato – risponde Roggia –. Inoltre, la vitamina D, zinco e selenio dall'aglio, gli omega-3 che si trovano nel pesce ma anche, ad esempio, nei semi di lino. Di fatto consigliamo una dieta equilibrata e sana, che però non si dovrebbe iniziare a 60 anni, ma molto prima: oggi vediamo tumori anche nei quarantenni, l'educazione alimentare alla prevenzione dovrebbe cominciare fin da piccoli». Mangiare frutta e verdura ed evitare il sovrappeso sono insomma i cardini per prevenire il tumore alla prostata. «È il modo migliore per riuscirci, non abbiamo altre armi a disposizione. È invece tuttora molto dibattuto l'eventuale effetto benefico dei nutriceutici una volta che il tumore sia stato diagnosticato: sembra meno probabile, infatti, che riescano a cambiare il decorso del cancro quando è già presente», conclude Roggia.
Elena Meli
04 maggio 2010(ultima modifica: 04 giugno 2010)
http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/10_giugno_04/cibi-contro-tumore-prostata_9b5cd3f8-6414-11df-ae00-00144f02aabe.shtml