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Autore Discussione: Emma Marcegaglia rilancia  (Letto 2252 volte)
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« inserito:: Maggio 29, 2010, 04:42:15 pm »

Luca Rossi,   28 maggio 2010, 12:19

Emma Marcegaglia rilancia

La manovra correttiva approvata martedì dal Consiglio dei ministri va bene fin dove si parla di risanamento e di tagli obbligati, carente "la parte degli interventi strutturali in grado di incidere sui meccanismi di formazione della spesa pubblica". Anche perché, secondo la numero uno di Confindustria, la maggiore disciplina dei conti non è stata una scelta maturata con senso di lungimiranza, ma è solo stata imposta dalla crisi greca e dal conseguente andamento negativo dei mercati


Poi la ricetta per il risanamento del Paese, che passa obbligatoriamente per l'armonia e la coesione tra le parti sociali e le forze politiche. Anche tra Confindustria e sindacati, tanto che arriva la proposta di una grande assise per l'estate, a cui è invitata anche la Cgil, l'unica a non aver firmato l'accordo del febbraio 2009, a cui la Marcegaglia si rivolge direttamente: "il nuovo modello contrattuale funziona. Lo dimostrano i rinnovi conclusi. Ai sindacati voglio dirlo con sincerità, anche a quella parte che non ha firmato l'accordo del 2009: arroccarsi dietro ai no non aiuta a risolvere i gravi problemi del Paese."

La relazione di metà mandato della numero uno di viale dell'astronomia analizza poi le conseguenza della crisi, soprattutto quella che ha attraversato l'ultimo anno e mezzo: "a marzo 2009 avevamo perso 26 punti di produzione industriale rispetto ai massimi pre-crisi - sottolinea la presidente Confindustria - a marzo 2010 eravamo ancora sotto di oltre 20 punti, si sono persi oltre 7 punti di Pil e 700 mila posti di lavoro" per questo i tagli alla spesa pubblica dovranno essere strutturali "occorrono tagli agli stipendi pubblici - continua la Marcegaglia - aumenti dell'età effettiva di pensionamento, revoca delle false invalidità, tagli alla sanità."
Apprezzamento dunque per la manovra varata dal Governo che fa suoi alcuni di questi principi, che però dovrà rendere strutturali visto che lo scenario "è poco incoraggiante e potrebbe anche essere troppo tardi. Non si può sbagliare tattica e strategia" soprattutto perché, secondo Confindustria , "in Italia c'è bisogno di più mercato, ancora poco presente o assente in troppi settori della vita pubblica". Stoccata su un altro tema caro agli industriali, le liberalizzazioni mancate "che continuano a paralizzare il Paese. Si manifestano segni sempre più preoccupanti di una vera e propria allergia al mercato". E poi un invito anche alla politica, affinché dia per prima il buon esempio ai cittadini, tagliando gli sprechi, riducendo le spese eccessive e soprattutto cercando di non affossare la manovra in Parlamento, ma anzi, di renderla migliore.

Non si fanno attendere le reazioni del mondo politico con la maggioranza che apprezza il discorso di Emma Marcegaglia. Soddisfatto il ministro Ignazio La Russa, che lasciando l'Assemblea rilascia un "ottima la relazione della Marcegaglia", ma anche del presidente della Camera, Gianfranco Fini che dice di aver apprezzato soprattutto l'ultima parte "dove si è ricordato che la politica deve dare il buon esempio, e ci dovrà essere un accordo tra le imprese per la crescita della produttività e del salario dei lavoratori".
Risponde positivamente anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che si dice disponibile al dialogo e sottolinea come alcuni punti della relazione della numero uno di Confidustria si possano condividere anche se in molti casi sono sbilanciati a favore delle imprese "io - ha aggiunto Epifani - avrei puntato di più sulla riduzione fiscale per i lavoratori dipendenti".

Dura la stroncatura da parte della sinistra extra parlamentare con il segretario di Prc-Se-Fds, Paolo Ferrero che accusa la Marcegaglia di aver fatto un discorso che chiede sacrifici agli altri, "lavoratori e pensionati in testa, e la riproposizione della solita minestra riscaldata neoliberista, quella che ci ha portato all'attuale gravissima crisi europea e mondiale". "Gli industriali - ha concluso Ferrero - dovrebbero vergognarsi di continuare a chiedere misure come le privatizzazioni che servono solo a riempire le loro tasche, danneggiando l'Italia". Dai Comunisti Italiani arriva invece lo slogan "Berlusconi ordina, Marcegaglia esegue", "Palazzo Chigi sempre più dependance di Confindustria - scrive in una nota Pino Sgobio, dell'ufficio politico del Pdci - siamo in presenza del governo più classista della storia repubblicana e chi lo nega è in malafede".

Critico anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, secondo cui "la Marcegaglia deve decidersi, la manovra è o positiva o negativa, dire che servono manovre strutturali è una non risposta connivente con il governo che danneggia ancora di più il Paese". Dialogante invece il Pd, con il capogruppo in commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, che si sofferma soprattutto sulla proposta di una grande assise tra le parti sociali "E' fondamentale che le forze sociali e dell'economia - dice Damiano - rilancino una strategia di sviluppo e di tutela dell'occupazione perché la manovra del governo va in una logica di tagli, restrittiva e senza sviluppo" Assise che invece trova il ministro del lavoro e del welfare, Maurizio Sacconi, molto tiepido "è la vecchia proposta di Montezemolo sugli stadi generali - dice il ministro - non lo so, sono meno sensibile a proposte di questo tipo".

http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=14998
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