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Autore Discussione: Raimondo VIANELLO  (Letto 2398 volte)
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« inserito:: Aprile 15, 2010, 04:10:05 pm »

Garimberti: scompare pioniere della tv. Il ricordo dei colleghi, da Fo a Fazio e Fiorello. Veltroni: è come perdere un amico

«Con Raimondo Vianello scompare uno dei pionieri della televisione italiana, un professionista raffinato, elegante e mai volgare». Lo dichiara il Presidente della Rai, Paolo Garimberti. «Un artista - prosegue - un vero gentiluomo, che ha contribuito a rendere più lieve e gradevole il Servizio Pubblico fin dai suoi albori negli anni '50 e a fidelizzare con la sua comicità e il suo sorriso milioni di telespettatori. La sua versatilità professionale, la sua passione per la battuta, la sua capacità di scherzare con tutti e su tutto e la sua incredibile autoironia mancherà alla televisione italiana tutta e al mondo del calcio, sport per cui aveva un amore straordinario».

«Un signore del palcoscenico che ha legato il suo nome a dei momenti indimenticabili della televisione italiana e anche un amante del vero calcio. Faccio tante condoglianze alla moglie». Con queste parole Luca Cordero di Montezemolo, presidente del gruppo Fiat ricorda Raimondo Vianello.

«È stato una leggenda, un punto di riferimento per la televisione con la grande dote, come Oliver Hardy, della looking camera: era sul set ma riusciva ad essere sempre un passo più in là, senza mai perdere niente di vista». Lo ha detto Fabio Fazio, conduttore di «Che tempo che fa». «Ho ammirato e ritenuto preziosa la sua grande ironia, una vera e propria dote espressa al massimo grado. Ma soprattutto - ha sottolineato Fazio - è riuscito a fare il suo mestiere stando sempre un passo più avanti guardandosi anche da fuori. Era sempre un passo distante da dove si trovava, geniale e bravissimo».

Raimondo Vianello «era un uomo eccezionale e un artista eccezionale»: Pippo Baudo è commosso al telefono  a ricordare l'attore scomparso oggi a 88 anni. «Il nostro era un rapporto di 40 anni, mi consideravo uno di famiglia. Spesso ci siamo frequentati fuori il lavoro, da loro si stava bene e mi sentivo a casa. Aveva sempre una battuta - prosegue Baudo - anche quando negli ultimi tempi non stava più bene, non ha mai perso il suo carattere». Qual è la sua eredità? «Lascia una maniera leggera di interpretare questo mestiere, non ha mai voluto essere divo pur essendo immenso, da lui nessuna prosopopea, nessuna autoesaltazione ma un senso della misura che oggi si è completamente perso». È il rapporto con Sandra Mondaini? «Ci vuole una vita per descrivere la finezza del loro rapporto, si prendevano in giro ma non riuscivano a fare a meno l'uno dell'altro. Sandra è stata l'ispirazione della sua vita e Raimondo per lei, devoti e solidali. Lei purtroppo sta molto male, si è spezzato oggi il cordone ombelicale che li ha tenuti uniti e questo mi addolora immensamente». Quando vi siete sentiti ultimamente? «Negli ultimi tempi non parlava più, si era come assopito, ma recentemente ero riuscito a parlarci: se mi chiami per le condoglianze anticipate - scherzò - hai sbagliato numero».

«Lui era più anziano di me di 4 anni, ma abbiamo cominciato insieme prima in radio e poi in tv. Tra l'altro, mia moglie Franca Rame è molto amica della Mondaini. La comicità di Vianello, la cui scomparsa mi mette una profonda malinconia, era paradossale e innovativa, pur restando molto popolare». Lo ha detto Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, commentando la morte di Raimondo Vianello ad Affari Italiani.it. «Lui è nato come spalla di Tognazzi - ha aggiunto - ma poi è stato in grado di dar vita a un personaggio originale, quello del borghese perbene e discreto alla prese con i problemi della quotidianità. In questo senso, i suoi dialoghi spesso surreali con la Mondaini erano geniali».

«Muore con lui un'intera generazione». È questo il commento di Paolo Bonolis sulla scomparsa di Raimondo Vianello. Il celebre presentatore, che avrebbe compiuto 88 anni il 7 maggio, si è spento questa mattina intorno alle sette all'ospedale San Raffaele di Milano. «Mi dispiace profondamente - prosegue Bonolis sul quotidiano Affaritaliani.it - è una persona che ha vissuto tanto e che ha dato tanto a chi lo ha seguito. La generazione di Corrado, di Tognazzi e giustappunto di Vianello».

«Il mio primo pensiero va a Sandra a cui mando un affettuoso abbraccio»: è la prima cosa che dice Fiorello nel ricordare Raimondo Vianello scomparso oggi a Milano. «Se ne è andato il maestro dell'ironia per antonomasia, più di un presentatore, un attore dal grande stile, il primo anche che con Pressing riuscì a portare il sorriso nelle trasmissioni sportive», ricorda Fiorello. «Mi piace ricordarlo quando ai Telegatti, ogni volta che mi incontrava dietro le quinte, mi diceva, col quel suo sguardo fintamente stupito 'Ma cosa ci fai tu qui? Allora premiano proprio tutti!'. Dedico a Raimondo la mia serata di domani in teatro», conclude Fiorello.

«Tanta malinconia, è da 50 anni che lo conosco. Mi consola il fatto che adesso, da qualche parte, si è ricostituita la famosa coppia Vianello e Tognazzi». Lo ha detto Maurizio Costanzo commentando la notizia della morte di Raimondo Vianello. «È stata la prima persona che ho conosciuto quando ho iniziato a fare il mio lavoro 50 anni fa - ha spiegato Costanzo - lavoravo per un giornale e mi diede l'esclusiva del suo matrimonio con Sandra. Poi, mi sposai io, per la prima volta, e Vianello mi fece da compare di anello... Che volete che dica... È una vita che ci conosciamo. Lo ricorderò in tutte le mie trasmissioni oggi e continuerò a farlo ogni volta che lo riterrò opportuno».

«Se ne vanno sempre i migliori: mai una battuta così banale fu più azzeccata», dice Piero Chiambretti, commentando la morte di Raimondo Vianello. «Si può aggiungere che è un personaggio che non ha eredi, cloni, figure che anche lontanamente possano avvicinarsi alla persona che era. E poi, parafrasando una frase tipica degli sketch tra Raimondo e Sandra, direi anche che il mondo ora sarà solo 'una noia, una barba, una barba, una noià». Con Vianello, Chiambretti ha condiviso l'esperienza del Dopofestival a Sanremo nel 1998: «Era la prima volta Raimondo conduceva il festival, nonostante fosse già avanti negli anni: all'Ariston arrivò con la curiosità di un bambino e insieme il distacco di santone tibetano. Ricordo quel copione che non seguiva mai, il candore con cui finse di non risconoscere ospiti del calibro di Madonna».

Con un lungo applauso l'Aula della Camera ha salutato Raimondo Vianello, ricordato dal deputato Pdl Luca Barbareschi. «È la risposta migliore», ha detto Rosy Bindi, presidente di turno dell'Aula.«Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di suo marito Raimondo Vianello, protagonista della commedia all'italiana e uno dei volti più amati dal grande pubblico televisivo. La sua figura, esempio di sobria eleganza e misurata classe, lascia un grande vuoto nel mondo dello spettacolo». Inizia così il messaggio di cordoglio che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato a Sandra Mondaini. Fini sottolinea come Vianello abbia «saputo interpretare con fine ironia la vita del nostro tempo accompagnando per più di sessant'anni l'evoluzione del costume e della società italiana. La sua umanità, simpatia e straordinaria signorilità - aggiunge - gli hanno assicurato il costante affetto del suo pubblico e di tutti gli italiani. La sua passione per lo sport e, in maniera particolare per il calcio, lo hanno reso un personaggio stimato e popolare anche tra gli sportivi». «Ci mancheranno il suo garbo, i suoi toni non gridati, la sua competenza e grande professionalità», prosegue Fini esprimendo a Sandra Mondaini, «in questo momento di grande dolore, il mio più sincero sentimento di cordoglio, unitamente a quello della Camera dei deputati».

«La scomparsa di Vianello colpisce tutti noi. E come se ciascuno avesse perso una persona amica che per anni ci ha accompagnato nella nostra quotidianità. il suo umorismo intelligente graffiante ma al tempo stesso popolare era figlio di un'italia che sapeva esprimersi con meravigliosa ironia attraverso parole misurate e gesti garbati. un abbraccio affettuoso va a sua moglie Sandra, compagna di una vita che li ha visti condividere sul palco e fuori momenti stupendi e difficili ma sempre con inconfondibile eleganza». Così Walter Veltroni.

«Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Raimondo Vianello. Per oltre cinquant'anni il suo umorismo sottile e tagliente ha accompagnato la vita del nostro Paese e ci ha fatto sorridere con leggerezza anche nei momenti più difficili». È quanto si legge in un telegramma che il presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato a Sandra Mondaini. «Raimondo - prosegue Schifani - ci mancherà, perché ha rappresentato l'idea di un'Italia borghese, educata, mai volgare, ma al tempo stesso capace di non prendersi mai sul serio e di vivere la vita con allegro distacco. La sua elegante simpatia, così come il vostro sodalizio artistico e di vita, sono entrati a pieno titolo nel patrimonio culturale di un popolo». «Le esprimo - conclude il presidente del Senato - tutta la vicinanza e l'affetto, anche a nomi dei senatori, con un commosso pensiero».

«Di Raimondo Vianello ho un bellissimo ricordo. È un grande attore del nostro Paese, uno che, un pò come Alberto Sordi, ha raccontato la storia italiana, con la sua comicità e con le sue intuizioni sempre cariche di una grande cultura e di un grande valore umano». È quanto ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

«Scompare una delle figure più eleganti della televisione italiana. Vianello non apparteneva nè alla Rai nè a Mediaset, apparteneva al pubblico televisivo italiano», è questo il commento  del consigliere del Cda Rai Antonino Rizzo Nervo, dopo la morte di Raimondo Vianello. «Lascia un vuoto molto profondo - continua Rizzo Nervo - anche perchè non credo che il suo stile sia ripetibile. Possedeva un'autoironia straordinaria, accentuata dal fatto che lavorava in coppia con la moglie, il che lo rendeva un unicum. Lui, Tognazzi, Bongiorno, hanno fatto la storia della tv».

15 aprile 2010
da unita.it
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