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Autore Discussione: Placido sapeva vedere le passioni del quotidiano  (Letto 2576 volte)
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« inserito:: Gennaio 07, 2010, 04:57:50 pm »

7/1/2010
 
Placido sapeva vedere le passioni del quotidiano
 
GIANLUCA NICOLETTI
 
Con Beniamino Placido la tv smise di essere valutata per aree degne e indegne. Un universo di simboli era alla portata di tutti e poteva essere facilmente letto da chiunque, bastava guardare la televisione con atteggiamento curioso per vedervi in sottotraccia il brulichio delle passioni, dei desideri, delle miserie e degli splendori del nostro quotidiano.

Negli anni in cui lui la raccontò con quotidiana applicazione, la televisione italiana stava forse attraversando la fase più interessante della sua storia, il palinsesto si allargava e doveva trovare note di armonia con il soffritto o con il detersivo per piatti, si apriva quindi alle Raffaelle e ai loro fagioli, ai Funari e alle loro mortadelle, ai primi pomeriggi grondanti di miracoli, omicidi e tragedie popolari.

La partecipazione estemporanea dei primi «casi umani» attraversò così con uno strabiliante cortocircuito la stirpe degli eletti, che per diritto divino occupava da sempre l'Olimpo televisivo. Si fecero strada alcune avanguardie di esseri comunemente mortali, non più pubblico, ma protagonisti, che la televisione «della gente» cominciava a selezionare come rappresentative testimonianze di drammi, paradossi o moderne parabole edificanti.

Fu questa la finestra da cui Placido si affacciò e raccontò con ispirata leggerezza quello che vedeva, senza il pregiudizio superstizioso e codino di chi temeva la tv come grande corruttrice. Poi la televisione cambiò radicalmente, e accadde proprio nell’ultimo decennio in cui lui allentò la sua attenzione, il medium veggente si era fatto da parte lasciando spazio a chi era stufo di fare solo lo spettatore. La trasformazione da mezzo a fine, da specchio del reale a reality show, finì col soffocare ogni possibile poetica della televisione e ogni metaforica lettura della stessa.

La tv oggi è, prima di tutto, un luogo fisico da abitare; chi la guarda non vuole lezioni di vita, ma cerca un permesso di soggiorno. Non serve più un visionario come Placido per decifrarne i significati nascosti, può benissimo descriverla qualsiasi agente immobiliare.

da lastampa.it
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