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Autore Discussione: Per Rutelli Casini disposto a cambiare nome all’Udc  (Letto 2535 volte)
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« inserito:: Novembre 25, 2009, 05:15:53 pm »

Per Rutelli Casini disposto a cambiare nome all’Udc


di Federica Fantozzi


Da coppia di fatto, ancora separata ma in marcia su corsie parallele, alle nozze entro un anno.

Benedette dai confetti di marca Pelino, prodotti dalla collega Paola parlamentare pidiellina della nota famiglia. E allietate da una creatura: il vagheggiato, sospirato, sussurrato più volte annunciato e finora nominato invano nuovo partito. Di fronte al “sacerdote officiante” Bruno Vespa che presentava il suo libro, ieri Casini e Rutelli si sono scambiati pubblica promessa di matrimonio politico. Il leader centrista si è detto disposto persino a «cambiare nome» alla sua formazione «per fondare una nuova forza » con il gemello centrista. Appuntamento a metà legislatura: snodo cruciale. Le «idee per il futuro» combaciano, l’obiettivo è ambizioso: il 15%. Oltre il doppio di quel 6-7% a cui i sondaggi accreditano attualmente le manovre centriste. Il neo-leader di Alleanza per l’Italia ha colto l’occasione per annunciare le ultime due newentry: il senatore Giacinto Russo, provenienza IdV, e il deputato Bruno Cesario, fuoriuscito dal Pd. Entrambi campani: segno che la partita per le Regionali, oltre a quella per la costituzione del gruppo parlamentare, è ancora apertissima. «Bisogna fondare un partito nuovo - ha argomentato Casini - capace di parlare a una platea più vasta del mondoexDce di produrre la convergenza anche di tante persone fuori dal circuito della politica». Nella pattuglia rutelliana non nascondono la soddisfazione, leggendo l’apertura casiniana come la consapevolezza che per avere come interlocutore un certo segmento di società - il Nord produttivo e operoso, industria e piccole imprese, parrocchie e centri sociali, delusi dagli estremismi - non si può offrire «un partito padronale con il nome di qualcuno nel simbolo ».

Insomma, Casini, che nei mesi scorsi ha rifiutato più di un’avance, starebbe considerando la questione con occhi diversi e più attenti: «Non c’è niente da fare. Chi non vuole arrendersi a Berlusconi deve venire da noi - sogghigna soddisfatto un componente del “gruppo Api” - Alla fine l’ha capito anche Pier Ferdinando». Sarà.

Se son rose, per l’appunto, fioriranno. Per ora Rutelli si concentra sulla convention di lancio del suo movimento a Parma l’11 e 12 dicembre, date in cui il Pd ha convocato la sua mobilitazione di piazza.

E Casini si dedica a tessere la ragnatela nelle Regioni: alla fine, un accordo con il Pd potrebbe trovarsi nonostante la Bresso, se il centrodestra metterà in pista il leghista Cota. Mentre in Puglia, dopo l’accelerazione di Vendola, l’Udc sta alla finestra in attesa delle mosse berlusconiane. Confetti e annunci di nozze, dunque, al momento sono pura tattica. Le somme si trarranno in primavera.

Rutelli evoca lo storico scambio di borraccia tra Coppi e Bartali. E chissà se tornerà di scena, secondo la caustica definizione dell’Espresso di qualche anno fa, il «Beauty Center».

25 novembre 2009
da unita.it
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