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Autore Discussione: Oggi la nuova Europa: più potere ai cittadini  (Letto 1982 volte)
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« inserito:: Dicembre 06, 2009, 11:17:16 am »

1/12/2009

Oggi la nuova Europa: più potere ai cittadini
   
ROBERTA ANGELILLI E GIANNI PITTELLA


Un’Unione europea più efficiente e più partecipata dai cittadini nelle sue decisioni e più forte sulla scena mondiale: è questa la visione della nuova Europa contenuta nel trattato di Lisbona che entrerà in vigore da oggi.

L’iter lungo e travagliato dell’adesione al trattato, per la comprensibile resistenza di molti Stati a cedere sovranità e a rinunciare a diritti di veto a favore delle istituzioni europee, è probabilmente la migliore testimonianza a favore della profondità dei cambiamenti che il nuovo patto porta con sé. Avvicinare la Ue ai cittadini e i cittadini alla Ue rafforzando, accanto all’intermediazione dei governi nazionali che sono stati finora i veri «signori» dell’Unione politica, il ruolo dei parlamenti, è il primo obiettivo della riforma istituzionale che sta ridisegnando la governance di Bruxelles.

L’adozione di tutta la normativa europea, da cui deriva, è bene ricordarlo, il 75% del nostro corpus legislativo, sarà soggetta d’ora in poi a un livello di controllo parlamentare che non ha riscontri in nessun’altra struttura sovrannazionale o internazionale. Infatti tutta la legislazione europea richiederà, con poche eccezioni, la duplice approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo. Inoltre scatta un importante coinvolgimento dei parlamentari nazionali nel processo decisionale. Ciascuno di essi riceverà infatti tutte le proposte legislative dell’Unione, in tempo utile per discuterle con i suoi ministri prima che il Consiglio europeo adotti una posizione e avrà anche il diritto di proporre un nuovo esame se ritiene che non sia rispettato il principio di sussidiarietà, per il quale ogni decisione va presa al livello di governo più vicino possibile al territorio.

Ma i cittadini stessi conteranno di più, perché avranno la possibilità di presentare direttamente iniziative legislative alle istituzioni europee. Secondo questa nuova disposizione di democrazia partecipativa, un milione di cittadini appartenenti a un numero significativo di Stati membri, può invitare la Commissione a presentare una proposta su questioni per le quali ritiene necessario un atto giuridico ai fini dell’attuazione del trattato di Lisbona.

Anche la voce dell’Europa sulla scena mondiale potrà essere più forte se sarà politicamente colta una delle principali novità del trattato. A rappresentare l’unicità della politica «estera» dell’Ue sarà una nuova carica istituzionale, nominata per la prima volta nei giorni scorsi dal Consiglio. La carta di Lisbona stabilisce principi e obiettivi comuni per l’azione esterna dell’Unione: democrazia, Stato di diritto, universalità ed inscindibilità dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana e dei principi di uguaglianza e solidarietà.

Un’importante novità riguarda anche l’organismo di rappresentanza dei governi: la durata del mandato del presidente del Consiglio è stata prolungata, in modo da rafforzarne il suo potere di coordinamento. Inoltre il trattato estende il voto a maggioranza qualificata a nuovi ambiti politici per arrivare a processi decisionali più snelli su questioni cruciali come il clima, la sicurezza energetica, gli aiuti umanitari, ambiti per i quali la carta prevede per la prima volta apposite sezioni. L’unanimità è stata mantenuta solo per la politica fiscale, estera, la difesa e la sicurezza sociale.

Si chiude davvero un’epoca, spetta a tutti noi europei pretendere che se ne apra una nuova, forti del trattato di Lisbona.

*Vicepresidenti del Parlamento europeo

da lastampa.it
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