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Autore Discussione: Via Ruffini, a RaiTre nominato Di Bella.  (Letto 2219 volte)
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« inserito:: Novembre 26, 2009, 11:04:52 am »

La decisione del cda di viale Mazzini con otto voti favorevoli e uno contrario

Critico Zavoli.

Rizzo Nervo, unico a esprimersi per il no: "Rimozione sollecitata dall'esterno"

Via Ruffini, a RaiTre nominato Di Bella.

Garimberti: "Una scelta aziendale"


ROMA - Alla fine si è arrivati al voto e il cda di viale Mazzini ha silurato Paolo Ruffini. Al suo posto alla direzione di RaiTre è stato nominato l'ex direttore del Tg3, Antonio Di Bella. Otto i voti a favore e uno solo contrario, quello del consigliere Nino Rizzo Nervo che aveva già annunciato il suo no.

"Ci sono cose che si commentano da sole", ha detto Ruffini commentando la decisione del cda. "Per me parla il lavoro svolto ogni giorno dalla rete. Un lavoro che è stato ed è sotto gli occhi di tutti e che ha onorato il ruolo del servizio pubblico".

Dal canto suo, Di Bella definisce "un grande onore poter continuare il lavoro di Paolo Ruffini e del gruppo dirigente di RaiTre che ho avuto modo di conoscere e apprezzare nei miei otto anni di direzione al Tg3". E ancora: "Il mio impegno è consolidare i risultati raggiunti, per qualità e ascolti, garantire e sviluppare l'identità della rete".

Paolo Garimberti ha spiegato il suo sì all'avvicendamento dicendo di voler "essere il presidente di un'azienda normale. Ecco perché considero questa una scelta totalmente aziendale". "Può piacere o meno, può essere condivisa o criticata, considerata giustificata o ingiustificata. Ma è, per quanto mi riguarda e di questo rispondo sì personalmente - ha aggiunto - una scelta aziendale. Che ci si creda o meno a me questo non interessa".

I modi e i tempi della sostituzione di Ruffini sono stati però criticati da Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza: "Non si può negare alla Rai il diritto, addirittura il dovere, di esercitare i suoi poteri. Ciò che nella sostituzione del dottor Ruffini è parso tuttavia esorbitare da criteri giurisdizionali sono stati tre elementi: l'estenuante lentezza della decisione; l'assenza di motivazioni che accreditassero la natura professionale del provvedimento; l'incongrua, nuova collocazione escogitata per giustificare un esito di cui la politica stessa, certo non estranea alla questione, non credo possa menar vanto". "Ai riconoscimenti pressoché unanimi riservati alla qualità del lavoro svolto dal dottor Ruffini - ha continuato Zavoli - è nondimeno doveroso aggiungere la persuasione che il dottor Di Bella saprà portare nel nuovo incarico i meriti acquisiti nel corso della sua carriera". "Spero - ha concluso - che una ponderata riflessione possa orientare per il meglio le decisioni riguardanti le nomine ancora in sospeso".

Nino Rizzo Nervo ha spiegato il motivo del suo voto contrario partendo con una nota ironica: "Il 15 dicembre la Terza Rete compirà trent'anni e oggi il Cda ha dato il via alle celebrazioni cacciando il suo direttore. Non avrei mai immaginato che la richiesta di epurazione da mesi sollecitata dall'esterno potesse essere accolta con un solo voto contrario". Per Rizzo Nervo "i risultati di qualità, di ascolti e di economicità di gestione raggiunti da Paolo Ruffini erano inattaccabili". "Ho votato no, quindi, con profonda convinzione perché l'avvicendamento di Ruffini non ha alcuna giustificazione aziendale - ha sottolineato - A tutti coloro che lavorano in azienda oggi arriva un segnale forte ma devastante: il merito e i risultati non contano nel giudizio di chi guida il servizio pubblico, tant'è che chi ha ben meritato viene mortificato e messo da parte. Faccio, comunque, i miei auguri ad Antonio Di Bella. Il suo non sarà un compito facile, ma spero che saprà difendere la storia di libertà e l'autonomia di RaiTre".

Tra i consiglieri che hanno votato sì, ha motivato la sua posizione Giorgio Van Straten: "Il mio comportamento oggi in consiglio di amministrazione si è ispirato a due principi, la valorizzazione della professionalità di Paolo Ruffini e la salvaguardia dell'identità di RaiTre. Per questo, da una parte, mi auguro che Ruffini accetti la proposta che gli è stata avanzata e che io ritengo seria e importante" ha detto facendo riferimento alla direzione dei canali digitali. Dall'altra, ha aggiunto, "ho ritenuto che il nome di Antonio Di Bella corrispondesse perfettamente alla necessità di tutelare uno dei capisaldi del servizio pubblico, uno dei pochi spazi rimasti per un'informazione non omologata, per trasmissioni intelligenti e innovative, per l'approfondimento e l'inchiesta giornalistica di qualità".

"La rimozione di Paolo Ruffini è una brutta pagina per il servizio pubblico", ha commentato Paolo Gentiloni, responsabile comunicazioni del Pd. "Il vertice Rai ha infatti dato esecuzione a un ordine esterno e così facendo ha mandato un messaggio chiaro all'azienda: qualità e ascolti valgono zero, il pluralismo autentico è una anomalia da combattere - ha aggiunto Gentiloni. - Le qualità professionali e personali che Antonio Di Bella metterà al servizio di RaiTre sono fuori discussione, ma purtroppo questo non cancella la gravità dei modi e degli obiettivi con cui è stato rimosso Ruffini".

Apprezzamento per la decisione è stato espresso dal Pdl. "La nomina di Antonio Di Bella è un'eccellente scelta che premia la professionalità di un ottimo giornalista che saprà sicuramente farsi valere in questa nuova sfida", ha affermato in una nota Giovanni Mottola, membro Pdl della Commissione di vigilanza Rai. Per Piero Testoni, anche lui del Pdl, "un professionista più di qualità che di parte, che sostituisce un professionista di qualità che negli ultimi anni si era fatto a tratti condizionare dalle posizioni di parte".

"Inquieta la pervicacia con cui si è perseguito l'obiettivo di sostituire un dirigente che stava svolgendo un lavoro unanimemente apprezzato. Sarebbe gravissimo se il nuovo incarico affidatogli si rivelasse una scatola vuota", è il commento di Carlo Verna, segretario nazionale Usigrai. "Il caso Ruffini va messo in conto al direttore generale e alla maggioranza consiliare che lo sostiene, ma siamo certi che Di Bella saprà raccogliere l'eredità del direttore che sostituisce - ha aggiunto - Fino a prova contraria, che non temiamo possa esserci, lo difenderemo da chi l'indicasse come il normalizzatore di RaiTre. Fino a ieri per noi era una delle vittime di un metodo di lavoro non corretto, che ha lasciato senza incarico diversi giornalisti e dirigenti".

(25 novembre 2009)

da repubblica.it
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