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Autore Discussione: LORENZO MONDO La guerra del calzino  (Letto 2165 volte)
Admin
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« inserito:: Ottobre 25, 2009, 04:13:57 pm »

25/10/2009

La guerra del calzino
   
LORENZO MONDO


Ma perché in Italia anche i problemi più seri vengono affrontati con una passione che tende a eccedere, a confondere l’essenziale e l’accessorio, svilendo la materia stessa del contendere? Sono pronto a scommettere che la maggior parte dell’opinione pubblica prova sconcerto, indulgendo perfino al riso, davanti alla «guerra dei calzini», appena sedata.

Vediamo l’antefatto. Un servizio di Mattino 5 mette in onda le riprese di una passeggiata del giudice Mesiano, quello che ha condannato la Fininvest, ergo Berlusconi, a pagare 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti. La voce fuori campo di una cronista commenta le presunte «stravaganze» del giudice che, in attesa di entrare dal barbiere, fuma «l’ennesima sigaretta della mattina, come fosse uno spot all’incontrario». Inoltre, inarrivabile stranezza, sfoggia un calzino turchese su mocassino bianco.

Si tratta evidentemente di balordaggini che, nonostante le intenzioni maliziose, non intaccano la figura di un uomo assolutamente normale e si risolvono semmai in un boomerang per i fautori di Berlusconi. Ma ecco la levata di scudi dell’Associazione nazionale magistrati e della Federazione della stampa contro il «pedinamento» del dottor Mesiano e la violazione della sua privacy. Non mancano le reprimende dell’opposizione e un portavoce dell’Italia dei Valori, Dio lo perdoni, arriva a denunciare «metodi degni dei peggiori anni della Stasi».

Il Consiglio superiore della magistratura si è espresso quasi all’unanimità a difesa del magistrato, contro gli aspri, inaccettabili attacchi del primo ministro per una sentenza ritenuta punitiva nei suoi confronti. Ma ha messo sul conto delle doléances anche il famoso video, quello dei calzini. E’ un grave attentato all’intimità di una persona, assurta alla notorietà, riprenderla mentre va dal barbiere? Si può parlare, visti tra l’altro i deludenti risultati del servizio televisivo, di atto intimidatorio?

Mi sembra uno zelo eccessivo, non riscontrabile in altre situazioni, da parte dei valentuomini che compongono l’organo di autodisciplina dei magistrati. Si vorrebbe tanto, mio Dio, che le sotterranee astuzie e lo spirito polemico non offuscassero le ragioni di un confronto, da condurre a viso aperto, senza concedere spazio alle spiritosaggini da barzelletta.

da lastampa.it
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