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Autore Discussione: GUIDO TIBERGA I due volti della fantasia  (Letto 2426 volte)
Admin
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« inserito:: Settembre 01, 2009, 10:55:42 am »

1/9/2009


I due volti della fantasia
   
GUIDO TIBERGA

C’è stato un tempo in cui Disney e Marvel segnavano due categorie dell’esistenza: la fanciullezza e l’adolescenza, la famiglia e l’indipendenza, la tranquillità e la rivolta. Disney era la tradizione: animaletti parlanti, colori pastello, avventure senza violenza da leggere sotto l’ala dei genitori. Marvel la rivoluzione: uomini normali catapultati dal caso nel pantheon degli eroi, mostri incattiviti, psicologie fragili, disegni dalle prospettive mai viste, storie da seguire spesso di nascosto, senza l’approvazione degli adulti di casa, spaventati come sempre dal nuovo.

Topolino era in Italia da sempre, sopravvissuto persino alla furia autarchica dell’era fascista. L’Uomo Ragno ci era arrivato da poco, per caso e per intuizione, com’era ancora possibile agli albori degli anni Settanta. Un’estate in Versilia, un’edicola piena di giornaletti stranieri destinati a turisti, un fumettaro attento come Luciano Secchi: «Trovai una copia di Spiderman e ne rimasi folgorato», ha raccontato mille volte in questi ultimi quarant’anni. Secchi scriveva le storie di Kriminal, Satanik e Alan Ford per Andrea Corno, un giovane editore milanese: lo convinse ad acquistare i diritti della Marvel, segnando per sempre l’immaginario di una generazione.

Il primo numero dell’Uomo Ragno uscì nella primavera del 1970, otto anni dopo il debutto americano, e nulla fu più come prima. Non erano soltanto i «superpoteri», le capacità sovrumane di buoni e cattivi, i costumi naif di cui andavano vestiti. Quelli, in fondo, ce li avevano pure Superman e Batman, eroi di carta fin dai tempi dell’anteguerra.

Le storie targate Marvel attiravano per il senso di paradossale realtà che traspariva dalle vignette, che pure raccontavano di ragazzi che camminavano sui muri, donne invisibili, dotti scienziati con gli arti di gomma o con il corpo trasformato in una montagna di muscoli verdi. Quelle storie sembravano vere perché ambientate nelle strade reali di New York, perchè sullo sfondo comparivano le stesse notizie che ogni sera rimbalzavano sui pochi telegiornali di allora: il Vietnam, la guerra fredda, il razzismo, le prime morti per droga. Topolinia e Paperopoli erano il passato, la Manhattan di Spiderman il futuro di lettori giovanissimi ma non più in età da favolette.

Quasi mezzo secolo dopo, la distanza tra i due mondi non è meno profonda: Disney insiste sul target della famiglia, e pur senza le rigidità del passato, continua a tenersi lontana dai temi più crudi. Marvel prosegue per la sua strada: ha mostrato la rabbia e l’impotenza degli eroi sconfitti alle Twin Towers e nei mesi scorsi ha mandato Obama a far conoscenza con l’Uomo Ragno. Gli affari sono affari, ma sui blog di tutto il mondo i più preoccupati sembrano i fan della Marvel: «Per favore, diteci che per noi non cambierà nulla».

da lastampa.it
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