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Autore Discussione: La stampa internazionale ipotizza un rapido declino del Re Papi-Silvio...  (Letto 2033 volte)
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« inserito:: Giugno 29, 2009, 06:13:15 pm »

Escort, cene e farfalline «Letta ha preso le distanze»

di Natalia Lombardo


La stampa internazionale ipotizza un rapido declino del Re Papi-Silvio: dai quotidiani britannici allo spagnolo El Pais, articoli sull’inchiesta di Bari. Berlusconi intanto cerca di rifarsi un trucco da «uomo del fare» che ha i suoi svaghi (il trucco televisivo è sempre a posto) e dare un’immagine di compattezza del suo governo, condita con l’elogio alle ministre. Ieri è stato Giulio Tremonti a dare la linea al Pdl, per sventare l’ipotesi non così remota: «Un governo tecnico si può anche trovare, ma durerebbe il tempo di uno Yomo», dice il ministro dell’Economia (facendo anche pubblicità allo yogurt), intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 ora. Per Tremonti il governo è «fortissimo» e supportato dal Parlamento. «Le indagini, anziché farle sulla Sacra Corona Unita, le fanno su roba del genere». Insomma, la «leadership fortissima» di Berlusconi è nota all’estero: «Il resto è essere guardoni». Veramente le ragazze di Bari fra loro lamentavano l’essere «accarezzate» davanti a un uomo della scorta... Il Times on line titola così: «Oh Silvio, not in front of the guards», e Patrizia D’Addario racconta la notte brava del 4 novembre, passata insonne con un Silvio «toro instancabile» e un’infinità di docce gelate.


IL GRANDE FREDDO

Il Sunday Times rivela indiscrezioni raccolte nel governo: ovvero che l’«angelo custode» del cavaliere si sarebbe stancato: «Gianni Letta si è distanziato dal premier e da alcuni mesi declina i suoi inviti a cena», scrive il domenicale britannico mostrando le crepe: un «collaboratore disamorato» ha detto che «Berlusconi si è trasformato nell'opposto di Re Mida, sporca tutto quello che tocca».
Che Gianni Letta sia imbarazzato dalle esuberanze del premier è piuttosto evidente, anche per i suoi buoni rapporti con il Vaticano e il Quirinale. Berlusconi lo usa come suo sostituto in caso di imbarazzi istituzionali o torcicolli dolorosi. Nell’entourage del premier i pezzi del Times sono bollati come «schifezze» o mossi dalla concorrenza di Murdoch che vede minato il monopolio satellitare dal mondo digitale. Ma nel Pdl dicono che «erosione» avanzi, con dubbi sul «dopo-Berlusconi». Gianfranco Fini aspetta, ma non crede, dicono parlamentari a lui vicini, ad una rapida caduta di Re Silvio, a meno che non esploda uno scandalo più pesante dalle inchieste sul fronte cocaina. Una mina vagante sulla vetrina del G8 a L’Aquila.
Il presidente della Camera

Fini è un altro soggetto della guerra di successione. Certo «non accetterebbe essere a capo di un governo di transizione», semmai in un governo confermato dagli elettori. Ma se Berlusconi si dimettesse «e designasse un altro che non fosse Fini, che è il secondo leader del Pdl, il partito esploderebbe», dice un ex An. I capigruppo, invece, fanno muro difensivo. Lui, il premier, evita Villa Certosa e la Sardegna. Ieri era a Milano. Oggi vuole stupire con effetti speciali, che il Times chiama il suo tipico «flamboyant style»: presentare a Napoli il programma del G8 de L’Aquila, a bordo della mega nave da crociera Msc Fantasia (che avrebbe usato se avesse lasciato il G8 alla Maddalena). Location ideale per uno show diversivo, con cena privata e notte all’hotel Vesuvio. La tattica di Papi è rivendicare il suo stile esagerato di vita: dal promettere ai giornalisti l’invito «alle mie cene, così vedete la qualità degli interventi artistici» di Apicella e le sue girls, alle dame di compagnia che non si è accordo fossero prostitute.


29 giugno 2009
da unita.it
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