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« inserito:: Giugno 08, 2009, 10:55:08 am » |
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L'intervista
Il Professore: «Io membro da un anno ma il clima di lite ci danneggia»
«Situazione aggrovigliata, all'estero se ne sono accorti. Ed io non ho mai più avuto alcun aggiornamento»
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — «Io nel comitato d’onore dell’Expo 2015? Veramente, pensavo di esserci già da almeno un anno, da quando Milano la spuntò su Smirne grazie a un grande gioco di squadra del sistema-Italia. Da allora, però, mi pare che la situazione si sia a dir poco aggrovigliata e all'estero se ne sono accorti».
L'annuncio del sindaco Moratti all'assemblea generale del Bureau International des Expositions sulla presenza di Prodi e D'Alema nel comitato d’onore ha prima spiazzato e poi irritato il due volte premier: «Che significa? Non capisco... La questione non è il comitato d'onore, ma un percorso condiviso che consenta di rilanciare, soprattutto dal punto di vista dei contenuti, un evento di tale portata: cosa che purtroppo per il momento non mi pare all'orizzonte». A Prodi ancora si illuminano gli occhi nel ricordare quel 31 marzo di un anno fa, a Parigi, quando Milano sconfisse Smirne per 86 voti a 65, capitalizzando un lavoro diplomatico che aveva coinvolto maggioranza e opposizione, portando gli «ambasciatori» italiani a raggranellare consensi dalle Americhe all’Africa.
Poi cosa è successo, Professore? «Entrai con grande piacere a far parte del comitato. Lo ritenevo anche mio un dovere visto che, come presidente del Consiglio, avevo svolto un ruolo di rilievo in una partita dall’esito tutt'altro che scontato. Se riuscimmo a spuntarla fu perché, per una volta, ci fu davvero uno sforzo comune, al di là degli schieramenti... ».
Cosa è rimasto di quello spirito? «Non so, personalmente non ho più avuto notizie su come stessero procedendo le cose. Nessun aggiornamento... ».
Possibile? «Guardi, gli unici aggiornamenti sull'Expo di Milano li ho avuti recandomi all'estero per il mio lavoro. E le assicuro che non mi hanno fatto per niente piacere».
In che senso? «Molti di coloro che un anno fa a Parigi ci avevano dato il voto, e nei confronti dei quali io ed altri esponenti del governo ci eravamo spesi in prima persona, mi hanno chiesto preoccupati che cosa sta succedendo, come mai la macchina non si è ancora messa in moto. Per non parlare poi dei commenti dei turchi... ».
E lei che cosa ha risposto? «Ho riferito quello che è sotto agli occhi di tutti. E, cioè, che attorno all’Expo 2015 sta andando in scena una lite continua tra cinque strutture di potere (Prodi non specifica quali, ma, secondo fonti a lui vicine, il riferimento è al sindaco Moratti, al governatore Formigoni, a settori della Lega, di Forza Italia e del governo, ndr) ».
Qualcuno dirà: ecco, adesso che è fuori da tutto, Prodi spara a zero... «Proprio il contrario. Ho sempre guardato all’Expo come ad un fatto che riguarda l’interesse nazionale. Per questo, il mio augurio è che tutti i soggetti interessati raggiungano al più presto un'intesa. E non solo sugli aspetti immobiliari dell'evento, ma sui contenuti. Che sono quelli che fanno la differenza... ».
Non si è perso troppo tempo? «Ma no, se si vuole, si può ancora recuperare. È come per la nazionale di calcio: litighiamo, ci scanniamo, ma alla fine noi italiani ce la facciamo a vincere il Mondiale».
Francesco Alberti 03 giugno 2009
da corriere.it
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