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Autore Discussione: Una cappella «laica», la sfida dell'ospedale  (Letto 2237 volte)
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« inserito:: Aprile 03, 2009, 05:39:25 pm »

Nessun simbolo alle pareti. Il direttore generale: «A disposizione di tutte le fedi e anche di chi non crede»

Una cappella «laica», la sfida dell'ospedale

Alle Molinette una stanza del silenzio.

Minacce alla vigilia dell'inaugurazione


DAL NOSTRO INVIATO
 
Una foto di gruppo durante l'inaugurazione della stanza del silenzio e della preghiera, aperta a tutte le confessioni religiose, all'Ospedale Molinetet , a Torino (Ansa). 
TORINO — La «Stanza del silenzio» sarà anche politically correct ma, com'è evidente dall'ingresso videosorvegliato, a qualcuno potrebbe non piacere. Per esempio a vandali, antisemiti, anti-islamici o integralisti di questa o quella religione. Magari gli stessi che nelle scorse settimane hanno spedito lettere di minacce al direttore generale Giuseppe Galanzino (che ieri l'ha inaugurata) o al ragazzo dell'amministrazione che ha seguito il progetto. Frasi farneticanti («brucerai nelle fiamme dell'inferno») oppure critiche feroci per l'apertura a tutte le fedi di un luogo che fino a ieri è stato invece uso esclusivo dei cattolici. «È semplicemente una stanza che dà la possibilità a chiunque, anche a chi non crede, di ritrovarsi nello spirito», spiega Galanzino, sicuro che il progetto funzionerà, e senza intoppi. Le minacce? Il direttore sminuisce, «dev'essere stata una vecchia madama...» e dice che «ci staremo attenti, soprattutto i primi tempi, perché qualche pazzo può sempre arrivare. C'è la telecamera e poi faremo fare dei giri di controllo». La sua «stanza silenziosa», ricorda, «è stata realizzata con pochi soldi e con la disponibilità assoluta del cardinale Poletto».

La diocesi ha messo a disposizione la cappella del vecchio ospedale dermatologico (oggi un'ala del corpo principale), quasi mai usata perché alle Molinette è in funzione una chiesa ben più grande. Ed è nella chiesa che hanno trovato posto la madonnina, i crocefissi e gli altri simboli cattolici spostati dall'ormai ex cappella per far posto a pareti con diverse sfumature di azzurro, colore scelto con un sondaggio fra i rappresentanti delle diverse religioni. Scartati all'unanimità il giallo, l'arancio e il rosso, escluso l'affresco dei muri con scene panoramiche («cose che non favoriscono la meditazione»), vietati i simboli di ogni confessione perché nessuna possa prevalere sulle altre. Accesso consentito a tutti, degenti, parenti, amici, personale ospedaliero. Unica concessione ai simboli: i libri sacri dei vari culti, a disposizione in un armadietto all'ingresso della sala. Accanto ai libri anche un registro per scrivere impressioni e suggerimenti, «un modo — dice Galanzino — per monitorare il gradimento di questa iniziativa che è anche la prima, nel nostro Paese, in un ospedale pubblico». A giudicare dalle telefonate arrivate ieri in amministrazione dai vari reparti l'interesse sembra assicurato. Ci scommettono anche le decine di consulenti spirituali da un anno al lavoro, proprio alle Molinette, per garantire «l'assistenza dell'anima» a tutti, musulmani, ebrei, evangelisti, buddhisti, cattolici, ortodossi, induisti...

Giusi Fasano
03 aprile 2009

da corriere.it
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