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Autore Discussione: Io, Paola Concia e l’umanità della Politica  (Letto 3066 volte)
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« inserito:: Agosto 02, 2007, 05:56:58 pm »

Io, Paola Concia e l’umanità della Politica

Paola Binetti


Il dibattito politico di questi giorni presenta molteplici chiavi di lettura, che in parte possono annoiare e in parte possono disorientare: c’è chi crede di sapere ormai tutto, di aver visto tutto, e scommette su come andranno a finire le cose, con un po’ di supponenza e un po’ di cinismo... e c’è chi invece non riesce a capire bene cosa stia accadendo, come stiano cambiando le culture di riferimento, che tipo di consenso avranno i candidati leader, quali alleanze caratterizzeranno il bipolarismo italiano dei prossimi anni, ecc.

Sono incuriositi, a volte spiazzati dalle contraddizioni, ma si coglie in loro la fiducia accanto alla perplessità, la curiosità accanto al timore... Comunque evolvano le cose non c'è dubbio che ci sia aria di cambiamento e che per molti sia il cambiamento stesso a destare speranza e timori. In questo clima di cambiamento qualcuno pensa che la divisione tra destra e sinistra sia superata e suggerisce di pensare ai due poli in termini di riformisti e conservatori. Il Pd rivendica la sua vocazione riformista e si pone come obiettivo tendenza quello di fare sintesi tra tanti riformismi diversi tra di loro e destinati a convergere nonostante possibili vistose contraddizioni: quello liberale e quello socialista, quello cattolico e quello comunista, quello ambientalista e quello tecnologicamente più avanzato... Riformismi, tutti necessari per avviare e mantenere vivo un dialogo che intercetti i veri bisogni del paese, sul piano sociale oltre che su quello tecnico-scientifico, su quello economico oltre che su quello culturale.

In questa fase del dibattito in cui sembra spesso difficile trovare un linguaggio comune e uno spazio di condivisione effettivo, vorrei porre un'esigenza che considero fondamentale rendere più umana la politica, per contribuire a rendere più umana la nostra società. E nell'umanizzazione della politica i rapporti umani occupano il vero centro della scena, perché la persona resta il valore più grande, quello che tutti, pur nella diversità delle nostre opinioni, vorremmo riaffermare. È questo il riformismo chiave: quello che davvero permette di pensare al partito democratico non come ad un partito in più, ma come ad un partito nuovo per stile e orizzonte di valori.

L'amicizia politica dovrebbe tornare ad essere il parametro essenziale a cui far riferimento nel futuro partito democratico. Una amicizia umana schietta e leale, perché nell'amicizia si riafferma la pari dignità delle persone, l'attenzione reciproca a condividere, lo sforzo di una sintesi che non è mero esercizio intellettuale, ma vera apertura e accoglienza dell'altro così com'è, senza pre-giudizi. E in politica amicizia dovrebbe significare anche capacità di cogliere attraverso la testimonianza dell'altro anche quelle realtà che ci sono meno familiari per cultura e sensibilità. Partecipare insieme alla soluzione di alcuni problemi chiave per la costruzione del bene comune del paese dovrebbe essere una buona opportunità per fare di questa amicizia qualcosa di più che una manifestazione di affetti.

È un impegno e una responsabilità che dà alla amicizia un particolare spessore anche sotto il profilo etico.

Qualcuno - mi dicono! - si è un po' stupito della mia amicizia con Anna Paola Concia e della naturale manifestazione di questa amicizia nel momento della sua malattia: dall'accompagnamento in sala operatoria alla vicinanza in momenti così particolari come sono l'addormentamento e il risveglio. Eppure niente di più naturale almeno per me, sia perché ritengo l'amicizia uno dei valori umani più preziosi, sia perché prima di essere parlamentare sono un medico da molti anni impegnata nella formazione di tante generazioni di medici e di infermieri.

Nell'Università dove insegno la centralità del malato è un valore assolutamente prioritario, anche rispetto al sistema della burocrazia ospedaliera, è l'organizzazione che deve ruotare intorno al paziente e non viceversa. E Anna Paola ha sperimentato come al Campus la regola d'oro sul piano organizzativo è quella che detta il paziente con i suoi problemi clinici, con le sue ansie e le sue paure.

Anche le persone forti, e lei lo è come ben sanno tutti quelli che la conoscono, possono avere qualche volta paura davanti al buio di un intervento chirurgico. E l'affetto di un amico, per di più medico, può aiutare a sentirsi meno soli in quei momenti. Sperimentare l'affetto fa bene a tutti, grandi e piccoli, forti e deboli, sani e malati... E i miei amici sanno che se posso cerco di prendermi cura di loro, così come posso...

Ma qualcuno - mi dicono - si è stupito che Anna Paola ed io siamo diventate amiche dopo tante battaglie condivise su fronti diversi, a volte anche con accenti molto determinati. Paradossalmente la battaglia sui Dico prima e - forse - quella sui Cus oggi ci ha messo in condizione di mettere a confronto ottiche diverse sotto tanti profili e non solo in chiave politica. Si può non essere d'accordo e sentir crescere la stima per l'altro e per le sue posizioni; si può crescere in convinzione nelle proprie idee, ma nello stesso tempo se ne possono accogliere di nuove o si può approfondire il senso e il significato di certe affermazioni.

Qualcuno deve aver scambiato una mia affermazione in un talk show televisivo come una chiusura verso un mondo di persone di cui comprendo la portata di certe richieste anche quando non condivido le soluzioni finora identificate. Ma l'umanizzazione della politica serve anche a questo: ad affrontare le differenze superando radicalmente l'approccio della cosiddetta lotta di classe, alla conflittualità aggressiva e irridente ho sempre preferito l'ascolto e il dialogo in cerca di soluzioni. L'amicizia è la strada ideale anche per questo percorso di avvicinamento, senza strumentalizzazioni di nessun tipo da parte di nessuno, ma nel rispetto reciproco che è già di per sé una buona manifestazione di affetto.

Ad Anna Paola i migliori auguri per una pronta e totale guarigione, altrimenti non ci sarebbe nessun gusto a discutere in modo sia pure acceso sui tanti temi che tanto stanno a cuore a tutte e due. D'altra parte mi sembra che anche lei voglia affrontare il prossimo autunno con tutta la grinta della sportiva e penso che avremo molte partite da giocare insieme... lealmente e coraggiosamente.

Pubblicato il: 02.08.07
Modificato il: 02.08.07 alle ore 10.02   
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