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Autore Discussione: Don LUIGI MARIA VERZÈ New economy della buona salute  (Letto 2752 volte)
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« inserito:: Marzo 26, 2009, 10:31:37 am »

26/3/2009
 

New economy della buona salute
 
 
LUIGI MARIA VERZÈ*
 

Capitale, nel senso latino di caput, è sempre e solo l’uomo con i suoi valori: la salute, per esempio, e il suo ben-essere, che non è solo assenza di malattie, ma pienezza del sé. Niente, infatti, è prezioso come la vita-salute nell’uomo, nulla gli è più caro quale contenitore dei suoi valori. L’una e l’altra diventano dinamo sempre più potente per l’industria e per l’economia. Perciò destinare i risultati positivi di una gestione sanitaria a scopi che non siano la salute stessa, va considerato quale derubricazione del concetto di uomo. È sottrazione di cespiti pubblici o privati per scopi devianti e, quindi, illeciti. Oserei dire che trattasi di scuoiamento della pelle o vita-salute uomo, per farne strame.

Non c’è vera medicina seria senza un’integrata struttura di ricerca di base, di ricerca traslazionale e ricerca clinica, un capitale d’azienda senza cui non c’è azienda-salute. Oltretutto, c’è piuttosto valorizzazione di capitale umano (parlo di tutti gli addetti all’impresa sanitaria), stimolato all’istruzione, alla consapevolezza del valore uomo e della ricchezza teo-antropologica nella propria professione, da pianificare con intelletto e amore. Oramai è comune consapevolezza che le situazioni patologiche invocano un enorme investimento d’intellettualità non solo per rimediare, ma soprattutto per prevenire, anzi per predire con adeguate letture del genoma e con adeguati apparati stimolatori dello sviluppo ordinato al benessere del capitale uomo, in modo da poter dare più anni alla vita e più vita agli anni. Non è semplice idealità. La scienza si avvia non solo verso una sempre più breve e migliore spedalizzazione, ma verso un’ideazione e controllo permanente della salute mediati da un equilibrio tra componenti molecolari, neuro-psicocognitive e organiche da suffragare con attenzione e correttivi, anche farmacologici, tutti da personalizzare, giusto il principio, già scientificamente acquisito, che è il malato che fa testo più che la malattia.

I sistemi telematici, poi, oggi consentono un sequenziamento individuale permanente sull’equilibrio, perfino proteico, a qualsiasi distanza. È un’impostazione per la tutela dello stato di salute che avanza rapidamente, spinta dal supporto delle nanotecnologie, dimensionabili in milionesimi di millimetro, con impieghi e proprietà di natura tanto inimmaginabili, quanto efficacemente applicabili per la diagnostica e la terapia. Avanza la ricerca sulle scorte di vitalità di cui l’organismo umano è fertile: le cellule staminali od ordito connettivo della nostra vita, cui si possono accostare uno o più ricambi, tali da poter, per ora in linea di principio, rigenerare questo o quell’organo vitale. Una rivitalizzazione permanente. Intorno a tutto ciò già si sta immaginando una new economy. Senza parlare di impianti con cellule staminali per aiutare il sistema immunitario contro l’Aids, il tumore ecc. È facile prevedere già oggi il sorpasso, che ritengo imminente, del concetto di sanità pubblica e privata come finora concepita. Oltretutto la qualificazione di ogni centro erogatore di «vitasalute» sarà dettata più da scienziati che dai «camici bianchi». Componente essenziale sarà costituita da esperti umanisti: psicologi, filosofi, teologi. Settore fondamentale sarà il complesso per l’esercizio fisico e ginnico, anch’esso scientificamente avvalorato ai fini del miglior ben-essere.

Innovante sarà il criterio per la valutazione dei costi-salute, a mio avviso, più economici degli attuali. Sono idee, non ancora calcoli algebrici. Però ormai si evidenzia che la medicina sarà meno terapia e molto più prevenzione. Non sarà più un diritto alla salute, ma un dovere civile star bene permanentemente, con un più accurato autocontrollo sintomatologico. Molto meno degenze, quindi, molto più facile autogestione del ben-essere, vero capitale di ogni uomo, egli stesso capitale fondamentale. L’effetto sarà un’umanità sempre più longeva, più equilibrata, più pensante, più libera, più riflessiva, più aperta anche alla logica dell’ascesi. Sogno? Non proprio: un’imponente base sperimentale è in fase di progettazione esecutiva nel Nord Italia, a carico della Fondazione San Raffaele.

*dal testo del presidente della Fondazione San Raffaele e rettore dell’Università Vita-Salute tratto dal nuovo numero di «Kos» da oggi in libreria.
 
da lastampa.it
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