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Autore Discussione: Quello che Rifkin non sa della Sicilia  (Letto 2494 volte)
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« inserito:: Marzo 17, 2009, 06:36:38 pm »

Quello che Rifkin non sa della Sicilia

di Beniamino Ginatempo

Mar, 17/03/2009 - 00:00


Con una affollatissima conferenza di Jeremy Rifkin, il 13 Marzo è stato presentato in pompa magna il Piano per le Energie Alternative della Regione Sicilia (PEARS).
 
Ciò potrebbe risollevare il morale degli ambientalisti siciliani, sotto le scarpe per le tante scelte scellerate degli attuali governi nazionale e regionale.
 
Intervistati, Rifkin ha ribadito come la scelta nucleare sia uno sguardo al passato e, addirittura, che la Sicilia di Lombardo si candida a diventare “la prima regione al mondo dove avrà luogo la terza rivoluzione industriale”, mentre il governatore Lombardo, primo per gradimento in Italia, ha magnificato il piano siciliano dicendo che “servirà a far risparmiare un sacco di soldi a famiglie ed imprese”.

Dagli annunci, quindi, sembrerebbe che finalmente in Sicilia si adotti il modello internet, cioè “energia quanta ne serve, dove serve”, invece di quello Centrale-Elettrodotto, preferito da Confindustria (e non solo). Ma, come al solito, ci sono molti elementi per pensar male, con buona pace di Rifkin che conosce poco la Sicilia ed i suoi politici.
Intanto il PEARS avrebbe senso solo all’interno di un più completo piano energetico regionale, anch’esso strombazzato più volte ma mai apparso ufficialmente. Un tale piano dovrebbe comprendere i seguenti cinque punti in ordine di priorità:

1.    Piano per il risparmio energetico (elettricità, trasporti, edilizia, ecc.)

2.    Fornire una stima del fabbisogno energetico della Sicilia da oggi al 2020 e della sua evoluzione temporale;

3.    Analoga stima per la potenza elettrica che potrà essere sopportata dagli elettrodotti siciliani, ben sapendo che la rete elettrica siciliana è oggi insufficiente ed obsoleta;

4.    Piano di approvvigionamento della energia necessaria (stimata in 2), indicandone quote sostenibili di eolico, fotovoltaico, biomasse, idroelettrico, metano, carbone, ecc.;

5.    Solo dopo il PEARS, rispettando il punto 4.

Invece assistiamo sbalorditi a scelte contraddittorie proprio con il PEARS! E cioè:

    L’adesione entusiastica del governatore Lombardo al piano nucleare del governo, candidando la Sicilia alla costruzione di una centrale nucleare da 1600 Mwatt, senza la minima idea di:
 1) dove realizzarla e se ci sia il consenso dei siciliani;
 2) come reperire le enormi quantità d’acqua necessarie;
 3) dove stoccare le scorie nucleari, radioattive per migliaia di anni;
 4) come far giungere l’uranio al sito;
 5) ecc.;

    La scelta di favorire il raddoppio dell’elettrodotto da 380 KVolt fra Sicilia e Calabria, invece che di potenziare la rete interna che, a detta di Terna e del Dipartimento Territorio ed Ambiente, potrà reggere un carico ulteriore di soli 1500 Mwatt, ma solo nel 2012. Cioè meno della potenza che sarebbe fornita dalla centrale nucleare e molto meno di quella realizzabile con i soli parchi eolici privati già autorizzati (forse troppo frettolosamente), che potrebbero fornire ben 2400 Mwatt!;

    L’autorizzazione per il rigassificatore di Porto Empedocle, il progetto di un secondo rigassificatore fra Priolo e Melilli (il comune di cui l’assessore regionale al Territorio e l’Ambiente, Pino Sorbello, principale fautore del PEARS, è sindaco!) e del gasdotto sotto il Parco dei Nebrodi per portare il gas verso il Nord.

    Il rilancio dei 4 mega-inceneritori (solo in Italia chiamati termovalorizzatori) per lo smaltimento dei rifiuti, dimensionati per bruciare molti più rifiuti di quanti ne produce la Sicilia, senza dar corso seriamente a riutilizzo e riciclaggio e senza avere una idea di se la rete elettrica potrà reggerne il carico.

Come è facilmente prevedibile, la costruzione della centrale nucleare, dei rigassificatori e delle opere connesse potrebbe assorbire enormi risorse finanziarie, a scapito degli investimenti in energie rinnovabili (come il PEARS) che, a parità di energia prodotta creano molti più posti di lavoro, tant’è che questa è la scelta odierna degli USA di Barack Obama, per fronteggiare la crisi economica. Delle due una, quindi: o si abbandonano i numerosi progetti in antitesi con il PEARS o il PEARS è solo una operazione di facciata che, presumibilmente, servirà a distribuire fondi a quelle aziende che si doteranno di qualche pannello solare.

Se a tutto questo si aggiunge che già oggi la Sicilia consuma meno energia elettrica di quella che produce con le sole attuali centrali termoelettriche (obsolete, inquinanti ed operanti in deroga per le emissioni) si capisce che il nuovo l’elettrodotto ed il nuovo gasdotto serviranno a trasferire risorse energetiche altrove, ma lasciando in Sicilia rifiuti pericolosi, rischi per la salute, probabili devastazioni ambientali e nessun beneficio, neppure economico. Fatti salvi, ovviamente, i profitti di quelle imprese interessate alla costruzione di questi enormi impianti.

Se ne deduce che la giunta Lombardo preferisce favorire il profitto di pochi invece che il bene comune dei siciliani. E tutto ciò avviene, purtroppo, con il benestare implicito del PD, che anche su argomenti come il nucleare ed il ponte sa solo lasciare “libertà di coscienza”.

da sinistra-democratica.it
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