LA-U dell'OLIVO
Novembre 24, 2024, 04:36:33 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Cofferati-Bossi, Corte Strasburburgo limita l'immunità parlamentare  (Letto 2217 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Febbraio 25, 2009, 11:28:28 pm »

Cofferati-Bossi, Corte Strasburburgo limita l'immunità parlamentare

Riconosce diritto ex leader Cgil a citare il "Senatur" per diffamazione su caso Marco Biagi

 
 STRASBURGO (24 febbraio) - L'immunità parlamentare non dovrebbe coprire esternazioni fatte attraverso i mezzi stampa. Con questa motivazione la Corte europea di Strasburgo ha riconosciuto il diritto di Sergio Cofferati e della Cgil a citare Umberto Bossi per diffamazione e ha riconosciuto al sindaco di Bologna ottomila euro di danni morali e altrettanti alla confederazione sindacale.

Il fatto risale al 2002, quando il leader della Lega su Il Messaggero rilasciò un'intervista in cui faceva un collegamento tra il clima sociale creato dalla sinistra, e in particolare dalla Cgil, e l'assassinio da parte delle Brigate rosse di Marco Biagi. A quei tempi Cofferati era segretario della Cgil.

Il ricorso alla Corte europea. La Camera dei deputati, e poi anche la Corte Costituzionale, avevano ritenuto che le dichiarazioni rilasciate dal Senatur costituivano opinioni espresse da un parlamentare nello svolgimento delle sue funzioni. Cofferati è quindi ricorso alla Corte europea lamentando l'impossibilità di perseguire il ministro per diffamazione davanti ai giudici nazionali in virtù della sua immunità parlamentare.

Immunità troppo estesa. La Corte dei diritti dell'uomo ha spiegato che l'immunità parlamentare di cui godono i membri di Camera e Senato «è troppo estesa e non permette un corretto bilanciamento con altri diritti della collettività». Secondo i giudici di Strasburgo, Cofferati aveva il diritto di citare in giudizio per diffamazione Umberto Bossi.

Il diritto a un equo processo. Da qui la decisione di dare ragione a Cofferati e alla Cgil per violazione dell'articolo sei (diritto a equo processo) della Convenzione dei diritti dell'uomo e di condannare l'Italia al risarcimento per danno morale dell'allora segretario della Cgil e dello stesso sindacato.

La reazione di Bossi. La Cgil «non è capace di fare qualcosa di buono per gli operai figurarsi se può favorire un assassinio» ha detto Bossi.
 

da ilmessaggero.it
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!