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Autore Discussione: Europee, Mastella con il Pdl "Vado a casa di chi mi ospita"  (Letto 2549 volte)
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« inserito:: Febbraio 06, 2009, 12:52:57 pm »

6/2/2009 (7:34) - INTERVISTA

Europee, Mastella con il Pdl "Vado a casa di chi mi ospita"
 
"Casini non fa nulla, perciò chiedo diritto d’asilo come nel Medioevo"

GUIDO RUOTOLO
ROMA


Auguri, Clemente Mastella.
«Grazie, la vecchiaia incombe. Oggi ne ho compiuti 62, di anni».

E ancora non si è stancato? Sempre con il pallino della politica?
«Mi sto schifando...».

Eppure, per le Europee sta di nuovo per saltare il fosso, dopo deboli segnali, almeno in sede locale, di riavvicinamento al Pd.....
«Aspettiamo che questa legge infame venga approvata».

E un minuto dopo va con Silvio Berlusconi. Il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, sostiene che lei è della famiglia del Ppe?
«Mi fa piacere. Ne abbiamo parlato, c’ero anch’io a “Porta a Porta”. Se per questo, aggiungo, al Ppe si richiamano anche l’Udc di Casini e persino una parte del Pd che è diviso tra la famiglia democratica popolare e quella socialista, e per questo, alla fine, forse, non aderirà a nessuno dei due gruppi».

Mastella che fa? Tergiversa? Magari ha paura di essere fregato un’altra volta, come accadde giustappunto un anno fa quando, dopo aver abbandonato il governo Prodi, fatto sciogliere il Parlamento, trattò il numero di deputati e senatori con Berlusconi e alla fine della fiera si ritrovò con nulla in mano?
«Non mi faccia ricordare quel periodo nero della mia vita. Colpito negli affetti, abbandonato da quella maggioranza che doveva perlomeno solidarizzare con me, al centro di una offensiva giudiziaria e di settori di servizi segreti. Mia moglie agli arresti, volevano che finissi a Poggioreale anch’io, e la mia famiglia sull’orlo di una grave crisi di nervi».

Adesso si è ripreso, però. L’Udeur è come l’Araba fenice che risorge dalle ceneri? «Siamo una testimonianza di una forza cattolica e popolare che ha profonde radici regionali».

E questa volta Berlusconi cosa le ha promesso?
«Giuro che non ho incontrato il presidente del Consiglio».

Lui no, magari. Ma i suoi sì? L’apertura di Cicchitto è sospetta. «Lo dico forte e chiaro: vado nella casa di chi mi ospita. Una casa che mi consenta di poter esprimere liberamente le mie opinioni». Mastella, ricorda quella pubblicità degli Anni Settanta: “Arrigoni si compra a scatola chiusa”? Come può entrare indistintamente nella casa di Berlusconi?
«La semplificazione ci può anche essere, a patto che i partiti maggiori mostrino una generosità rispetto agli altri che in questo momento ancora non vedo».

Che fa, accetterebbe una soglia di sbarramento al 3%?
«No. Ormai la frittata è fatta, a Napoli diciamo l’inguacchio, è fatto per fregarci. Io chiedo un’altra cosa: il diritto d’asilo come nelle chiese nel Medioevo. Certo, sarebbe più naturale aggregare quelle forze centriste e cattoliche in una unica lista. Ma Casini che fa? Nulla».

Sta sfogliando la margherita? E l’unico petalo che le rimane è il Partito delle libertà? «Anche lì sono presenti quelle forze che si richiamano ai valori e all’esperienza politica della Democrazia cristiana. Poi, Strasburgo è lontana da Roma».

Giusto. E dunque?
«Il Parlamento europeo è una straordinaria occasione di confronto tra diverse culture politiche presenti in Europa. Sui grandi temi che attengono anche alla sfera dei valori e dell’etica è giusto che si definiscano orientamenti comuni tra le diverse anime presenti in Europa. Ma lo sa che i partiti presenti al Parlamento europeo sono 205?».

Mastella, planiamo sul concreto. Quanti seggi chiede a Berlusconi?
«Non chiedo. In questo caso alla generosità degli altri rispondo dando qualche voto io».

Che fa la questua?
«No, nessuna elemosina. Soltanto il diritto a manifestare in libertà le proprie opinioni. Chi ci dà questo diritto è nostro amico. In Europa e in Italia. Altrimenti vale il detto del vecchio saggio: “Chi vuole il nostro male, il suo è dietro la porta”».

da lastampa.it
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