LA-U dell'OLIVO
Novembre 23, 2024, 04:19:40 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Giancarlo De Cataldo Scrittori e maestri  (Letto 2328 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Febbraio 03, 2009, 05:00:24 pm »

Scrittori e maestri

di Giancarlo De Cataldo


Lo scrittore doveva tutto al Maestro. Era stato lui a instillargli il disprezzo per l’esangue letteratura tutta sospiri e corna.

Dimentica l’Italia, diceva il Maestro, guarda all’America. Gli americani sì che hanno coraggio! Usano il cinema e la letteratura per scavare nei misteri della storia patria. Mettono in scena epiche saghe che smascherano le magagne della democrazia. Si sporcano le mani con la Storia e la politica. Dovresti ripartire da Pasolini, diceva il Maestro. Lui sì che si sporcava le mani. Ah, l’«io so, ma non ho le prove!». Ah, il Processo! Vai, ragazzo, vai e scrivi!

Lo scrittore aveva seguito i consigli del Maestro. Era orgoglioso di sé. Poi lesse la recensione e pensò al suicidio. Era una stroncatura. Questa, teorizzava il Maestro, è fiction non letteratura. La letteratura deve tenersi alla larga dai misteri e dalla politica. Questa è fiction, e la fiction crea confusione. Questo ennesimo racconto sugli Anni di Piombo non fa che allontanare i giovani dalla verità su un periodo controverso la cui ricostruzione non può essere affidata a sceneggiatori travestiti da romanzieri e accecati dalla ricerca del successo a tutti i costi.

La fiction non è il luogo deputato per quella Verità che è nostro dovere civile perseguire. La fiction è il luogo innocuo nel quale il plot prende il sopravvento sulla Storia. Questo scrittore, concludeva il Maestro, è una delusione. Il pensiero del suicidio svanì velocemente. Subentrò una solenne e lodevole furia. Ah, è così? La Storia e la politica sono affare degli americani? A noi è vietato occuparcene? E Pasolini va bene perché è morto, e nessuno può chiedergli che cosa ne pensa? Lo scrittore capì che lui era giovane, e il maestro era invecchiato.
Era questo che non gli veniva perdonato. Ma lui non aveva più bisogno di maestri. Appallottolò il giornale e se ne andò fischiettando incontro al futuro.


03 febbraio 2009
da unita.it
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!