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Autore Discussione: "Lo abbiamo ucciso per inesperienza" (assurdo - non erano allenati???).  (Letto 3410 volte)
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« inserito:: Luglio 19, 2007, 11:03:22 am »

19/7/2007 - PRIMA SENTENZA CONTRO I COMPLICI.

A SETTEMBRE IL PROCESSO AL KILLER

"Lo abbiamo ucciso per inesperienza"
 
Per la morte di Tommy vent'anni a Raimondi.

Assolto Barbera: "Non era basista"


FRANCO GIUBILEI
CORRISPONDENTE DA BOLOGNA

Condanna a vent’anni di reclusione per Salvatore Raimondi, l’uomo che strappò Tommy dal seggiolone il giorno del rapimento, e assoluzione con formula piena per Pasquale Barbera, colui che secondo l’accusa aveva fornito indicazioni utili per il sequestro. Il Giudice delle udienze preliminari di Bologna Rita Zaccariello ieri ha emesso la sua sentenza al termine del rito abbreviato per due dei quattro imputati del sequestro e dell’uccisione di Tommy. Accolte dunque le richieste dei magistrati della Dda, ma solo per Raimondi, l’ex pugile che peraltro aveva già confessato il ruolo avuto nel sequestro del piccolo. Lo stesso Raimondi aveva poi guidato gli inquirenti nei luoghi dove erano stati dati alle fiamme gli oggetti usati dalla banda, indicando anche la cascina dove il piccolo Tommaso sarebbe dovuto essere imprigionato. Circostanze che non gli sono valse la concessione delle attenuanti richieste dalla difesa.

La sentenza di ieri, per la Procura, influirà anche sul processo di Parma, dove il 21 settembre andrà a giudizio davanti alla Corte d’assise la coppia Alessi-Conserva con le accuse di sequestro e omicidio del bambino (Alessi), e di sequestro con l’aggravante della morte dell’ostaggio (la Conserva). Nella ricostruzione di quella tragica giornata, i pm hanno ribadito che Alessi ha ucciso il bimbo perché spaventato dai lampeggianti di una volante della polizia.

Raimondi e il suo avvocato, Franco Cavalli, si aspettavano questa sentenza, ma insistono sulla questione delle attenuanti: «Il mio assistito era preparato, vent’anni erano e vent’anni sono, adesso abbiamo novanta giorni per le motivazioni e poi andremo in appello – dichiara il legale – Sono convinto che l’appello ci darà ragione: non chiediamo la luna, chiediamo il riconoscimento delle attenuanti per la collaborazione, che a nostro giudizio sono doverose».

Il Gup di Bologna ha anche condannato Raimondi al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di un milione e 250 mila euro per i genitori e il fratello di Tommaso, più 200 mila euro per gli zii e i nonni. L’ex pugile, prima che il giudice Rita Zaccariello entrasse in camera di consiglio, ha detto queste parole: «Chiedo scusa alla famiglia, sono stato vittima della mia inesperienza, tutto quello che dovevo fare era guidare uno scooter per dieci minuti».

Quanto all’assoluzione di Pasquale Barbera, per cui l’accusa aveva chiesto 13 anni di reclusione, il pm Piro ha commentato così: «La sentenza ci lascia male, ma siamo consapevoli della professionalità del Gup, leggeremo le valutazioni e ci riserviamo di ricorrere in appello». La collega Lucia Musti ricorda: «Durante l’inchiesta la pressione mediatica ci chiedeva di arrestarlo, noi abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo raccolto gli elementi di prova e li abbiamo portati davanti al giudice. Per noi era doveroso tirare le fila del lavoro fatto, per questo era giusto chiedere anche la condanna di Barbera». Chiamato in causa per aver informato i rapitori su movimenti e situazione patrimoniale degli Onofri, sospettato di aver fatto sparire il loro cane per favorire il sequestro, Barbera ha salutato l’assoluzione come «la fine di un incubo». Il suo legale, Alessandro Conti: «E’ una sentenza giusta che ha tenuto conto della gravità dell’episodio ma anche della gravità dell’eventualità di condannare un innocente. Anche il tribunale della libertà di Bologna aveva ritenuto gli indizi non sufficienti (Barbera era l’unico imputato a piede libero, ndr). La ricostruzione della procura era scivolosa, in realtà non c’era neanche una prova contro Barbera, lo testimonia la formula piena dell’assoluzione».

da lastampa.it
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