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Autore Discussione: E Maroni tiene duro...  (Letto 2307 volte)
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« inserito:: Gennaio 11, 2009, 10:18:28 am »

E Maroni tiene duro

di Roberto di Caro


Serve ancora un anno perché le mie misure abbiano effetto'. Il ministro dell'Interno si difende e rivendica: 'Successi contro i boss'. Colloquio con Roberto maroni In edicola da venerdì  Roberto MaroniLa tiene incorniciata nello studio al Viminale, l'intervista 'Dio perdona Maroni no' su 'L'espresso' di ottobre: "È il messaggio che intendevo lanciare. Per un ministro degli Interni, il complimento migliore", spiega. Ma allora che cosa non ha funzionato? Perché il bilancio della sicurezza è tutt'altro che entusiasmante: nella migliore delle ipotesi siamo tornati alla situazione precedente all'indulto che rimise in circolazione fior di delinquenti. E un riassestamento su livelli fisiologici è altro dalla radicale svolta annunciata. Giriamo le obiezioni a Roberto Maroni.

Meglio al Welfare o...
"Agli Interni!".

È più semplice avere a che fare coi delinquenti che coi sindacalisti?

"Ma no! È che al Welfare, quando giurai al Quirinale, si scordarono persino di venirmi a prendere, mi diede un passaggio Castelli. Questo ministero, invece, è come lo ricordavo quando lo lasciai a fine '94: efficiente, reattivo, aperto h.24 per 365 giorni, perché le emergenze non vanno in ferie".

Allora dove sono gli intoppi?
"Non ce ne sono. Ho cambiato il capo di gabinetto, un paio di capidipartimento, qualche prefetto. Il rapporto con la struttura è ottimo: i problemi sono sul territorio".

Già. Cominciamo dalle rapine: rispetto al 2007, sono calate nelle banche, meglio protette, ma cresciute in negozi, tabaccherie, farmacie, uffici postali. I furti: scendono nelle metropoli, aumentano in provincia. Traffico di droga: i dati...
"Scusi, chiariamo. Io sono ministro da sei mesi, e il 'pacchetto sicurezza' approvato a fine luglio abbiamo cominciato ad attuarlo ai primi di ottobre. Non voglio né prendermi i meriti né accollarmi i demeriti di un'azione che non è stata totalmente sotto la mia responsabilità. Ho lanciato un messaggio: nei confronti della criminalità dobbiamo passare da un atteggiamento permissivo alla rigorosa applicazione della legge. Su questa consapevolezza ho impostato l'attività del ministero. I bilanci li farò alla fine del 2009. Ciò che ora mi interessa è capire se è cambiato il clima, se grazie alle misure che abbiamo preso la percezione di sicurezza è maggiore o no".

Per questo le citavo i dati sulle rapine. Aggiunga che la crisi economica è prevedibile aumenterà nei prossimi mesi il numero di delitti.
"Opinabile: nelle società opulente si commettono più reati che in quelle povere. Poi, per carità, ci sono mille cose da fare...".

Passiamole in rassegna.
"La prima fase è quasi conclusa: modifiche legislative e nuove disposizioni di legge sono state tutte approvate dal governo, e per tre quarti anche dal Parlamento".

Si riferisce al decreto legge sulla sicurezza?
"Pensi alle misure di aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata. Hanno già portato risultati molto interessanti: nel 2007 sono stati sequestrati beni ai mafiosi per un miliardo e mezzo di euro, nel 2008 abbiamo superato i 4 miliardi...".

I beni confiscati hanno valutazioni gonfiate...
"Se lo sono nel 2008 lo erano anche nel 2007, il criterio è lo stesso. Ma non citavo le cifre per farmene un vanto. Il punto è che, prima del pacchetto sicurezza, un bene sequestrato veniva spesso restituito al mafioso, o agli eredi se deceduto. Noi abbiamo approvato una norma che distingue le misure cautelari personali da quelle patrimoniali: i beni confiscati saranno sempre di più. Il che pone ulteriori problemi".

Le auto arrugginiscono nei garage a pagamento?
"Prima. Adesso le auto sequestrate vengono date alla Polizia, che le usa e ne fa la manutenzione. No, il problema sono le imprese. Ho fatto una verifica: su 370 sequestrate, 350 sono fallite. Giusto, per quelle che sono pura copertura del riciclaggio, ma le altre? Quelle con veri dipendenti e produzioni che però vendono perché i compratori sono obbligati a comprare, sono in grado di stare sul libero mercato? Vanno poi sicuramente salvaguardate le imprese funzionanti come tali: penso alla catena di supermercati sequestrati nel trapanese al cassiere del boss Matteo Messina Denaro. Ma ci vogliono manager, non basta un commercialista nominato dal tribunale. O falliranno e tutti i dipendenti diranno: 'Si stava meglio con la mafia, unico vero ammortizzatore sociale'".

Vuole statalizzarle come le banche americane?
"Studiare un sistema che, con l'intervento dello Stato, le aiuti a funzionare. Ho un incontro a fine mese con Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e sindacati".

Effetti di altri provvedimenti del pacchetto?
"Sa quali sindaci hanno più prontamente usato la norma che consente di emanare ordinanze anche permanenti in materia di sicurezza?".

Quelli di centrosinistra?
"Esatto: in tutto oltre 300 in quattro mesi. Consideri che, mentre approntavamo le nuove norme, abbiamo dovuto affrontare gravi emergenze: campi nomadi, violenza negli stadi, attacco della camorra a Casal di Principe".

Lei ha mandato l'esercito: 500 militari, oltre a 400 poliziotti. A che sono serviti?
"A liberare centinaia di agenti, sorvegliare le postazioni sensibili, riprendere il controllo del territorio. E senza intralciare il lavoro degli investigatori".

Non sono stati catturati né i due padrini, Zagaria e Iovine, né il capo del gruppo di fuoco della strage dei ghanesi...
"I capi dei capi godono di maggiori protezioni omertose, ma l'attività delle forze dell'ordine e della magistratura è stata eccellente: in sei mesi sono stati arrestati, in tutta Italia, 70 tra i cento più pericolosi latitanti, e 10 fra i primi 30. In case normali, non in rifugi segreti in qualche grotta".

Vuol dire che prima neanche li cercavano?
"È un lavoro difficile, dovresti tenere sotto controllo telefonico e ambientale migliaia di case...".

Guardi che è il suo governo che vuole abolire le intercettazioni...
"Quelle contro la mafia neanche Berlusconi le vuole cancellare".

La Finanziaria ha tagliato 400 milioni di euro agli Interni.
"Ma non incidono sull'efficienza del sistema. I tagli li deciderò io, rivedendo le piante organiche e cancellando venti posizioni dirigenziali. Alle forze dell'ordine non sarà tolto un euro. Anzi: ho fatto tre riunioni con le banche, le Poste, Equitalia e il ministero della Giustizia per rendere disponibili i conti, dormienti perché dimenticati, sequestrati alla criminalità organizzata. Entro gennaio conto di ottenere 100 milioni sulle future spettanze".

Immigrazione clandestina. Rimpatri: 17 mila nel 2002, 8 mila dal 2006. A Lampedusa, 20.500 sbarchi nel 2007, 36.900 nel 2008. Come la mettiamo?
"A gennaio verrà finalmente attuato l'accordo con la Libia stilato un anno fa. Niente più barconi, a Lampedusa solo turisti. Gli ultimi 2 mila arrivati sono di 20 nazionalità, solo con 10 abbiamo un accordo di rimpatrio, solo con l'Egitto funziona egregiamente. Incontrerò i ministri degli Esteri dei paesi del Maghreb per rivedere gli accordi sul modello di quello con l'Egitto. Tra le misure del disegno di legge sulla sicurezza, in aula a gennaio, una prevede l'allungamento da 2 a 18 mesi della detenzione negli ex-Cpt ora Cie: tempo che consentirà di espletare le pratiche per massicce espulsioni di chi non ha diritto a restare in Italia".

C'è un allarme terrorismo in Italia?
"C'è grande attenzione, specie dopo l'arresto un mese fa a Milano di due islamici che progettavano attentati al Duomo, a ipermercati e caserme dei carabinieri. Ma a preoccupare è l'evoluzione del quadro complessivo, in cui s'intrecciano mutazioni sociali, aspetti religiosi, tentazioni di strane alleanze tra frange della cosiddetta sinistra antagonista e gruppi radicali di immigrati di seconda generazione. Rischiamo si sviluppi da noi un fenomeno simile a quello delle banlieue parigine".

Come conta di intervenire?
"Bisogna prima capire. Ho commissionato un'indagine alla Cattolica di Milano. Dispongo della mappa esatta di tutti i centri islamici. Sto vagliando le proposte presentate in Parlamento, come quella della Lega per sottoporre a referendum locale l'apertura di nuove moschee. Quando avrò sufficienti elementi li porterò all'attenzione del governo e del Parlamento. Perché davvero non è una questione che possa risolvere il ministro degli Interni".

(08 gennaio 2009)

da espresso.repubblica.it
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