LA-U dell'OLIVO
Novembre 27, 2024, 01:56:08 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Primarie, PD, le amare considerazioni di Pasquino.  (Letto 2611 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Novembre 26, 2008, 03:54:28 pm »

Primarie, PD, le amare considerazioni di Pasquino.

E si continua a far finta di nulla


di Valter Vecellio

Il Partito Democratico è “nato male, cresce peggio, non è affatto aperto, e non ha alcuna voglia di rinnovarsi…E’ anche disorganizzato. Anzi, peggio. E’ organizzato per garantire i posti di potere sempre agli stessi. Alla faccia della fusione fra le due migliori culture riformiste del Paese, così dicevano DS e Margherita, no?“.

Gianfranco Pasquino, politologo che non ha bisogno di presentazione, un passato di militante e di parlamentare nel PCI, da sempre collocato a sinistra e nell’area riformatrice, nella sua intervista al “Giornale” non le manda certo a dire. Si era candidato alle primarie per sindaco di Bologna. Ecco il suo racconto: “Mi sono candidato l’11 novembre. Dovevo raccogliere 386 firme entro la sera del 17…Ho chiesto l’elenco degli iscritti, mi hanno detto che non era disponibile: avrei potuto copiarli a mano, oppure dare 12.500 euro per spedire altrettante lettere. Allora ho chiesto che inviassero la mail ai 4.500 iscritti con posta elettronica, ma hanno detto che c’erano problemi al server…”.

Siamo a Bologna, non in un paese della “bassa”. A Bologna, dunque, ci sono appena 4.500 iscritti al PD con posta elettronica. Di più: non sono raggiungibili, perché c’è un problema con il server. Sa di menzogna lunga un chilometro; ma non fosse menzogna, sarebbe pure peggio, vero?
 
Non finisce qui, il racconto di Pasquino: “La sera del 14 vado all’Assemblea, chiedo il sostegno, ma mi trattano con insofferenza, dicendomi di cercare altrove…”. Il candidato alle primarie per il sindaco, va dal suo partito a cercare sostegno, e gli si dice di andare altrove? E dove mai? “Vivo a Bologna da quarant’anni e l’ho vista declinare, sempre peggio, dal traffico alla sicurezza”, prosegue Pasquino, “la misura di come ha governato Cofferati la dà il fatto che non è mai venuto all’inaugurazione dell’anno accademico. Io avevo già il sostegno di 1.400 cittadini, 290 dei quali iscritti al PD. Penso di avere idee piuttosto importanti. E avevo l’illusione di spezzare certe logiche…Prenda Del Bono (il candidato “ufficiale” alle primarie, ndr.) sono quindici anni che siede nelle istituzioni, eppure è il candidato del sistema dirigente, altro che rinnovamento. Solo che è della Margherita…Vogliono primarie di rappresaglia in Provincia: hanno fatto pressioni sulla presidente, della Margherita, perché si dimettesse. Piazzeranno due dei loro al posto di Del Bono, che è assessore e vice-presidente in Regione. E della Regione vogliono la presidenza…”.

Questa la requisitoria di Pasquino. Ora dal PD la possono benissimo rubricare come lo sfogo di un deluso che non ce l’ha fatta; e sarebbe un modo piuttosto ignobile di sfregiare uno studioso cui si deve qualcosa; soprattutto è il modo per nascondere la testa sotto la sabbia.

Possibile che i vertici del PD non si accorgano di come tutto stia crollando attorno a loro? Parlano parlano di Obama e mostrano di non aver capito nulla di quello che è accaduto negli Stati Uniti. Vogliamo provare a rileggerla una dichiarazione di Marco Pannella qualche settimana fa? Eccola:

“Finalmente sulla stampa italiana illustrano obiettivi e programmi del presidente Obama. Noi non abbiamo fin qui, e continueremo, cercato di “annettere” l’evento storico di una America che sostanzialmente plebiscita Obama, la sua personalità e le sue idee. Mi si consenta solo di notare che se un Obama avesse tentato di candidarsi alla segreteria del Partito “Democratico” italiano, sicuramente non sarebbe stato accettato, anche grazie alla gestione antidemocratica e antiregolamentare di questo partito, del quale ci riteniamo alleati, tanto quanto ci si è voluti avversari, e che – lo ripeto – non molleremo affatto alle difficoltà che sembrano sommergerlo. Questo mi impone però di dire semplicemente questo: non solo la linea di Obama non ha nulla a che fare con quella che si riesce a scorgere nel PD, ma lo stesso Obama non sarebbe stato assolutamente accettato come candidato e militante del partito di Walter”.

Abbiamo avuto le primarie per i giovani del PD. Dovrebbe, il vincitore, correre a stringere la mano e ringraziare Giulia Innocenzi: che ha preso sul serio le primarie, e con la sua campagna, boicottata, silenziata, le ha dato una parvenza di credibilità: senza di lei sarebbe stato un grigio triste plebiscito. Ma quello che è accaduto a Pasquino a Bologna è accaduto ai radicali a Cremona: anche là un dirigente d’apparato ha negato gli elenchi degli iscritti, ha impedito che ci fossero autentiche primarie. E si può citare il caso romano: con Roberto Giachetti in sciopero della fame, e l’elezione di un leader romano fatta a tavolino…

E’ questo il partito nuovo che si sogna e si prefigura? Su tutto un silenzio imbarazzato e imbarazzante sull’ “Unità”. All’indomani del congresso di Chianciano, Luigi Manconi annotava:

“…il PD deve cogliere l’occasione che i radicali offrono, nonostante tutto: “averli dentro” è oneroso, talvolta molesto, ma sempre produttivo. Significa convivere con una realtà fertile, che offre costantemente occasioni di confronto/scontro (per esempio sui temi economici) e con approcci teorici e pratici, appunto, radicali: capaci, cioè,  di andare alla radice delle questioni, delle ideee e, soprattutto, dei luoghi comuni. Significa disporre di una riserva di militanza a elevata capacità di mobilitazione e di notevole intensità morale. Non solo: in un partito come il PD, dove è forte il rischio di una fisionomia “neutra” e anonima, una presenza dinamica, fondata su valori “non negoziabili” (qualità che non è monopolio esclusivo dell’ispirazione religiosa), può avere una felice opportunità. Certo, ci vorrà tanta fatica e tanta pazienza, ma chi ha detto che l’opposizione “è un pranzo di gala”?

Quell’interrogativo è rimasto senza risposta, lo si è lasciato cadere. Eppure è lì, non può essere eluso. Ci penseranno i fatti e la loro durezza, a imporsi.

 
da www.radicali.it
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!