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Autore Discussione: MATTEO TONELLI. Allarme di Fassino e Letta: "Il dualismo ci dilania".  (Letto 2651 volte)
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« inserito:: Novembre 24, 2008, 02:12:54 pm »

Ampi consensi per l'ipotesi di Chiamparino, ma il vicesegretario Franceschini frena

Allarme di Fassino e Letta: "Il dualismo ci dilania". E Tonini parla di sabotaggi a Veltroni

Partito del Nord e scontro interno nel Pd affiora il rischio congresso


di MATTEO TONELLI


ROMA - Il più esplicito è Giorgio Tonini: "C'è un lavoro contro Veltroni, ci sono due Pd è ora di dire basta ai sabotaggi" dice il braccio destro del segretario del Pd intervistato dal Riformista. Sopito, nascosto, negato, il contrasto che anima i democratici è ormai venuto alla luce del sole. La vicenda della commissione di Vigilanza Rai, il "pizzino" del dalemiano Latorre, hanno dato il colpo finale per svelarne i contorni. E Tonini lo dice chiaramente: "Mi riferisco a chi non è d'accordo con Veltroni ed è impegnato in azioni di sabotaggio e guerriglia".

E si arriva così al nocciolo. D'Alema contro Veltroni. Come in passato così oggi. Uno scontro tra chi, come Veltroni, punta sulla vocazione maggioritaria del partito e chi, come D'Alema, insiste sulla strategia delle alleanze. Come se non basatasse, poi, ad alimentare le polemiche c'è anche la questione, tutt'ora non risolta, della collocazione del Pd in Europa. Questione non da poco in vista della tornata elettorale di primavera.

E allora, davanti a tutto questo, assume valore l'interrogativo (quasi uno sfogo) di Marina Sereni: "Ma siamo impazziti? Ci stiamo scannando su questioni che ai più sembrano vecchie e assurde. Se c'è bisogno di un chiarimento si convochino gli organismi dirigenti".

Che lo scontro sia arrivato bel oltre il livello di guardia lo si capisce anche dalle parole di Enrico Letta e di Piero Fassino. "Basta con gli Orazi e i Curiazi - dice l'ex segretario diessino intervistato dal Corriere della Sera - Serve un chiarimento e la sede è la direzione del 15 dicembre e non il congresso che si tradurrebbe in un caotico duello". Ma anche su questo ci sono visioni diverse. Come quella di chi pensa che piuttosto di prolungare una guerra sotterranea, sarebbe meglio andare ad un confronto alla luce del sole. Ma Veltroni non vuol sentir parlare di anticipi. "Il partito è giovane e i sondaggi ci danno in crescita, non è il momento di farlo - è il ragionamento del segretario - . In più siamo in piena crisi economica, i cittadini non capirebbero".

Poi c'è il timore degli ex della Margherita. Quello di finire schiacciati nello scontro tra Veltroni e D'Alema. "Se tutto il partito dovesse dividersi tra dalemiani e veltroniani - ammonisce Letta intervistato dalla Stampa - questo rischierebbe di fare passare il Pd per la mera continuazione dei Ds, e l'intero progetto fallirebbe". Quanto al congresso, "una cosa è certa: lo terremo l'anno prossimo ( nell'autunno del 2009 ndr) perché per farlo servono gli aderenti, e ora non ci sono. Vorrei davvero che si evitasse di usare il congresso come una clava. Io certamente non ne ho paura, ho le mie idee e ci andrò con quelle".

Nel frattempo, intervistato da Repubblica, Pietro Chiamparino lancia l'idea di un Pd federato con un coordinatore del nord. Un'idea che piace a Fassino e anche al governatore lombardo Roberto Formigoni. E che Massimo Cacciari sposa. Così pure Lorenzo Dellai, neorieletto presidente della provincia di Trento, sottolineando che "per tornare a vincere, l'unica strada possibile è dar voce al territorio".

E se il vicesegretario del partito Dario Franceschini parla di ipotesi da approfondire, Cacciari è netto: "Non c'è nulla da approfondire, c'è solo da metterlo in pratica. Abbiamo già perso almeno tre anni di tempo. Ci vuole una struttura autonoma da Roma, che possa prendere decisioni autonomamente. Invece, il Pd continua ad essere un organismo centralistico".

E così, tra contrasti più o meno sotterranei e proposte che restano sulla carta, l'interrogativo di Marina Sereni rimbalza nelle teste di moltissimi sostenitori del Pd. Quegli stessi che solo un mese fa avevano invaso il Circo Massimo. E che oggi si chiedono: "Ma siamo impazziti?".

(23 novembre 2008)
da repubblica.it
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